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LESIONI AL COLLO DA AGENTI BALISTICI
DI VARIA NATURA
§1 - profili generali
Dall'analisi della casistica delle lesioni da arma da fuoco
(
gunshot wound) emerge, a livello
mondiale, come una percentuale superiore al 90% di esse vada a collocarsi
nella zona compresa tra la sommità del cranio e il centro dell'addome.
Volendo utilizzare una definizione non scientifica ma molto chiara,
si può dire con sufficiente sicurezza che qualora una persona
subisca una lesione d'arma da fuoco "...
i colpi che vanno sotto la
cintola sono pochissimi, mentre quasi tutti vanno dalla cintola in su,
con una percentuale rilevante che si vanno a posizionare nel torace..."
!! Analizzando con maggiore profondità la collocazione di queste
lesioni, si nota che una percentuale comrpesa tra il 48 ed il 50% è
collocata grossomodo tra il centro dell'addome e la base del collo, mentre
una percentuale compresa tra il 40 ed il 42% o posizionata tra la base
del collo e la sommità del cranio. In estrema sintesi questo significa
due cose molto importanti :
- la quasi totalità delle lesioni si colloca nella
region toracica (o, più in generale, nella regione toraco-addominale)
- che una percentuale NON indifferente di lesioni si collocano
a livello del collo e del cranio
§2 - osservazioni sulla
gravità delle lesioni al collo
Con riferimento alle lesioni d'arma da fuoco al collo, la
principale causa di morte è rappresentata dalle lesioni vascolari
(
vascular injuiry). Occorre poi aggiungere
che il collo è un distretto corporeo molto delicato, ed un
proiettile che vi si insinui può causare facilmente il decesso
di una persona anche in seguito a lesioni spinali o nervose (N.B.
in letteratura sono noti casi di lesioni
al nervo Vago che hanno causato la morte per blocco della funzionalità
cardiaca). Detto questo, la lesione vascolare "...
pura e semplice..." è senza dubbio
la lesione di gran lunga più frequente. Purtroppo, l'individuazione
delle lesioni vascolari al collo connesse all'azione di un agente
balistico (qualsiasi esso sia)
NON è assolutamente
facile, ne è semplice la valutazione della relativa gravità!!
Questo avviene per tutta una serie di fattori che possono essere così
sintetizzati :
- ipostabilità intrabersaglio dell'agente balistico
che determina una traiettoria erronea dello stesso
- presenza di frammenti secondari che originano canali vulneranti
multipli,. che non appaiono esteriormente
- lacerazioni tissutali indotte dal fortissimo mutamento di
pressione indotto dal passaggio degli agenti balistici fortemente
supersonici
In letteratura, il posizionamento delle lesioni d'arma da
fuoco al collo viene solitamente indicato in riferimento a tre zone
distinte :
- zona 1, cioè dalla clavicola al circoide
- zona 2, cioè dal circoide all'angolo della mandibola
- zona 3, cioè dall'angolo della mandibola alla base
del cranio
In realtà esistono molti modi per
suddividere la collocazione delle lesioni d'arma da fuoco al collo,
ma per motivi di coerenza sistematica si preferisce spesso utilizzare
questa suddivisione. Detto questo, è interessante notare come
la zona 2 e la zona 3 siano le aree di gran lunga più interessate
dalle lesioni d'arma da fuoco. Molto meno frequenti sono le lesioni
nella zona 1, mentre del tutto rare sono le lesioni di tipo multiplo
(N.B. cioè che interessino più
di una zona contemporaneamente). Per quanto concerne il foro
di uscita di queste lesioni, preliminarmente va segnalato che per tutti
gli agenti balistici c.d. "a bassa
velocità" (N.B. in linea
teorica sono da considerarsi tali i proiettili sparati da armi corte,
pur con alcune significative eccezioni !!) di norma la lesione
è penetrante (N.B.e non perforante !!), motivo per cui il foro
di uscita è assente. Viceversa, per gli agenti balistici c.d. "ad alta velocità" (N.B. sono tali tutti i proiettili provenienti
da armi lunghe a canna rigata di tipo portatile, siano esse di uso civile
o destinate all'armamento delle FF.AA. ) il foro di uscita è
quesi sempre presente. Ad ogni modo, tenendo conto del fatto che sono
molto più comuni le ferite causate da agenti balistici a bassa
velocità (N.B. per lo meno non in zone di guerra !!), è
moto più frequente imbattersi in ferite PRIVE del foro di uscita.
