§1 - profili generali
Nell'analisi della casistica
delle lesioni d'arma da fuoco, particolare importanza
è senza dubbio rivestita dalle ferite al torace (
gunshot
chest wounds, altresì definite
chest wounds
nella letteratura specializzata). A causa della sua ampia superficie,
il torace (
chest) costituisce uno dei distretti
corporei maggiormente interessati dalle lesioni d'arma da
fuoco. Dal punto di vista della
gravità, le lesioni
al torace si distinguono in :
- anomalie della condizione
fisiologica della regione toracica
- inibizione, parziale o
totale, della funzione respiratoria
- inibizione, parziale o
totale, della funzione cardiocircolatoria
Dal punto di vista
tipologico,
le lesioni al torace si distinguono in :
-
non penetranti =
la cavità toracica è lesa solo esteriormente
ed in maniera del tutto marginale; sono esempi di questo
tipo di lesioni, i traumi inferti con agenti / strumenti da
punta e/o da taglio; hanno gravità limitata e non possono
provocare la morte, salvo che in rarirssimi casi ed in individui
in condizioni particolari
-
penetranti = hanno
gravità intermedia tra le lesioni non penetranti
e quelle perforanti, ma possono spesso provocare la morte
se non sottoposte a trattamento chirurgico adeguato; sono esempi
di questo tipo di lesioni i traumi derivanti dall'impatto
di proiettili per arma corta e, più in generale, da agenti
balistici dotati di velocità di impatto relativamente
BASSA (N.B.
indicativamente, ed in modo alquanto grossolano,
tra 250 e 450 m/s) e struttura fortemente DEFORMABILE
-
perforanti = hanno
gravità elevata e costituiscono, in ogni caso,
un serio pericolo per la vita; sono esempi di questo tipo di
lesioni i traumi causati dall'impatto di proiettili per arma lunga
a canna rigata (N.B.
a prescindere che si tratti di armi destinate
alle FF.AA. o al settore civile) caratterizzati da una ELEVATA
velocità di impatto (N.B.
indicativamente, ben oltre
i 600 m/s) e da una struttura fortemente INDEFORMABILE; lo
stesso tipo di lesione può verificarsi con elevata frequenza
anche nel caso di traumi connessi all'impatto di proiettili per
arma lunga a canna rigata SEMPRE caratterizzati da un elevata velocità
di impatto MA da una struttura più o meno deformabile; un'ulteriore
causa di questo tipo di lesioni è rappesentata dall'impatto
di agenti balistici , dotati di una velocità (di impatto)
relativamente bassa (N.B.
nella letteratura specializzata sono
noti migliaia di casi di agenti balistici con una velocità
di impatto di circa 250 -260 m/s !!) MA da una struttura fortemente
indeformabile .
§2 - eziologia e morfologia
delle lesioni toraciche
Dal punto di vista eziologico,
una lesione al torace può essere definita come
una lesione generata dall'applicazione di una forza più
o meno elevata sopra una superficie MOLTO piccola (N.B.
normalmente
inferiore a 2 centimetri quadrati) collocata, a sua volta,
sulla superficie toracica. Tutte le lesioni toraciche sono caratterizzate
da una soglia, più o meno elevata, di gravità
intrinseca (N.B.
questo aspetto riguarda, essenzialmente, le
lesioni penetranti e perforanti), a causa del fatto che
spesso si accompagnano a lesioni degli organi posti all'interno
della cavità toracica. In particolare, costituiscono un
ALTO rischio per la vita le lesioni al torace che determinano :
- lesione dell'endocardio
- pneumotorace c.d. "
aperto"
- embolia gassosa
- embolia c.d. "
da proiettile"
- tamponamento cardiaco
Costituiscono, invece, un
rischio RELATIVO per la vita (N.B.
ma comunque non
da sottovalutare !!) le lesioni al torace che determinano
:
- rottura dell'albero tracheobronchiale
- contusione polmonare
- rottura (lesione) del diaframma
- perforazione dell'esofago
- contusione del miocardio
- lesione del pericardio
- lesione vascolare
Premesso questo, nell'ampia
categoria delle lesioni da arma da fuoco, le lesioni
toraciche
costituiscono un serio pericolo per la vita.
La lesione anatomica che ne deriva è tale da determinare
la morte nell'85% dei casi se il soggetto non viene sottoposto
a trattamento chirurgico immediato, il che significa
non
oltre 30 minuti da quando il trauma si è verificato.
Premesso questo, è importante sottolineare come chi
riceve lesioni d'arma da fuoco al torace non è automaticamente
fuori pericolo anche in caso di "...
ricovero immediato..."!!
Infatti, anche se il ferito viene ricoverato entro 30 minuti,
la mortalità oscilla COMUNQUE tra il 4 ed il 12% in caso
di lesioni toraciche gravi. Se la lesione toracica dovesse
essere associata ad altri tipi di lesioni, la mortalità sale
allora attorno al 12 - 15% e, nel caso di lesioni multiorgano (ad esempio
cuore e polmoni), questa percentuale sale al 30 - 35%. Particolare
importanza hanno poi le lesioni ai grandi vasi sanguigni. Se la
lesione toracica dovesse risultare associata ad una lesione della
succlavia, la mortalità è stimabile attorno al 34% ANCHE
in caso di ricovero immediato, mentre se vi è una lesione
dell'arteria polmonare la mortalità oscilla attorno al 36%.
Infine, quando le lesioni sono causate da agenti balistici viaggianti
ad ALTA velocità (N.B.
cioè
con una velocità di impatto superiore ai 600 m/s !!),
le percentuali indicate in precedenza devono essere aumentate di
un buon 10% secondo la letteratura medica più accreditata.
Per completezza di informazione (N.B.
si rimanda il lettore a testi specifici per una maggior completezza
espositiva) ricordiamo che :
- il foro di ingresso (
enter wound) presenta margini
netti ed INTROFLESSI e, solitamente, è più piccolo del
calibro REALE del proiettile (N.B.
questo
deriva dall'elasticità dei tessuti)
- il foro di uscita (
exit wound), se esiste, presenta
margini NETTI (N.B.
se il
proiettile non si è destabilizzato i margini
saranno netti, mentre se si è destabilizzato non si
avrà un foro di uscita, bensì una lacerazione
tissutale di forma irregolare) ed ESTROFLESSI e potrebbe
essere più grande del calibro reale del proiettile
(N.B.
il foro è sempre più
grande se il proiettile si è deformato o se si è
fortemente destabilizzato)
Con specifico riferimento
al foro di ingresso, esso potrà apparire
:
-
con forma pressochè circolare
= si verifica se l'impatto è stato grossomodo
perpendicolare rispetto alla superficie del tessuto attinto
-
con forma pressochè ovoidale
= si verifica se l'impatto è stato NON perpendicolare
rispetto alla superficie del tessuto attinto
Per quanto concerne il foro
di uscita di queste lesioni, preliminarmente va segnalato
che per tutti gli agenti balistici c.d. "
a bassa velocità" (N.B.
in linea teorica sono da considerarsi
tali i proiettili sparati da armi corte, pur con alcune significative
eccezioni !!) di norma la lesione è penetrante (N.B.
e non perforante !!), motivo per cui il
foro di uscita è assente. Viceversa, per gli agenti
balistici c.d. "
ad alta
velocità" (N.B.
sono tali tutti i proiettili provenienti
da armi lunghe a canna rigata di tipo portatile, siano esse di
uso civile o destinate all'armamento delle FF.AA. ) il
foro di uscita è quasi sempre presente. Ad ogni modo, tenendo
conto del fatto che sono molto più comuni le ferite causate
da agenti balistici a bassa velocità, è molto più
frequente (per un medico) imbattersi in ferite PRIVE del foro di
uscita.
- A Sx una lesione
d'arma da fuoco a carico dei polmoni causata da un proiettile iperleggero
di tipo monostrutturato (N.B. nella fattispecie, un SFM modello
"THV" ) per arma corta. Per meglio evidenziare la gravità
della lesione, si è proceduto all'espianto dei polmoni dalla
cassa toracica (N.B. come si può vedere, il tessuto appare
completamente lacerato dove è stato interessato dal passaggio
del proiettile !!). La massa estremamente ridotta e la velocità
elevatissima di questa classe di proiettili (N.B. per ultriori informazioni si veda il testo BREVE
GUIDA ALLE MUNIZIONI NON CONVENZIONALI edito dal GRURIFRASCA ma commercializzato
da Tuttostoria), consente di trasmettere
la propria energia sul bersaglio in tempi ESTREMAMENTE rapidi.