Per completezza di informazione (N.B. si
rimanda il lettore a testi specifici per una maggior completezza espositiva)
ricordiamo che :
- il foro di ingresso presenta margini netti ed INTROFLESSI
e, solitamente, è più piccolo del calibro REALE del proiettile
(N.B. questo deriva dall'elasticità
dei tessuti)
- il foro di uscita (se esiste) presenta margini NETTI
(N.B. se il proiettile non si è
destabilizzato i margini saranno netti, mentre se si è destabilizzato
non si avrà un foro di uscita, bensì una lacerazione
tissutale di forma irregolare) ed ESTROFLESSI e potrebbe essere
più grande del calibro reale del proiettile (N.B. il foro è sempre più grande se
il proiettile si è deformato o se si è fortemente destabilizzato)
Aspetto esteriore del tramite
nei tessuti incontrati in caso di lesioni d'arma da fuoco al collo
Tipo di tessuto
|
Tramite
|
cute (1)
|
rotondo o ovoidale
|
sottocute (2)
|
cilindrico
|
muscoli (3)
|
crateriforme o fessurazione
|
fasce e aponeurosi (4)
|
rotondo o stellare o fessurato
|
vasi (5)
|
stellare o lineare
|
ossa spugnose (6)
|
cilindrico
|
LEGENDA
(1) = il tramite appare rotondo se l'impatto è
stato perpendicolare o ellittico quando l'impatto non è stato perpendicolare
(2) = il tramite appare rotondo (cilindrico) ma spesso è occluso
da estroflessioni di tessuto adiposo
(3) = il tramite appare ampio ed irregolare, e di forma crateriforme,
in caso di impatto perpendicolare, mentre l'aspetto esteriore si trasforma
in quello di fessura sottile in caso di impatto parallelo alle fibre
(4) = il tramite è stellare o rotondo (cilindrico) in caso di impatto
perpendicolare (N.B. il foro è minore del calibro effettivo del
proiettile), mentre diventa una fessura lineare in caso di impatto non
perpendicolare (N.B. i nervi e i tendini possono essere contusi, stirati,
recisi in tutto o in parte a seconda del tipo di impatto che si è
verificato)
(5) = il tramite appare lineare o stellare a seconda della velocità
del proiettile. Il primo caso è tipico dei proiettili per arma corta,
mentre il secondo è tipico dei proiettili per arma lunga o delle cartucce
per arma corta di tipo magnum o ad alta pressione. Rietrano in questa seconda
categoria anche i casi delle munizioni dei moderni fucili d'assalto
(6) = il tramite appare essere cilindrico con piccole fratture
radiali. Più la velocità di impatto è elevata e più
le fratture saranno estese In caso di impatto a bassa velocità il
proiettile può essere ritenuto dentro all'osso colpito
§3
- profili patologici
Come abbiamo visto in precedenza, la principale causa di morte
connessa ad una lesione d'arma da fuoco al collo è costituita
dalle lesioni vascolari. Le lesioni vascolari sono solitamente rappresentate
da :
- pseudoaneurisma (N.B.
solitamente
si verificano a carico della carotide o dell'arteria vetebrale)
- occlusioni vascolari (N.B.
in letteratura se ne indicano spesso a
carico dell'arteria vertebrale, della carotide interna ed esterna)
- fistola arteriovenosa (N.B.
ve ne sono molte a carico della carotide
o della giugulare)
Tutte queste lesioni sono solitamente considerate "
gravi", sia dalla letteratura specializzata,
sia a livello di pratica ospedaliera. Sono altresì considerate
gravi le lesioni c.d.
intimali
a carico di vasi quali l'arteria vertebrale, la carotide interna, la carotide
esterna e l'arteria succlavia. Talune fonti bibliografiche indicano
come "
gravi" ANCHE le lesioni
alle ramificazioni minori della carotide esterna, con specifico riferimento
agli spasmi od alle occlusioni. Viceversa, altre fonti non le considerano
tali. Detto questo, va specificato che spesso è necessario ricorrere
al legamento dei vasi che sono stati lesionati. Inoltre, TUTTI gli pseudoaneurismi
richiedono un'appropiata correzione chirurgica. Lo stesso discorso vale
per le fistole arteriovenose. Le occlusioni della carotide richiedono,
a loro volta, un'operazione di legatura.