A ciò aggiunga il fatto che solitamente si manifesta una certa
ipostabilità intrabersaglio che massimizza le proprietà
lesive, già molto elevate, di questo proiettile. L'effetto
lesivo che questa classe di proiettili è in grado di generare
sui tessuti umani è molto grave, e per certi versi può
essere assimilato all'effetto ablativo tipico delle munizioni impiegate
nei moderni fucili d'assalto. Nella zona
sinistra dell'immagine si può notare un piccolo cerchio che
rappresenta la zona di necrosi primaria. Al centro di questa
zona si trova il canale vulnerante. L'area a posta all'inteno del secondo
cerchio, a sinistra e a destra, indica la zona di necrosi secondaria.
A Dx, una fotografia ingrandita di una lesione d'arma da fuoco causata da
un proiettile iperleggero con nucleo preframmentato (N.B. nella fattispecie,
un Glaser modello "SafetySlug" ) per arma corta. Per meglio evidenziare
la gravità della lesione, si è proceduto alla rimozione
dell'epidermide e del tessuto adiposo sottostante. La struttura intrinsecamente
molto DEBOLE di questa classe di proiettili (N.B. per ultriori informazioni
si veda il testo BREVE GUIDA ALLE MUNIZIONI NON CONVENZIONALI edito
dal GRURIFRASCA ma commercializzato da Tuttostoria), consente
di trasmettere la propria energia sul bersaglio in tempi RAPIDISSIMI,
che normalmente non eccedono i 20 - 25 millisecondi. L'effetto lesivo
che questa classe di proiettili è in grado di generare sui
tessuti umani è molto grave, e per certi versi può essere
assimilato all'effetto ablativo tipico delle munizioni spezzate per
armi a canna liscia (N.B. ovviamente con portata ridotta !!). Il piccolo cerchio indicato dalla freccia rappresenta
la zona di necrosi primaria (N.B. per la
spiegazione di questo termine, V. voce a se in questo stesso sito)
. Al centro
di questa zona si trova il canale vulnerante. Si possono notare due
costole che sono state frantumate in seguito all'impatto. L'area a posta
all'inteno del secondo cerchio, quello più grande, indica la zona
di necrosi secondaria (N.B. per la spiegazione di questo termine,
V. voce a se in questo stesso sito) .
- Tipico esempio di ferita al
torace di tipo trasversale, o ferita di tre quarti che dir si voglia,
causata da una Browning "HP-35" in calibro 9x19mm. Contrariamente
a quanto affermato da molti "presunti esperti", le lesioni
d'arma da fuoco al torace causano fenomeni emorragici che all'esterno
sono evidenti solo in minima parte. La gran parte dell'emorragia e
collocata a livello interno, ed è dunque invisibile all'esterno.
E' altrettanto falsa la tesi in base alla quale "proiettile grande
uguale foro grande", poichè i tessuti collessano su se stessi
IMMEDIATAMENTE dopo il passaggio del proiettile , ed il foro
tende a ridursi rispetto alla dimensione originaria. Altrettando priva
di fondamento è la tesi in base alla quale "foro grande uguale
emorragia grande", per ben tre ordini di motivi. Primo, perchè
il foro d'ingresso tende a richiudersi subito dopo il passaggio del
proiettile. Secondo, perchè l'emorragia è maggiormente
concentrata all'interno e non sulla cute o nel tessuto muscolare. Terzo,
perchè i vasi tendono comunque a contrarsi dopo essere stati lacerati,
per cui all'esterno si potrà notare ben poco fluido ematico. Nel
caso di specie, il proiettile ha attraversato entrambi i polmoni, con
effetto letale, prima di fuoriuscire dall'emitorace sinistro -
Aspetto esteriore
del tramite nei vari tessuti attinti in caso di lesioni d'arma da fuoco
al torace
Tipo di tessuto
|
Tramite
|
cute (1)
|
rotondo o ovoidale
|
sottocute (2)
|
cilindrico
|
muscoli (3)
|
crateriforme o fessurazione
|
fasce e aponeurosi (4)
|
rotondo o stellare o fessurato
|
vasi (5)
|
stellare o lineare
|
pericardio (6)
|
rotondo o fessurato
|
miocardio (7)
|
lacerazioni lineari/oblique
|
ossa piatte (8)
|
rotondo o ellittico
|
ossa lunghe (9)
|
fratture di vario tipo
|
LEGENDA
(1) = il tramite appare rotondo se l'impatto è
stato perpendicolare o ellittico quando l'impatto non è stato
perpendicolare
(2) = il tramite appare rotondo (cilindrico) ma spesso è
occluso da estroflessioni di tessuto adiposo
(3) = il tramite appare ampio ed irregolare, e di forma crateriforme,
in caso di impatto perpendicolare, mentre l'aspetto esteriore si trasforma
in quello di fessura sottile in caso di impatto parallelo alle fibre
(4) = il tramite è stellare o rotondo (cilindrico) in
caso di impatto perpendicolare (N.B. il foro è minore del calibro
effettivo del proiettile), mentre diventa una fessura lineare in
caso di impatto non perpendicolare (N.B. i nervi e i tendini possono
essere contusi, stirati, recisi in tutto o in parte a seconda del tipo
di impatto che si è verificato)
(5) = il tramite appare lineare o stellare a seconda della velocità
del proiettile. Il primo caso è tipico dei proiettili per arma
corta, mentre il secondo è tipico dei proiettili per arma lunga
o delle cartucce per arma corta di tipo magnum o ad alta pressione. Rietrano
in questa seconda categoria anche i casi delle munizioni dei moderni fucili
d'assalto
(6) = il tramite può essere rotondo o lineare con
i margini sfrangiati a seconda dell'angolo di impatto
(7) = il tramite è normalmente fessurato e può
essere lineare od obliquo. Esso può limitarsi ad una sola cavità
(può cioè fermarsi in un atrio o in un ventricolo), o
può essere perforante. In caso di impatto ad alta velocità
non può escludersi un tramite di forma stellare
(8) = il tramite può essere rotondo od ellittico a seconda
che l'impatto sia perpendicolare o non perpendicolare. Nel primo caso
il foro corrisponde al calibro del proiettile e si nota una svasatura
a tronco di cono con il vertice nella superficie anteriore e la base in
quella posteriore dell'osso. L'apertura posteriore è tanto più
ampia quanto più è elevata la velocità di impatto
.
(9) = il tramite può essere rotondo od ellittico a seconda
che l'impatto sia perpendicolare o non perpendicolare. Se il proiettile
entra nella cavità diafisiaria si genera una frattura più
o meno grave con schegge di dimesioni più o meno minute e si
possono verificare fenomeni di scoppio della struttura ossea .
§3 - profili patologici
Premesso che nella casistica
le lesioni toraciche, quelle derivanti da strumenti
da punta e/o da taglio sono MOLTO più frequenti rispetto
a quelle d'arma da fuoco, è necessario ricordare che
le seconde sono molto più gravi e pericolose delle prime
!! In tutte le lesioni d'arma da fuoco al torace, l'organo maggiormente
colpito è, ovviamente, il polmone. La letteratura medica
mondiale è pressochè concorde nel sostenere che una
percentuale oscillante tra il 95 ed il 97% dei soggetti che riportano
ferite d'arma da fuoco al torace mostra ALMENO una delle seguenti condizioni
patologiche che interessano il polmone :
- emotorace
- emopneumotorace
- pneumotorace
In questa sede è inutile
soffermarsi sull'analisi di queste tre condizioni patologiche
(N.B.
per la cui descrizione si rimanda ad un testo
di livello universitario o post-universitario ), mentre
ben più importante è ricordare che esse determinano
una seria crisi respiratoria che è ESTREMAMENTE pericolosa
per la vita del soggetto colpito. Altre condizioni patologiche
meno frequenti sono quelle legate al tamponamento cardiaco o
all'enfisema subcutaneo (N.B.
queste condizioni patologiche
sono correlate alla presenza di condizioni ben più gravi,
come ad esempio l'emotorace). Con riferimento alle lesioni vascolari,
quelle che si incontrano con maggior frequenza sono quelle relative
ai vasi intercostali, mentre più rare sono quelle ai vasi polmonari
o alla succlavia. Per quanto concerne le altre forme di lesioni,
meno frequenti sono invece le lesioni al miocardio, al diaframma
ed alle costole (fratture costali). Con riferimento alle lesioni
del miocardio (
cui spesso sono associate quelle dell'aorta),
va ricordato che l'infiltrazione di 150 -200 ml di sangue nel sacco
pericardico legato ad una lesione d'arma da fuoco può mettere
in serio pericolo la vita del soggetto colpito (N.B.
una presenza
di sangue a livello intrapericardico aumenta la pressione sul miocardio
con conseguente problemi di funzionalità del medesimo).