-Esempio di una lesione letale al collo causata da una agente balistico.
In questo caso il proiettile , dopo essere penetrato con una traiettoria
pressochè frontale, si è arrestato a livello delle vertebre
cervicali determinando una lesione letale. Si noti che tutto questo è
avvenuto con una deformazione minima del proiettile -
§4 - valutazione degli
esiti radiogafici
Normalmente, in letteratura, gli esiti degli esami radiografici
(N.B.
importantissimi quando si deve
intervenire per curare le lesioni al collo da agente balistico)
vengono così valutati :
- un dislocamento del tessuto prevetebrale superiore ai 6mm
viene considerato anomalo (N.B.
il
riferimento è, ovviamente, alla zona delle vertebre cervicali)
- un frammento di un qualsiasi proiettile viene considerato
"
in prossimità" di un vaso
sanguigno quando è a meno di 20mm (2 cm) dal vaso stesso
Ciò detto, va precisato che un proiettile si dice frammentato
(
fragmented bullet) quando si
divide in due o più parti (N.B.
non importa se questi frammenti derivano dal
nucleo o dalla blindatura). Quando si parla di lesioni d'arma da
fuoco al collo, si distingue sempre tra soggetti CON lesioni vascolari
e soggetti SENZA lesioni vascolari. Premessa questa dicotomia, è
facilmente ravvisabile che :
- i soggetti con lesioni vascolari hanno una percentuale elevata
di dislocazione del tessuto prevertebrale (55 - 60% dei casi) rispetto
a quelli che sono privi di lesioni vascolari (20 - 25% dei casi)
- i soggetti con lesioni vascolari presentano spesso una lesione
causata da un proiettile frammentato (70 - 75% dei casi) rispetto a
quelli che sono privi di lesioni vascolari (50 - 55% dei casi)
- i soggetti con lesioni vascolari presentano spesso un proiettile
MOLTO vicino ad un grosso vaso (75 - 80% dei casi) rispetto a quelli
che sono privi di lesioni vascolari (55 - 60% dei casi)
- i soggetti con lesioni vascolari hanno spesso un enfisema
subcutaneo in prossimità del vaso lesionato (55 - 60% dei casi)
rispetto a quelli che sono privi di lesioni vascolari (20 - 25% dei casi)
- i soggetti con lesioni vascolari hanno una percentuale elevata
di sintomi clinici anomali (70 - 75% dei casi) rispetto a quelli che
sono privi di lesioni vascolari (30 - 35% dei casi)
- i soggetti con lesioni vascolari hanno una percentuale elevata
di ematomi stabili od in via di espansione (40 - 45% dei casi) rispetto
a quelli che sono privi di lesioni vascolari (15 - 20% dei casi)
- i soggetti con lesioni vascolari hanno frequenti problemi
di natura neurologica (N.B.
può
esserci una paralisi facciale, una disfunzione dei nervi cranici IX,
X e XI, ed un difficoltà di movimento degli arti superiori nel 55
- 60% dei casi) rispetto a quelli che sono privi di lesioni vascolari
(20 - 25% dei casi)
Gli esiti radiografici sono molto più utili degli eventuali
esami diagnostici dell'esofago. Spesso, infatti, accade che l'esofagogramma
dia risultati assolutamente normali e non evidenzi alcunchè di
anomalo !!
§5 - richiami di fisica utili per la comprensione del
problema : l'importanza della velocità di impatto degli agenti
balistici
E' parere comune nella letteratura medica mondiale, che la
gravità di una lesione d'arma da fuoco dipende dal
tipo di tessuto colpito e dalla capacità dell'agente balistico
di cedere energia (cinetica) al tessuto medesimo. La fisica ci insegna
che l'energia cinetica è espressa dall'equazione:
Ec = 1 / 2 x (m x v2)
In questa equazione,
Ec è l'energia cinetica
espressa in Joule,
m è la massa del proiettile espessa
in Kg (N.B.
si rammenta che la massa dei proiettili è comunemente
espessa in grammi, e che sarà necessario fare l'equivalenza tra
grammi e chilogrammi per ottenere un risultato matematicamente coerente,
ricordando che 1 Kg = 1000g e che 1g = 0,001 Kg), mentre
v è
la velocità del proiettile espressa in m/s. E' di palmare evidenza
che l'energia cinetica aumenta all'aumentare della massa o della velocità
e, più precisamente,
se la massa del proiettile raddoppia l'energia
cinetica raddoppia, mentre se la velocità del proiettile raddoppia
l'energia cinetica si quadruplica!! Questo, in termini molto semplici,
è il motivo per cui :
- le ferite causate dalle munizioni impiegate nei fucili
d'assalto adottati dalle FF.AA. di tutto il mondo sono particolarmente
pericolose ANCHE se adottano proiettili scarsamente deformabili
(N.B.