Viceversa, un quantitativo di 250ml di sangue (o superiore) immesso
nel sacco pericardico in maniera immediata può provocare
la morte del soggetto colpito in maniera estremamente rapida.
segue - il problema dell'embolia
gassosa
In seguito a lesioni d'arma
da fuoco al torace, potrebbe verificarsi la comparsa
della c.d.
embolia gassosa. Trattasi di una condizione
patologica connessa alla presenza di una fistola all'interno
di un bronco o di una vena polmonare, cosa che mette seriamente
in pericolo la vita di chi ha subito la lesione. Per questo
motivo è importante che, all'arrivo al pronto soccorso,
i medici indaghino subito per evidenziare la presenza di una
simile condizione patologica la quale, va ricordato, è
spesso presente in caso di lesioni d'arma da fuoco, siano esse
peneranti o perforanti. Si ricordi che una simile condizione
patologica si può determinare a prescindere dal calibro
del proiettile che l'ha generata. Ad esempio, in letteratura sono
noti migliaia di casi in cui l'embolia gassosa è stata causata
da un proiettile calibro .22 LR, dunque non bisogna mai dare
nulla per scontato poichè il calibro del proiettile poco conta
in relazione alla comparsa di questa condizione patologica.
segue - lesione al diaframma
In seguito a lesioni d'arma
da fuoco al torace, la lesione al diaframma è spesso
presente in caso di emotorace oppure in tutti i casi in cui
l'agente balistico ha avuto una traiettoria intrabersaglio che
ha interessato il diaframma. Di per se non si tratta di una lesione
di eccezionale gravità, mentre invece è ben
più grave il fatto che risulti associata a condizioni
patologiche come l'emotorace o l'emopneumotorace.
segue - il problema dell'embolia
c.d. "da proiettile"
In seguito a lesioni d'arma
da fuoco al torace, potrebbe anche verificarsi la comparsa
della c.d.
embolia da proiettile . Trattasi di una condizione
patologica ben nota ed ampiamente descritta nella manualistica
corrente, ma alquanto RARA nella pratica. C'è embolia da proiettile
quando un agente balistico, o una parte di esso (rectius, un suo frammento),
penetra nel sistema vascolare e migra al suo interno. A seconda del tipo
di vaso interessato, in letteratura si distingue tra embolia arteriosa
ed embolia venosa. La migrazione compiuta dall'agente balistico
all'interno del sistema vascolare può essere arterioatriale,
venovenosa, oppure mista (cioè dalle vene polmonari alle arterie
sistemiche). Stando ad un'analisi comparata della bibliografia degli ultimi
60 anni, l'embolia arteriosa ha una diffusione pressochè doppia rispetto
a quella venosa, molto probabilmente a causa del diverso calibro dei vasi
e della loro natura intrinseca. Nella maggioranza dei casi (circa il 70%)
l'agente balistico penetra nelle arterie dopo avere penetrato l'aorta toracica
o addominale, oppure il miocardio, mentre è molto più raro
il caso di un'embolia da proiettile susseguente ad una lesione a carico
di un'arteria periferica. Inoltre, a seconda di come l'agente balistico
si muove dentro ai vasi, si distingue poi tra embolia da proiettile retrograda
od antiretrograda. Si definisce "
retrogrado", il movimento dell'agente
balistico
in senso INVERSO al flusso ematico, mentre è detto
"
antiretrogrado" il movimento dell'agente balistico
nello STESSO
senso del flusso ematico. Per quanto riguarda l'eziologia di questa
condizione patologica, essa è nettamente più frequente con
proiettili di piccolo calibro lanciati a BASSA velocità (N.B.
in generale al di sotto della velocità del suono nell'aria) come
il .22LR, il 6,35 Browning od il 7,65 Browinig. Se la lesione è causata
da proiettili di calibro maggiore e/o ad alta velocità, l'embolia
da proiettile è molto più rara, a meno che non si verifichi
un caso di "
frattura" (cioè una rottura parziale) o di "
scamiciatura"
(cioè la separazione del nucleo dalla blindatura) dell'agente balistico.
Sono poi ampiamente documentati in letteratura casi di embolia da proiettile
causati dai c.d. "
pallini" lanciati da armi ad aria compressa. In
maniera alquanto sintetica si può dire che la comparsa dell'embolia
da proiettile è fortemente influenzata da :
- traiettoria intrasomatica
- calibro del proiettile / dimensione del suo frammento
- velocità del proiettile
- calibro del vaso attinto
- verso del flusso ematico
- forza di gravità
- movimento respiratorio
- posizione del soggetto al tempo della lesione
Per quanto riguarda i "
segni premonitori", i medici devono
fare particolare attenzione quando la lesione è di tipo penetrante,
cioè quando MANCA il foro di uscita del proiettile. In casi del
genere non è da sottovalutare la presenza di un'embolia da proiettile,
specie quando la lesione è stata causata da un proiettile di piccolo
calibro!! Lo stesso discorso vale quando ci sono una pluralità di
fori di ingresso ma mancano i fori di uscita. Un caso classico si ha
quando la lesione è causata da una munizione per armi a canna
liscia. Un altro caso classico, spesso presente nella manualistica specializzata,
si ha quando un SINGOLO proiettile colpisce un ostacolo posto tra il tiratore
e la vittima, subendo così una frattura od una scamiciatura. In
casi del genere si vedono due o più fori di ingresso (N.B.
la
letteratura specializzata ne indica fino a quattro) ma NESSUN foro di
uscita : se il proiettile ed i suoi frammenti attraversano la cavità
toracica, l'embolia da proiettile non può essere esclusa a priori.
In presenza di lesioni del genere, l'esame radiografico
è di primaria
importanza per individuare l'esatta posizione dell'agente balistico
o dei suoi frammenti. Si rammenti che l'embolia da proiettile
non sempre
si manifesta in maniera evidente, e che i sintomi possono aversi a giorni,
mesi od anni di distanza dal tempo della lesione!! Questo deve fare riflettere
ancora di più sull'importanza dell'esame radiografico. L'esame radiografico
è altresì essenziale in sede di esame autoptico per evitare
non solo le perdite di tempo connesse ad una dissezione completa, ma anche
grossolani errori legati alla mancata comprensione della esatta causa della
morte .
segue - lesione alle costole
In seguito a lesioni d'arma
da fuoco al torace, le fratture costali sono abbastaza
rare, per lo meno in caso di lesioni causate da (cartucce
per) armi corte di piccolo calibro. E' abbastanza raro infatti,
che mentre sta esplicando la sua azione lesiva a carico dei tessuti
umani, un singolo proiettile urti contro una costola provocandone
la frattura. Questo perchè per causare una frattura costale,
è necessario che l'impatto del proiettile avvenga in
maniera pressochè perpendicolare e fortemente centrale rispetto
all'asse di simmetria della singola costola. Se ciò non avviene,
il proiettile "...
scivola sulla costola..." e prosegue
nella sua traiettoria intrabersaglio. Questo discorso vale in generale
per le lesioni causate da agenti balistici per arma corta e per arma
lunga. Con specifico riferimento a queste ultime, è possibile
rinvenire simili fratture qualora la lesione sia causata da cartucce
da caccia (N.B.
per armi a canna rigata) come il .30-06 Springfield,
il 7x64 Brenneke, il 9,3x64 e quant'altro, anche se è necessario
che l'impatto avvenga in maniera perpendicolare. E' vero che l'energia
cinetica di cui è dotato un proiettile per fucile da caccia
a canna rigata è nettamente superiore rispetto a quella di una
qualsiasi arma corta, ma se l'impatto non fosse perpendicolare il proiettile
tenderebbe comunque "
a scivolare" lungo la superficie esterna
della costola ed a proseguire oltre. Una lesione spesso associata
a questo tipo di proiettili è, invece, la contusione polmonare
(V. voce a se). Un'eccezione signficativa con riferimento alle fratture
costali si ha nel caso di lesioni causate cartucce per fucile a canna
liscia, sia del tipo a palla singola (
slug), sia del tipo a pallettoni
(
buckshot). In questo caso, a causa della conformazione peculiare
degli agenti balistici impiegati da dette armi, è abbastanza
facile riscontrare fratture costali (N.B.
si noti che spesso le
fratture interessano più di una costola !!), spesso associate
a contusioni polmonari più o meno vaste .
segue - contusione polmonare
La contusione polmonare è
un tipo di lesione abbastanza rara, che si verifica
in presenza di traumi causati da proiettili dotati di una
elevata velocità di impatto come quelli usati nei moderni
fucili d'assalto. In linea di massima si tratta di una lesione
associata alle munizioni per arma lunga a canna rigata. In leteratura
sono poi noti molteplici casi di lesioni causate cartucce per
fucile a canna liscia, sia del tipo a palla singola (
slug),
sia del tipo a pallettoni (
buckshot) che hanno generato
una contusione polmonare (N.B.
questa condizione patologica
è spesso associata ad una frattura costale !!). Si tratta
comunque di un discorso del tutto generale. In letteratura sono
infatti noti casi di contusione polmonare associata a cartucce
per arma corta di tipo magnum (ad esempio, nel calibro .357 Magnum)
oppure alle munizioni di tipo +P+ (ad esempio, nel calibro 9x19mm)
che sono state sottovalutate (o non diagnosticate tempestivamente)
e che hanno causato la morte entro le 24 - 48 ore successive
al trauma.
segue - il problema dell'emopericardio
La lesione nota come emopericardio
è abbastanza RARA e si verifica quando un proiettile,
od un suo frammento, determinano una lesione del sacco
pericadico. Così come avviene per tutte le lesioni al
miocardio, anche in questo caso la gravità è MOLTO
elevata ed è NECESSARIO intervenire immediatamente
per via chirurgica. Particolarmente inclini a generare questo
tipo di lesioni sono i proiettili a punta cava (blindati e semiblindati)
dotati di un nucleo di piombo iperpuro od estremamente morbido.
Sotto questo aspetto, in letteratura sono noti i
Remington semiblindati
a punta cava (SJHP) con proiettile da 8 GRAMMI (125grs.) in calibro
.357 Magnum per la loro capacità di generare una simile
condizione patologica. Si tratta di una munizione nota fin dagli
anni '60 del XX secolo per questa sua peculiarità. Più
recenti, ma noti SEMPRE per il medesimo motivo sono i
Triton
"
Quik-Shok" nei calibri 9x19mm e .357 Magnum. Quando si
verifica una simile lesione, o se ne sospetta la presenza, solitamente
viene eseguita una pericardiocentesi cui segue un intervento
chirurgico IMMEDIATO per scongiurare il più possibile ogni
pericolo di vita. Così come avviene nel caso dell'emotorace,
l'indagine diagnostica per via ultrasonica è considerata
molto utile per evidenziare un emopericardio.
segue - lesioni dirette
al miocardio
Nella casistica delle lesioni
al torace causate da arma da fuoco, le lesioni dirette
al miocardio sono alquanto rare. Nonostante la collocazione
pressochè centrale del miocardio, in realtà è
abbastanza raro che un proiettile, od un suo frammento, lo colpiscano
in maniera frontale. Si tratta, ad ogni modo, di un tipo di
lesione estremamente grave. Nelle fonti bibliografiche non specializzate,
molti pseudo-esperti confondono le lesioni al pericardio
con quelle dell'endocardio, ed affermano che "...
esistono soggetti
insensibili alle lesioni d'arma da fuoco al cuore...", ma in
realtà le due cose sono profondamente diverse!! Mentre nel
caso delle lesioni al pericardio c'è (quasi) sempre una
discreta possibilità di salvare la vita del ferito (N.B.
sempre che ci sia la possibilità di intervenire in non
oltre 30 minuti, e in ogni caso, il prima possibile !!),
nel caso delle lesioni dirette all'endocardio la situazione è
ben più critica. In altre parole, mentre in caso di lesioni
al pericardio è ragionevole avere una certa speranza di vita
per il soggetto colpito (N.B.
sempre che ci sia un certo
livello di fortuna, nel senso che non devono esserci lesioni dei grandi
vasi, del midollo spinale e quant'altro !! ), nel caso di lesioni
dirette dell'endocardio questa speranza è pressochè
ridotta a zero !! Certo, pur restringendo il discorso alle sole lesioni
all'endocardio, vi sono delle DIFFERENZE importanti sotto il profilo
della lesività, perchè una lesione diretta causata
dal frammento di un proiettile è sicuramente meno grave di
una lesione (sempre di tipo diretto) causata da un proiettile vero
e proprio. Ciò non toglie che la tipologia della lesione sia
estremamente GRAVE, e che richiede un intervento ESTREMAMENTE rapido
per via chirurgica tramite una toracotomia d'urgenza. Si ricordi però,
che nonostante l'impiego della toracotomia d'urgenza non è sempre
possibile salvare la vita del paziente !!
segue - lesioni frontali,
laterali e di trequarti
Nella casitica delle lesioni
al torace causate da armi da fuoco, la tipologia maggiormente
riscontrata è rappresentata dalla lesioni c.d.
frontali.
Si tratta, in altre parole, delle lesioni che presentano
il foro di ingresso sulla parete anteriore (frontale) del torace
(N.B.
molto più rare sono, invece, le c.d. lesioni posteriori,
cioè quelle che possiedono il foro di ingresso sulla
parte posteriore della cassa toracica, ossia sulla schiena)
. Come si è già sottolineato in precedenza si tratta
di lesioni molto pericolose perchè spesso interessano organi
o distretti corporei estremamente delicati. Il polmone è interessato
in quasi il 100% dei casi, e con rilevante frequenza vengono
interessati un certo numero di vasi sanguigni, strutture nervose
ed ossee. Inutile ricordare che una simile lesione al polmone
determina un emopneumotorace cui è connessa una GRAVE crisi
respiratoria. Accanto a questo tipo di lesione, vi sono poi le lesioni
di tipo
laterale e di
trequarti. Le prime sono le lesioni
che presentano il foro di ingresso sulla parte laterale della cassa
toracica e che si connotano per il fatto di presentare un tragitto
intrasomatico pressochè perpendicolare alla stessa. Le
seconde sono, per convenzione, quelle lesioni che attingono la parte
laterale della cassa toracica con un angolazione di circa 45°
e, comunque, DIVERSA da 90° . In altri termini, sono quelle lesioni
che presentano un tragitto intrasomatico che attraversa in senso diagonale,
in tutto o in parte (a seconda che la lesione sia penetrante o perforante),
la cavità toracica. Premesse queste definizioni essenziali,
contrariamente a quanto sostenuto a più riprese da numerosi
ambienti giornalistici di carattere (assolutamente) non scientifici,
NON è assolutamente vero il fatto che le lesioni laterali
o di trequarti siano MENO gravi di quelle c.d. "
frontali"
!! Non è poi assolutamente vero, contrariamente a quanto
affermato da numerosi sedicenti esperti, che "...
sono pochi i
proiettili capaci di provocare serie ferite in caso di tiro laterale
o di trequarti..." !! Per rendersene conto, basta fare un semplicissimo
ragionamento alla portata di chiunque. Sarebbe sufficiente riflettere
sul fatto che nel caso di tiri (rectius, lesioni) FRONTALI si genera
un lesione che interessa, nella migliore delle ipotesi, un singolo
polmone, mentre nel caso di ferite laterali o di trequarti vengono
interessati ambo i polmoni, spesso il cuore e numerosi vasi maggiori
!! La conclusione è abbastanza semplice, ed è nel senso
che coloro i quali affermano di una presunta "...
minore gravità
delle lesioni in caso di ferite laterali o di tre quarti al torace..."
NON sanno assolutamente di cosa stanno parlando !! Con riferimento
poi alla teoria visionaria in base alla quale "...
i proiettili per
arma corta NON avrebbero sufficiente capacità di penetrazione
in caso di ferite laterali o di trequarti..." , si dovrebbe ricordare
che un gran numero di decessi traumatici verificatisi in Italia
durante il periodo dei c.d. "
anni di piombo" fu dovuto
a lesioni d'arma da fuoco al torace di tipo laterale o di trequarti.