la velocità elevata supplisce alla mancanza di deformazione)
- le ferite causate da munizioni per arma corta
di tipo deformabile sono più gravi di quelle causate da munizioni
dello stesso tipo ma di tipo non deformabile (N.B. la capacità
di deformazione supplisce alla velocità ridotta)
§6 - analisi generale
I fenomeni emorragici acuti, spesso connessi a problemi respiratori,
sono la causa principale di morte in caso di lesioni d'arma da fuoco
al collo. La lesione può invariabilmente essere di tipo penetrante
(N.B.
più frequente con munizioni
impiegate convenzionalmente in ambito civile) o perforante (N.B.
più frequente con munizioni usate
in armi da guerra), ma è in ogni caso MOLTO pericolosa
e NON va mai sottovalutata !! I soggetti che subiscono simili lesioni
e che manifestano segni conclamati di emorragia acuta, ematomi in via di
espansione, probemi respiratori e generale stato di shock DEVONO essere
IMMEDIATAMENTE trattati per via chirurgica. Dal punto di vista della casistica,
le lesioni collocate in quala che è stata definita "
zona 1" sono le più PERICOLOSE,
poichè correlate ad una contemporanea lesione delle arterie
succlavia ed innominata che da luogo ad un'emoragia acuta molto rapida
e quasi sempre letale. Putroppo un esame fisico, da parte del chirurgo,
della
zona 1 (al pari della "
zona 3") è MOLTO difficile, per
cui è preferibile impiegare un'analisi angiografica della zona
interessata dalla lesione, a condizione (ovviamente !!) che il paziente
sia emodinamicamente stabile. Premesso questo va poi sottolineato che
l'esame fisico delle lesioni d'arma da fuoco al collo è oggetto
di accanite discussioni. Da un lato vi sono i sostenitori dell'analisi
necessaria, mentre dall'altro vi sono quelli che sostengono l'analisi
a campione. I sostenitori dell'analisi necessaria affermano che le ferite
d'arma da fuoco al collo spessso non hanno sintomi particolari e che fanno
apparire il paziente pressochè normale, mentre in realtà
sono estremamente gravi (N.B.
in letteratura
si citano casi si soggetti con gravi danni strutturali ai vasi del collo
che esteriormente apparivano pressochè normali, non manifestando
assolutamente sintomi come il polso debole, un ematoma in via di formazione
/ espansione o un'emorragia arteriosa palese !!). Per questo motivo
è SEMPRE necessario esplorare chirurgicamente ogni lesione d'arma
da fuoco al collo. Viceversa, i sostenitori dell'analisi a campione affermano
invece che l'analisi indiscriminata delle lesioni d'arma da fuoco al collo
è spesso inutile (N.B.
in letteratura
vi sono fonti che indicano come del tutto INUTILE l'esame chirurgico in
oltre il 60% dei casi !!) e che , talvolta, l'uso scorretto dell'ispezione
chirurgica è fonte di un'elevata percentuale di mortalità
che sarebbe del tutto evitabile. Probabilmente la verità
sta nel mezzo, nel senso che l'uso razionale e sistematico dell'esplorazione
chirurgica e delle metodologie diagnostiche non invasive (N.B.
in particolare dell'arteriografia o dell'angiografia,
possibilmente con l'impiego di specifici marcatori radiopachi che facilitano
l'individuazione delle lesioni e del relativo canale vulnerante)
potrebbe rappresentare la via migliore da seguire in presenza di lesioni
d'arma da fuoco al collo. E' risaputo che la sola ispezione chirurgica può
dare luogo a falsi risultati (N.B.
in
altre parole la lesione esiste, ma pur essendo anche grave spesso non viene
individuata dal chirurgo), così come l'impiego del mero strumento
angiografico (N.B.
sono documentati casi
di soggetti sottoposti ad angiografia o ad arteriografia che sembravano
avere lesioni non particolarmente gravi) .