Molteplici sono stati i casi di decessi di soggetti colpiti lateralmente
o trasversalmente sulla cassa toracica, pressochè all'altezza
del cavo ascellare, da proiettili che hanno attraversato in tutto
o in parte (a seconda che si trattasse di lesioni perforanti o penetranti)
la cavità toracica !! Si rifletta altresì sul fatto
che molte di queste lesioni vennero causate da cartucce per arma
corta ritenute, da svariati "
sedicenti esperti" (N.B.
come
sempre autoproclamatisi tali !!) "...
inefficienti o superate..."
(?) come il 9x19mm, il .38 Special, il 7,65 Browning od il 7,65
Parabellum !! Evidentemente chi parla di lesività degli
agenti balistici non sa assolutamente di cosa sta parlando
nella quasi totalità dei casi .
- A Sx, una sezione di un blocco di
gelatina balistica calibrata che mette in evidenza il manifestarsi
del fenomeno cavitario temporaneo. Sono chiaramente visibili
delle lacerazioni radiali che rappresentano "...il residuo..."
della cavità temporanea (N.B. si ricorda che per vedere
realmente la cavità temporanea è necessario ricorrere
a strumenti per la fotografia ultrarapida capaci di effettuare
circa 20.000 scatti al secondo) DOPO il passaggio di un agente
balistico ad alta velocità. A Dx, un fegato umano così
come appare dopo essere stato espiantato in sede di esame autoptico
(N.B. si tratta, per la precisione, del lobo sinistro del fegato)
. Sono chiaramente visibili non solo il canale vulnerante (N.B. corrispondente
alla cavità permanente), ma anche le lacerazioni radiali
tipiche del fenomeno cavitario temporaneo (N.B. sono rappresentate
dai numeri). Il verso di entrata del proiettile è stato
più o meno perpendicolare rispetto al piano della superficie
mostrato in fotografia. Questa immagine dovrebbe chiarire le idee
a chi sostiene che "...certi proiettili non sono capaci di penetrare
il corpo umano a sufficienza in caso di tiri laterali...", così
come sulla presunta "...inferiorità balistica..." di
certi calibri da pistola di origine europea !! -
segue - lesioni dei grandi vasi
Nella casitica delle lesioni
al torace, in letteratura spesso si dice che la comparsa
di lesioni vascolari è un fenomeno grave ma non eccezionalmente
pericoloso. Se da un certo punto di vista questa affermazione
ha un fondo di verità, da una altra prospettiva essa va
però ulteriormente precisata. Solitamente si dice che
la lesione dei vasi presenti nella cavità toracica non constituisce
una fonte di serio pericolo per la vita qualora si tratti di
lesioni a vasi intercostali. Diverso è il discorso nel
caso in cui vengano lesionati di c.d.
grandi vasi, anche
se vanno fatte tutta una serie di precisazioni. Se la lesione è
tale da lacerare totalmente un vaso di ampie dimensioni come la
succlavia, l'aorta toracica o le arterie polmonari, scatta un meccanismo
di difesa automatico per cui il vaso "...
tende a riepigarsi su se
stesso..." per contenere gli effetti dell'emorragia (N.B.
si
tratta della c.d. vasocostrizione dovuta all'attivazione riflessa dell'innervazione
ortosimpatica presente nei vasi, che determina uno spasmo della muscolatura
liscia presente nelle loro pareti). La lesione che si determina
è grave, ma non grave come nel caso in cui la lacerazione sia
parziale ed il meccanismo di difesa prima ricordato non può attivarsi
con la stessa efficacia. In questa seconda ipotesi il pericolo per la
vita è MOLTO più alto che non nel caso precedente. In ambo
i casi, comunque, è assolutamente necessario un intervento medico
d'urgenza per arrestare l'emorragia e per rimediare ai danni causati
dal passaggio del proiettile. Si ricorda che per questo tipo di lesioni
è NECESSARIO intervenire in meno di 30 minuti come acclarato
dalla letteratura medica internazionele più affermata, onde
praticare
una toracotomia d'urgenza per verficare lo stato effettivo della lesione
e stabilire il da farsi.
Percentuali della mortalità in funzione delle lesioni
cardio-polmonari e/o vascolari causate da agenti balistici di varia natura
Lesione
|
Mortalità
|
singola,
senza ricovero entro 30'
|
85%
|
singola,
con ricovero entro 30'
|
4 - 12%
|
multipla,
senza ricovero entro 30'
|
90%
|
multipla,
con ricovero entro 30'
|
12 - 15%
|
multiorgano,
senza ricovero entro 30'
|
95%
|
multiorgano,
con ricovero entro 30'
|
30 - 35%
|
singola,
con lesione (tipo 1) con ricovero entro 30'
|
34%
|
singola,
con lesione (tipo 1) senza ricovero entro 30'
|
94%
|
singola,
con lesione (tipo 2) con ricovero entro 30'
|
36%
|
singola,
con lesione (tipo 2) senza ricovero entro 30'
|
96%
|
LEGENDA
- Lesione = indica il singolo
tipo di lesione
- Mortalità = indica la
percentuale di mortalità secondo la letteratura
medica più accreditata
- (tipo 1) = lesione alla succlavia
- (tipo 2) = lesione all'arteria
polmonare
- singola = indica una singola
lesione d'arma da fuoco al polmone
- multiorgano = indica una lesione
che interessa più di un organo, ad esempio cuore
e un singolo polmone, oppure due polmoni, etc.
Stima dei tempi necessari per il sopravvenire della perdita di
conoscenza e del decesso in caso di lesione vascolare causata da un agente
balistico
Lesione
|
Svenimento
|
Decesso
|
a. carotide
|
5 -10"
|
12"
|
miocardio
|
istantaneo
|
3,5"
|
a. succlavia
|
2 - 8"
|
5"
|
arco aortico
|
2 - 8"
|
3,5"
|
aorta toracica
|
4 - 10"
|
3,5"
|
aorta addominale
|
6 - 12"
|
12"
|
a. brachiale
|
15"
|
1,5'
|
a. radiale
|
30'
|
2'
|
LEGENDA
- Lesione = indica la localizzazione specifica della lesione. Si suppone
che la lesione sia tale da recidere il vaso in tutto o in parte. Nel caso
del miocardio si suppone che la lesione sia di tipo penetrante o perforante.
- Svenimento = indica il tempo (in minuti o in secondi) necessario affinchè
si verifichi la perdita di conoscenza. I tempi indicati sono quelli comunemente
indicati dalla letteratura medica internazionale più accreditata
e sono medi, ma sono molto vicini alla realtà. In alcuni casi (sovraeccitazione
del SNC causata dall'abuso di sostanze psicoattive, presenza di stati neuropatologici
particolarmente gravi, etc.) i tempi possono dilatarsi fino a 40% del tempo
indicato in tabella, sempre in assenza di intervento medico adeguato .
- Decesso = indica il tempo (in minuti o in secondi) necessario affinchè
si verifichi il decesso. I tempi indicati sono medi ma sono molto vicini
alla realtà. In alcuni casi (sovraeccitazione del SNC causata dall'abuso
di sostanze psicoattive, presenza di stati neuropatologici particolarmente
gravi, etc.) i tempi possono dilatarsi fino a 40% del tempo indicato in
tabella, sempre in assenza di intervento medico adeguato .
§4 - frequenza delle
lesioni penetranti e perforanti
In linea di massima, una
lesione d'arma da fuoco al torace è di tipo penetrante.
La letteratura specializzata indica chiaramente che sul
totale delle lesioni d'arma da fuoco al torace, circa l'80% delle
medesime è di tipo penetrante. Ci sono però alcune
importanti precisazioni che vanno effettuate. Con riferimento
alle munizioni per armi corte (
pistol / revolver wound),
si può dire che le lesioni sono normalmente penetranti.
Tuttavia, se l'agente balistico dovesse essere dotato di una
struttura fortemente indeformabile, non si può escludere
a priori che la ferita sia perforante. Questa osservazione merita
due spacificazioni. In primo luogo, questo spiega perchè le
FF.PP. dovrebbero essere dotate di munizioni altamente deformabili per
espressa previsione normativa. Non ha alcun senso che, nell'espletamento
dei loro doveri istituzionali, le FF.PP. corrano il rischio di ferire
o uccidere terzi estranei a causa dell'impiego illogico di munizioni
con proiettili indeformabili (o scarsamente deformabili). In secondo
luogo, non bisogna incorrere nell'errore (generato dai messaggi
provenienti dal piccolo e dal grande schermo) in base al quale "...
un
proiettile che entra ed esce non fa danni al corpo umano..."!!
Questa fesseria potrebbe essere vera, per esempio, nel caso di ferite
ad un piede o ad una mano, ma nel caso di lesioni d'arma da fuoco al
torace le cose stano ben diversamente. Abbiamo visto in precedenza
che una lesione d'arma da fuoco al torace è associata ad una
lesione polmonare di entità più o meno grave, il che
causa un collasso della struttura del polmone. Un soggetto con un polmone
collassato non è un soggetto sano, ne si può dire che
una ferita al torace causata da unagente balistico non deformabile sia
un qualcosa di irrilevante per la sopravvivenza di chi la subisce!! Passando
ora alle lesioni causate dalle munizioni per armi lunghe (
rifle
/ shotgun wound), in linea di massima si può dire che esse
danno origine a ferite perforanti. Tuttavia, anche in questo caso
esistono delle eccezioni poichè potebbero essere penetranti
(e non perforanti), pur essendo causate da munizioni per armi lunghe,
le seguenti lesioni :
- lesioni da munizioni specifiche
per impiego venatorio
- lesioni da munizioni specifiche
per il tiro ai bersagli cartacei
- lesioni causata da agenti
balistici dotati di ipostabilità intrabersaglio
- lesioni da agenti balistici
che si frammentano, per varie ragioni, durante il tragitto
intrabersaglio
Sono poi quasi sempre penetranti
le lesioni causate de munizioni per armi a canna liscia,
anche qualora siano strutturate sule c.d.
palle singole
(
slug). In linea di massima si può sintetizzare
tutto il discorso precedentemente fatto affermando che
:
- le ferite causate da munizioni
per armi da guerra sono tendenzialmente perforanti
(N.B.
le ferite d'arma da fuoco che riguardano i militari,
od i civili coinvolti in conflitti di vario genere, sono
di questo tipo in una percentuale compresa tra l'82 e l'86%
dei casi )
- le ferite causate da munizioni
per armi non da guerra sono tendenzialmente penetranti
(N.B.
le ferite d'arma da fuoco che riguardano i civili sono
di questo tipo in una percentuale compresa tra l'80 e l'82% dei
casi )
Non si tratta, ad ogni modo,
di un discorso da assumersi in termini assoluti, bensì
in termini molto relativi.
- Una radiografia toracica illustrante una lesione
d'arma da fuoco c.d. "di 3/4". Nella fattispecie si tratta
di una cartuccia calibro .357Magnum con palla da 125grs. di produzione
Federal Cartridges Co. La freccia indica il tragitto intrasomatico
del proiettile. Il cerchio indica il punto di arresto del proiettile.
Lesioni di questo tipo sono caratterizzate da una fortissima lesività
e da una mortalità molto alta -
§5 - richiami sulla
struttura del tessuto polmonare (rinvio)
Il polmone si caratterizza
per il fatto di essere PRIVO di forma propria. Più precisamente,
il polmone
in vivo è assimilabile ad una spugna
in cui il contenuto (cioè il sangue e l'aria) cambia di
posizione a seconda della postura esterna. Ad esempio, in posizione
eretta il polmone appare quasi "
appeso" alla gabbia toracica,
mentre in posizione seduta esso appare come se fosse "
adagiato"
sul diaframma. Dunque si tratta di un organo dotato di una struttura
molto mobile e flessibile. Una volta estratto dalla gabbia toracica, il
polmone tende ad afflosciarsi, assumendo una forma compatta ed espellendo
l'aria contenuta all'interno. Quando il polmone viene estratto dalla cassa
toracia, esso collassa (N.B.
perchè vengono a mancare le strutture
extrapolmonari che lo tengono normalmente "disteso" !!) ed i bronchioli
si chiudono, redendo così impossibile un'espulsione totale dell'aria
contenuta. Esteriormente il polmone appare come una massa compatta di
circa 300grammi di peso, con una chiara struttura lobulare in cui sono
evidenti dei pigmenti di colore scuro (c.d.
pigmenti antracotici).
A livello strutturale, esso risulta fortemente elastico, con scarsa
presenza di fibre muscolari. L'unità funzionale di base del polmone,
cioè quella che corrisponde alla sua funzione fisiologica, è
rappresentata dalla c.d.
unità funzionale alveolo-capillare.
Nel genere umano esistono circa 300 milioni di unità alveolo-capillari
che consentono un adeguato scambio di gas tra ambiente esterno e sangue.
Il singolo alveolo ha una sezione di forma vagamente esagonale con un
diametro di circa 0,3mm. E' costituito da un singolo strato di cellule
epiteliali piatte (c.d.
cellule alveolari del primo tipo o penumociti
del primo ordine) intercalate da cellule specializzate che producono
un sottile velo di liquido che riveste tutti gli alveoli polmonari (c.d.
cellule alveolari del secondo tipo o pneumociti del secondo ordine).Vi
sono poi i macrofagi sulla superficie alveolare, che svolgono funzioni
di fagocitosi dei batteri e delle particelle inalate. I capillari polmonari,
posti a ridosso dell'alveolo, hanno un diametro di circa 10 mircon,
cioè poco più grande di quello di un globulo rosso
(N.B.
solitamente di circa 7,2 micron). Il volume del sangue
contenuto nei soli capillari è di circa 70 ml, mentre in tutto
il sistema dei vasi costituenti il c.d.
piccolo circolo è
pari a circa 500 ml (compresi il ventricolo e l'atrio destro). Intorno
al singolo alveolo ci sono circa 1000 capillari, il cui endotelio è
separato dall'epitelio alveolare dalla SOLA membrana basale (N.B.
la membrana basale è, dunque, comune !!). Questo significa,
in termini più semplici, che la distanza tra aria e sangue, nell'alveolo,
è estremamente RIDOTTA (N.B.
è pari a circa 0,5 mircon)
e la diffusione tra i due compartimenti NON è minimamente ostacolata.
Diciamo che aria e sangue si affacciano su una superficie abbastanza
ampia (N.B.
è pari a circa 80 m2 !!), anche se la membrana
è sufficientemente robusta da NON consentire il passaggio della
parte corpuscolata del sangue. Non ci vuole molto a capire che l'impatto
di un agente balistico su una struttura così complessa e delicata
può avere effetti devastanti. Molti, infatti, sono i casi in cui
ferite apparentemente banali ai polmoni si sono rivelate letali. Una
lesione d'arma da fuoco ai polmoni genera una condizione patologica nota
come emopneumotorace, che è MOLTO pericolosa. Primo perchè
fa collassare il polmone (o i polmoni, in caso di duplice lesione) e causa
serie difficoltà respiratorie. Secondo perchè riduce la
c.d.
gittata cardica, la quale dipende direttamente dalla livello
di perfusione polmonare. Terzo, perchè spesso e volentieri alla
lesione del tessuto polmonare risulta associata una lesione vascolare.
Premesso che è necessario procedere con una toracotomia d'urgenza,
si discute poi se è meglio intervenire applicando una sutura più
o meno complessa, oppure con una resezione limitata delle porzioni tissutali
danneggiate. Se la prima tecnica è senza dubbio la più indicata
in caso di lesioni generate da agenti balistici a bassa velocità,
la seconda è generalmente considerata come più indicata in
caso di lesioni generate da munizioni tipiche di armi da guerra (e più
in generale, dalle munizioni per arma lunga) .