§7 - osservazioni sulle diverse lesioni
Per una migliore comprensione del fenomeno può essere utile
soffermarsi sulle seguenti tipologie di lesioni :
- lesioni causate da munizioni per armi corte
- lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna rigata
- lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna liscia
segue - lesioni causate da munizioni per armi corte
Le lesioni causate da munizioni per armi corte sono
molto più FREQUENTI di quelle causate da munizioni per armi lunghe
(N.B. per lo meno in aree dove non sono in corso conflitti) ma, diversamente
da queste, sono molto MENO gravi. Parlando di lesioni causate da munizioni
per armi corte è importante distinguere tra :
- lesioni a contatto
- lesioni a bruciapelo
- lesioni a distanza breve
- lesioni a distanza intermedia
Le lesioni a contatto sono di gran lunga quelle con
la più elevata percentuale di mortalità. Di norma sono lesioni
di tipo perforante, salvo che non vi sia un impatto osseo, o che la velocità
di impatto sia molto bassa, o ancora che si verifichino fenomeni di ipostabilità
o di frammentazione intrabersaglio. I gas di egresso vengono proiettati
direttamente dentro al canale vulnerante, per cui si avrà un'amplificazione
del fenomeno cavitario temporaneo, con conseguente aumento dell'effetto
lesivo del proiettile. Le lesioni a bruciapelo sono, per convenzione,
quelle che vengono causate sparando da non oltre 10mm ma non a contatto diretto.
Similmente a prima, si tratta di lesioni tendenzialmente perforanti, salvo
che non vi sia un impatto osseo, o che la velocità di impatto sia
molto bassa, o ancora che si verifichino fenomeni di ipostabilità o
di frammentazione intrabersaglio. Diversamente dal caso delle lesioni a contatto,
i gas di egresso NON vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante,
per cui NON si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo.
Le lesioni a distanza breve sono quelle che vengono causate sparando
da 45 - 60cm di distanza. Diversamente da prima questo tipo di lesione si
configura come penetrante con maggior frequenza, anche se non mancano casi
di lesioni perforanti, come ad esempio avviene per :
- lesioni superificiali
- lesioni inferte da agenti balistici ad alta velocità
- lesioni inferte da agenti balistici scarsamente deformabili
Saranno invece tendenzialmente penetranti le lesioni in cui vi sia
un impatto osseo, o con velocità di impatto molto bassa, o ancora,
associate a fenomeni di ipostabilità o di frammentazione intrabersaglio.
Diversamente dal caso delle lesioni a contatto, i gas di egresso NON
vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per cui
NON si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo.
Infine, le lesioni a distanza intermedia sono quelle causate da
un agente balistico che è stato lanciato da una distanza superiore
a quella massima indicata dalla manualistica per le lesioni a distanza
breve (V. voce a se). Similmente a prima, questo tipo di lesione si configura
come penetrante con ancora maggior frequenza, anche se non mancano (N.B.
e la cosa è stata ben evidenziata dalla letteratura specializzata
!!) casi di lesioni perforanti, come ad esempio avviene per (N.B.
in pratica sono gli stessi casi che la letteratura individua per le lesioni
a distanza breve) :
- lesioni superificiali
- lesioni inferte da agenti balistici ad alta velocità
- lesioni inferte da agenti balistici scarsamente deformabili
Saranno invece tendenzialmente penetranti le lesioni in cui vi sia
un impatto osseo, o con velocità di impatto molto bassa, o ancora,
associate a fenomeni di ipostabilità o di frammentazione intrabersaglio.
Anche nel caso delle lesioni a distanza intermedia, i gas di egresso NON
vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON
si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo. Infine,
nel caso di lesioni a distanza intermedia i residui di sparo saranno molto
meno marcati rispetto ai casi precedenti .
ATTENZIONE !!
TUTTE LE LESIONI AL COLLO SONO LESIONI ESTREMAMENTE PERICOLOSE, ANCHE
SE CAUSATE DA MUNIZIONI DI PICCOLO CALIBRO PER ARMA CORTA. SE LA LESIONE
DOVESSE INTERESSARE STRUTTURE OSSEE, NERVOSE O VASCOLARI, ESSA SARA' QUASI
SEMPRE LETALE IN MANIERA IMMEDIATA !!
segue - lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna rigata
Le lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna rigata sono
molto MENO frequenti di quelle causate da munizioni per armi corte (N.B.