§6 - cenni circa
il rilievo della velocità di impatto degli agenti
balistici
E' parere comune nella letteratura
medica mondiale, che la
gravità di una lesione
d'arma da fuoco dipende dal tipo di tessuto colpito
e dalla capacità dell'agente balistico di cedere
energia (cinetica) al tessuto medesimo. La fisica ci insegna
che l'energia cinetica è espressa dall'equazione:
Ec = 1 / 2 x (m x v2)
In questa equazione,
Ec
è l'energia cinetica espressa in Joule,
m
è la massa del proiettile espessa in Kg (N.B.
si
rammenta che la massa dei proiettili è comunemente espressa
in grammi, e che sarà necessario fare l'equivalenza tra
grammi e chilogrammi per ottenere un risultato matematicamente
coerente, ricordando che 1 Kg = 1000g e che 1g = 0,001 Kg),
mentre
v è la velocità del proiettile espressa
in m/s. E' di palmare evidenza che l'energia cinetica aumenta
all'aumentare della massa o della velocità e, più
precisamente, se la massa del proiettile raddoppia l'energia cinetica
raddoppia, mentre se la velocità del proiettile raddoppia
l'energia cinetica si quadruplica!! Questo, in termini molto semplici,
è il motivo per cui le ferite causate dai proiettili impiegati
nei fucili d'assalto adottati dalle FF.AA. di tutto il mondo sono
particolarmente pericolose. Si è detto, e ciò risponde
a verità, che un proiettile dotato di una elevata capacità
di deformazione è un proietitle più efficace rispetto
ad uno che ne è privo totalmente o parzialmente. Questo è
comprovato da analisi di laboratorio ultacinquantennali che hanno
evidenziato come un proiettile non deformabile è in grado
di trasferire sul bersaglio circa il 60% della sua energia cinetica totale
(posseduta in un certo istante), mentre uno deformabile ne riesce
a trasferire non meno del 95% (N.B.
anche se l'energia cinetica
è pari a solo il 60%, questo non signfica che il proiettile
non possa uccidere !!). Questa affermazione è scientificamente
pertinente ed è sicuramente corretta in riferimento alle munizioni
per armi corte. Tuttavia, se le velocità di impatto dovessero
essere molto elevate, come accade ad esempio per la cartuccia calibro
5,56x45mm NATO, anche un proiettile non deformabile diventa estremamente
pericoloso per i seguenti motivi :
- comparsa del fenomeno cavitario
temporaneo in maniera rilevante
- comparsa del fenomeno dell'ipostabilità
intrabersaglio dell'agente balistico (N.B.
dal
momento che il proiettile è stato progettato
per essere stabile in aria, la decelrazione improvvisa causata
dall'impatto con i tessuti molli causa spesso la comparsa del
ribaltamento totale o parziale del medesimo !!)
- superamento del carico
di rottura dei materiali con cui l'agente balistico
è costituito, con conseguente frantumazione del medesimo
(N.B.
la frantumazione determina la creazione di vari
frammenti che aumentano la gravità della lesione)
Per quanto riguarda le classificazioni
tipologiche della velocità di impatto dei diversi
agenti balistici, attualmente la letteratura medica è
divisa tra sostenitori della tesi dicotomica e sostenitori
della tesi tricotomica. Secondo i fautori della prima tesi,
si dovrebbero fare distinzione tra :
- proiettili con velocità
di impatto pari o inferiore ai 250 m/s o a bassa velocità
- proiettili con velocità
di impatto pari o superiore ai 600m/s o ad alta velocità
Viceversa, secondo i sostenitori
dell'altra tesi, occorrerebbe fare distinzione tra
:
- proiettili con velocità
alla bocca inferiore ai 360 - 365 m/s o a bassa velocità
- proiettili con velocità
alla bocca compresa tra 365 e 750 m/s o a velocità
intermedia
- proiettili con velocità
alla bocca superiore ai 750 -755 m/s o ad alta velocità
Occorre comunque sottolineare
come le due tesi facciano riferimento, in realtà,
a due parametri diversi. Infatti, mentre una si riferisce
alla velocità alla bocca, l'altra fa riferimento a quella
di impatto, per cui non si può dire che una sia più
o meno giusta rispetto all'altra. Diciamo piuttosto che più
la velocità di impatto è elevata e più
è grave la ferita che ne risulta e che se se la velocità
diovesse essere doppia o più che doppia rispetto alla velocità
del suono nell'aria (N.B.
si ricorda che la velocità
nel suono nell'aria è data da 331 + 0,6xT. In questa espressione
331 è la velocità del suono a 0 °C, mentre
0,6 è un fattore di correzione legato alla temperatura esterna
e, infine, T è la temperatura esterna al momento dello sparo),
la lesione assume una gravità molto rilevante
§7 - osservazioni sulle
diverse lesioni
Per una migliore comprensione della tematica
delle lesioni al torace può essere utile soffermarsi
sulle seguenti tipologie di lesioni :
- lesioni causate da munizioni per armi corte
- lesioni causate da munizioni per armi lunghe
a canna rigata
- lesioni causate da munizioni per armi lunghe
a canna liscia
segue - lesioni causate da munizioni per
armi corte
Le lesioni causate da munizioni per armi corte (pistol
/ revolver wounds) sono molto più FREQUENTI di quelle
causate da munizioni per armi lunghe (N.B. per lo meno in aree
dove non sono in corso conflitti) ma, diversamente da queste,
sono molto MENO gravi. Parlando di lesioni causate da munizioni per
armi corte è importante distinguere tra :
- lesioni a contatto
- lesioni a bruciapelo
- lesioni a distanza breve
- lesioni a distanza intermedia
Le lesioni a contatto sono
di gran lunga quelle con la più elevata percentuale di
mortalità, specie se vengono attinti organi, oppure plessi
vascolari o nervosi di primaria importanza. Se la velocità
è bassa, le lesioni sono convenzionalmente di tipo penetrante,
fenomeno questo che è amplificato in caso di :
- impatto osseo
- bassa velocità di impatto
- fenomeni di ipostabilità o di frammentazione
intrabersaglio
I gas di egresso vengono proiettati direttamente
dentro al canale vulnerante, per cui si avrà un'amplificazione
del fenomeno cavitario temporaneo, con conseguente aumento
dell'effetto lesivo del proiettile. Se la velocità di
impatto è elevata e se il proiettile è scarsamente deformabile,
non è infrequente che la lesione sia perforante. Le lesioni
a bruciapelo sono, per convenzione, quelle che vengono causate
sparando da non oltre 10mm ma non a contatto diretto. Similmente
a prima, si tratta di lesioni tendenzialmente penentranti, specie se
si verifica un impatto osseo, o se la velocità di impatto è
bassa (N.B. e ovviamente se si verificano fenomeni di ipostabilità
o di frammentazione intrabersaglio). Diversamente, la lesione
sarà perforante se la velocità di impatto è
elevata e l'agente balistico non è deformabile. Inoltre, diversamente
dal caso delle lesioni a contatto, i gas di egresso NON vengono proiettati
direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà
un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo. Le lesioni
a distanza breve sono quelle che vengono causate sparando da 45
- 60cm di distanza. il suo carattere fondamentale è rappresentato
dal fatto di essere penetrante con elevata frequenza, anche
se non mancano casi di lesioni perforanti, come ad esempio avviene per
:
- lesioni superificiali
- lesioni inferte da agenti balistici ad alta
velocità
- lesioni inferte da agenti balistici scarsamente
deformabili
Saranno invece tendenzialmente penetranti
le lesioni causate da un agente balistico :
- che subisca un impatto osseo
- dotato di una velocità di impatto molto
bassa,
- dotato di una struttura altamente deformabile
(N.B. ad esempio del tipo JHP, SJHP, LHP)
- dotato di una struttura fortemente debole (N.B.
ad esempio quelli con nucleo preframmentato)
Si ricordi che, diversamente dal caso delle
lesioni a contatto, i gas di egresso NON vengono proiettati
direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà
alcuna amplificazione ulteriore del fenomeno cavitario temporaneo.
Infine, le lesioni a distanza intermedia sono quelle causate
da un agente balistico che è stato lanciato da una distanza
superiore a quella massima indicata dalla manualistica medico-legale
per le lesioni a distanza breve (V. voce a se). Similmente a prima,
questo tipo di lesione si configura come penetrante con ancora maggior
frequenza, anche se non mancano (N.B. e la cosa è stata
ben evidenziata dalla letteratura specializzata !!) casi di lesioni
perforanti, come ad esempio avviene per (N.B. in pratica
sono gli stessi casi che la letteratura individua per le lesioni a
distanza breve) :
- lesioni superificiali
- lesioni inferte da agenti balistici ad
alta velocità
- lesioni inferte da agenti balistici scarsamente
deformabili
Anche nel caso delle lesioni a distanza
intermedia, i gas di egresso NON vengono proiettati direttamente
dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà un'amplificazione
del fenomeno cavitario temporaneo. Infine, nel caso di lesioni
a distanza intermedia i residui di sparo saranno molto meno marcati
rispetto ai casi precedenti .
ATTENZIONE
!!
TUTTE LE LESIONI AL TORACE SONO LESIONI ESTREMAMENTE
PERICOLOSE, ANCHE SE CAUSATE DA MUNIZIONI DI PICCOLO CALIBRO
PER ARMA CORTA. IN PARTICOLARE, SE LA LESIONE DOVESSE INTERESSARE
STRUTTURE OSSEE, NERVOSE O VASCOLARI, ESSA SARA' QUASI SEMPRE LETALE
IN MANIERA IMMEDIATA !!
segue - lesioni causate da munizioni per
armi lunghe a canna rigata
Le lesioni causate da munizioni per armi
lunghe a canna rigata (rifle wounds) sono molto MENO
frequenti di quelle causate da munizioni per armi corte (N.B.
per lo meno in aree dove non sono in corso conflitti) ma,
diversamente da queste, sono MOLTO più gravi. Parlando di
lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna rigata è
importante distinguere tra :
- lesioni a contatto
- lesioni a bruciapelo
- lesioni a distanza breve
- lesioni a distanza intermedia
Le lesioni a contatto sono
di gran lunga quelle con la più elevata percentuale di
mortalità. Sono essenzialmente lesioni di tipo perforante,
anche perchè, pur in caso di impatto osseo o di
fenomeni di ipostabilità o di frammentazione intrabersaglio,
la velocità è talmente elevata da consentire difficilmente
una ritenzione dell'agente balistico. I gas di egresso vengono
proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per cui si
avrà un'amplificazione DEVASTANTE del fenomeno cavitario
temporaneo, con conseguente aumento dell'effetto lesivo del proiettile.
Le lesioni a bruciapelo sono, per convenzione, quelle che
vengono causate sparando da non oltre 10mm, ma non a contatto diretto.
A causa della distanza ridottissima, similmente a prima, si tratta
di lesioni tendenzialmente perforanti. Diversamente dal caso delle
lesioni a contatto, i gas di egresso NON vengono proiettati direttamente
dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà un'amplificazione
del fenomeno cavitario temporaneo. Le lesioni a distanza breve
sono quelle che vengono causate sparando da 45 - 60cm di distanza.
La distanza è comunque tale per cui la velocità
di impatto può considerarsi pressochè analoga a quella
alla bocca (N.B. fondamenalmente perchè la perdita di velocità
e minima, e del tutto trascurabile !!), dunque la gravità
della lesione sarà MOLTO elevata. Sempre per questo motivo,
la lesione sarà essenzialmente di tipo perforante. Diversamente
dal caso delle lesioni a contatto, i gas di egresso NON vengono proiettati
direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà
un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo. Infine, le lesioni
a distanza intermedia sono quelle causate da un agente balistico
che è stato lanciato da una distanza superiore a quella massima
indicata dalla manualistica medico-legale per le lesioni a distanza
breve (V. voce a se). Similmente a prima, questo tipo di lesione si
configura come perforante, anche se non mancano casi di lesioni penetranti.
Anche nel caso delle lesioni a distanza intermedia, i gas di egresso
NON vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante,
per cui NON si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario
temporaneo. Infine, nel caso di lesioni a distanza intermedia i residui
di sparo saranno molto meno marcati rispetto ai casi precedenti .
ATTENZIONE
!!
TUTTE LE LESIONI AL TORACE CAUSATE DA MUNIZIONI
PER ARMI A CANNA LUNGA DI TIPO RIGATO SONO ESTREMAMENTE PERICOLOSE!!
IN QUALSIASI CASO, OCCORRE NON SOTTOVALUTARE MAI LA GRAVITA' DELLA
LESIONE, ANCHE SE APPARENTEMENTE SEMBRA DI SCARSA ENTITA' !! SI RICORDI
CHE SE LA LESIONE DOVESSE INTERESSARE STRUTTURE OSSEE, NERVOSE O
VASCOLARI DI RILIEVO, ESSA SARA' QUASI SEMPRE LETALE IN MANIERA IMMEDIATA
!!
segue - lesioni causate da munizioni per
armi lunghe a canna liscia
Le lesioni causate da munizioni per armi lunghe a
canna liscia (shotgun wound) sono molto MENO frequenti di quelle causate
da munizioni per armi corte ma, diversamente da queste, sono
MOLTO più gravi. Parlando di lesioni causate da munizioni
per armi lunghe a canna rigata è importante distinguere
tra :
- lesioni a contatto
- lesioni a bruciapelo
- lesioni a distanza breve
- lesioni a distanza intermedia
Le lesioni a contatto sono
di gran lunga quelle con la più elevata percentuale di
mortalità. Sono essenzialmente lesioni di tipo perforante,
a prescindere che vengano impiegate munizioni a palla singola
o di tipo spezzato poichè la velocità di impatto
è talmente elevata da non consentire alcuna ritenzione dell'agente
balistico. Con riferimento a questo tipo specifico di lesione, ci
sono due osservazioni molto importanti da fare sotto il profilo patologico.
La prima è che i gas di egresso vengono proiettati direttamente
dentro al canale vulnerante, per cui si avrà un'amplificazione
DEVASTANTE del fenomeno cavitario temporaneo, con conseguente aumento
dell'effetto lesivo globale del proiettile. La seconda è che,
impiegando munizioni di tipo spezzato, si manifesta il c.d. "effetto
ablativo", per cui ampi strati di tessuto vengono letteralmente
asportati dalla loro sede naturale (N.B. all'atto dell'esame autoptico
, sulla superficie estrna della cute si può notare un vero e
proprio foro di diametro compreso tra 1,5 e 2 volte il diametro della
canna, qualora vengano impiegate munizioni di tipo spezzato !!).
Le lesioni a bruciapelo sono, per convenzione, quelle che vengono
causate sparando da non oltre 10mm, ma NON a contatto diretto. A causa
della distanza ridottissima, similmente a prima, si tratta di lesioni
tendenzialmente perforanti, e lo sono a maggior ragione se vengono impiegate
munizioni a palla singola. Qualora vengano impiegate munizioni di tipo
spezzato, è possibile che alcuni pallini (o pallettoni) vengano
ritenuti. Diversamente dal caso delle lesioni a contatto, i gas di egresso
NON vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per
cui NON si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo.
Inoltre, sempre nel caso specifico dell'impiego di munizioni di tipo
spezzato, si manifesterà il fenomeno ablativo di cui si
è parlato in precedenza. Le lesioni a distanza breve sono
quelle che vengono causate sparando da 45 - 60cm di distanza. La distanza
è comunque tale per cui la velocità di impatto può
considerarsi pressochè analoga a quella alla bocca (N.B. fondamenalmente
perchè la perdita di velocità e minima, e del tutto trascurabile,
e questo si nota soprattutto con le munizioni a palla singola !!),
dunque la gravità della lesione sarà MOLTO elevata. Sempre
per questo motivo, la lesione sarà essenzialmente di tipo perforante
se vengono impiegate munizioni a palla singola. non così, invece,
se vengono impiegate munizioni di tipo spezzato, specie se la pezzatura
del piombo è molto fine. Se vengono impiegate munizioni di tipo
spezzato comincerà a manifestarsi il fenomeno della c.d. "apertura
della rosa", il quale sarà amplificato :
- se vengono impiegate borre di tipo tradizionale
e non del tipo "a bicchierino"
- se non vengono impiegati strozzatori
Diversamente dal caso delle lesioni a contatto,
inoltre, i gas di egresso NON vengono proiettati direttamente dentro
al canale vulnerante, per cui NON si avrà un'amplificazione
del fenomeno cavitario temporaneo. Infine, le lesioni a distanza
intermedia sono quelle causate da un agente balistico che è
stato lanciato da una distanza superiore a quella massima indicata
dalla manualistica medico-legale per le lesioni a distanza breve (V.
voce a se). Similmente a prima, questo tipo di lesione si configura
come perforante se viene usata una munizione a palla singola, anche
se non mancano casi di lesioni penetranti anche nel caso specifico di
questo tipo di munizioni (N.B se viene usato piombo puro, può
benissimo verificarsi che l'agente balistico venga effettivamente ritenuto.).
Tuttavia, nel caso di impiego di munizioni a palla singola con struttura
molto robusta, può benissimo verificarsi che la lesione sia
perforante (N.B. un caso classico è quello delle cartucce
francesi "Sauvestre"). Se vengono impiegate munizioni di tipo spezzato,
viceversa, la lesione sarà tendenzialmente penetrante anche
qualora vengano usati i c.d. "pallettoni". Anche nel caso delle
lesioni a distanza intermedia, i gas di egresso NON vengono proiettati
direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà
un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo. Ovviamente, nel
caso di lesioni a distanza intermedia i residui di sparo saranno molto
meno marcati rispetto ai casi precedenti .
§8 - bibliografia
Di estremo interesse può
poi essere la consultazione delle seguenti fonti bibliografiche
costituite da articoli (comparsi per lo più su
riviste mediche internazionali ), da atti di convegni medici
internazionali o da manuali istituzionali ad uso post-universitario
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