per lo meno in aree dove non sono in corso conflitti) ma, diversamente
da queste, sono MOLTO più gravi. Parlando di lesioni causate da
munizioni per armi lunghe a canna rigata è importante distinguere
tra :
- lesioni a contatto
- lesioni a bruciapelo
- lesioni a distanza breve
- lesioni a distanza intermedia
Le lesioni a contatto sono di gran lunga quelle con
la più elevata percentuale di mortalità. Sono essenzialmente
lesioni di tipo perforante, anche perchè, pur in caso di impatto
osseo o di fenomeni di ipostabilità o di frammentazione intrabersaglio,
la velocità è talmente elevata (e lo strato tissutale troppo
poco spesso) da non consentire una ritenzione dell'agente balistico (N.B.
sono però noti casi rarissimi di munizioni calibro .22LR sparati
da carabine che sono stati rinvenuti dentro ad una vertebra !!). I
gas di egresso vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante,
per cui si avrà un'amplificazione DEVASTANTE del fenomeno cavitario
temporaneo, con conseguente aumento dell'effetto lesivo del proiettile. Le
lesioni a bruciapelo sono, per convenzione, quelle che vengono causate
sparando da non oltre 10mm ma non a contatto diretto. A causa della distanza
ridottissima, similmente a prima, si tratta di lesioni tendenzialmente perforanti.
Diversamente dal caso delle lesioni a contatto, i gas di egresso NON vengono
proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà
un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo. Le lesioni a distanza
breve sono quelle che vengono causate sparando da 45 - 60cm di distanza.
La distanza è comunque tale per cui la velocità di impatto
può considerarsi pressochè analoga a quella alla bocca (N.B.
fondamenalmente perchè la perdita di velocità e minima, e
del tutto trascurabile !!), dunque la gravità della lesione sarà
MOLTO elevata. Sempre per questo motivo, la lesione sarà essenzialmente
di tipo perforante. Diversamente dal caso delle lesioni a contatto, i gas
di egresso NON vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante,
per cui NON si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo.
Infine, le lesioni a distanza intermedia sono quelle causate da un
agente balistico che è stato lanciato da una distanza superiore a
quella massima indicata dalla manualistica medico-legale per le lesioni a
distanza breve (V. voce a se). Similmente a prima, questo tipo di lesione
si configura come perforante, anche se non mancano casi di lesioni penetranti.
Anche nel caso delle lesioni a distanza intermedia, i gas di egresso NON
vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per cui NON
si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo. Infine,
nel caso di lesioni a distanza intermedia i residui di sparo saranno molto
meno marcati rispetto ai casi precedenti .
segue - lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna liscia
Le lesioni causate da munizioni per armi lunghe a
canna liscia sono molto MENO frequenti di quelle causate da munizioni per
armi corte ma, diversamente da queste, sono MOLTO più gravi. Parlando
di lesioni causate da munizioni per armi lunghe a canna rigata è
importante distinguere tra :
- lesioni a contatto
- lesioni a bruciapelo
- lesioni a distanza breve
- lesioni a distanza intermedia
Le lesioni a contatto sono di gran lunga quelle con
la più elevata percentuale di mortalità. Sono essenzialmente
lesioni di tipo perforante, a prescindere che vengano impiegate munizioni
a palla singola o di tipo spezzato poichè la velocità di
impatto è talmente elevata da non consentire alcuna ritenzione dell'agente
balistico. Ci sono due osservazioni molto importanti da fare sotto il profilo
patologico. La prima è che i gas di egresso vengono proiettati direttamente
dentro al canale vulnerante, per cui si avrà un'amplificazione DEVASTANTE
del fenomeno cavitario temporaneo, con conseguente aumento dell'effetto
lesivo del proiettile. La seconda è che, impiegando munizioni di
tipo spezzato, si manifesta il c.d. "effetto ablativo", per cui ampi
strati di tessuto vengono letteralmente asportati dalla loro sede naturale.
Le lesioni a bruciapelo sono, per convenzione, quelle che vengono
causate sparando da non oltre 10mm ma non a contatto diretto. A causa della
distanza ridottissima, similmente a prima, si tratta di lesioni tendenzialmente
perforanti. Diversamente dal caso delle lesioni a contatto, i gas di egresso
NON vengono proiettati direttamente dentro al canale vulnerante, per cui
NON si avrà un'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo.
Nel caso specifico dell'impiego di munizioni di tipo spezzato, anche in
questo caso si manifesterà il fenomeno ablativo di cui si è
parlato in precedenza. Le lesioni a distanza breve sono quelle che
vengono causate sparando da 45 - 60cm di distanza. La distanza è comunque
tale per cui la velocità di impatto può considerarsi
pressochè analoga a quella alla bocca (N.B. fondamenalmente perchè
la perdita di velocità e minima, e del tutto trascurabile, e questo
si nota soprattutto con le munizioni a palla singola !!), dunque la gravità
della lesione sarà MOLTO elevata. Sempre per questo motivo, la lesione
sarà essenzialmente di tipo perforante. Diversamente dal caso delle
lesioni a contatto, i gas di egresso NON vengono proiettati direttamente
dentro al canale vulnerante, per cui NON si avrà un'amplificazione
del fenomeno cavitario temporaneo. Se vengono impiegate munizioni di tipo
spezzato comincerà a manifestarsi il fenomeno della c.d. "apertura
della rosa", il quale sarà amplificato :
- se vengono impiegate borre di tipo tradizionale e non del tipo "a
bicchierino"
- se non vengono impiegati strozzatori
Inoltre, se vengono impiegate munizioni a palla singola tendono a gnerarsi
lesioni perforanti, mentre se se vengono impiegate munizioni di tipo spezzato
si può assistere alal ritenzione di uno o più agenti balistici
(pallini / pallettoni). Infine, le lesioni a distanza intermedia sono
quelle causate da un agente balistico che è stato lanciato da una
distanza superiore a quella massima indicata dalla manualistica medico-legale
per le lesioni a distanza breve (V. voce a se). Similmente a prima, questo
tipo di lesione si configura come perforante se viene usata una munizione
a palla singola, anche se non mancano casi di lesioni penetranti in caso
di munizioni di tipo spezzato. Anche nel caso delle lesioni a distanza intermedia,
i gas di egresso NON vengono proiettati direttamente dentro al canale
vulnerante, per cui NON si avrà un'amplificazione del fenomeno
cavitario temporaneo. Infine, nel caso di lesioni a distanza intermedia
i residui di sparo saranno molto meno marcati rispetto ai casi precedenti
.
§8 - conclusioni finali
I sintomi quali il deficit neurologico, il polso debole (o
assente), un ematoma in via di espansione che la manualistica indicano
come connessi ad una lesione vascolare al collo sono, nella realtà,
spesso assenti. L'individuazione radiografica di dislocazioni del tessuto
prevetebrale o di frammenti metallici può aiutare ad individuare
le lesioni vascolari derivanti dal passaggio di un agente balistico (N.B. in realtà questi elementi sono non specifici,
perchè sono spesso presenti anche in soggetti con lesioni d'arma
da fuoco al collo che non presentano lesioni vascolari !!). Per
il chirurgo è altresì MOLTO importante conoscere il tipo
di agente balistico che ha originato la lesione !! Se l'agente balistico
è del tipo "a bassa velocità",
solitamente la lesione è relativamente "piccola", nel senso che interessa un
volume modesto ed è localizzata nelle immediate vicinanze del
canale vulnerante. Non si può non segnalare che esistono delle
eccezioni importanti sotto questo aspetto. La manualistica più
competente è solita citare le cartucce per arma corta c.d. "magnum", come il .357 Magnum con palla da 8 GRAMMI (125grs.),
il quale è noto fin dalla sua comparsa (1935) per l'elevata
letalità delle sue ferite. Altre cartucce di tipo magnum altrettanto
note nella manualistica sono il .44 Magnum, il .41 Magnum. Afferenti
alla stessa famiglia, pur se di creazione più recente, sono cartucce
quali il .50 AE, il .480 Ruger, il .454 Casull o il 500 S&W. Sempre
rimanendo nel campo delle armi corte, non meno pericolose del .357 Magnum
sono le cartucce c.d. "ad alta pressione",
fra le quali la più famosa è senza dubbio quella in calibro
9x19mm con palla da 7,5 GRAMMI (115grs.). Sia il .357 che il 9mm "ad alta pressione" vengono spinti a
ben oltre 400 m/s (N.B. la velocità
deriva dalla lunghezza dell canna dell'arma, poichè più la
canna è lunga e più il proiettile viene accelerato a velocità
via via più elevate, ma in linea di massima si può dire
che il .357 Magnum viaggia a circa 440 - 450 m/s mentre il 9x19 +P+
possiede velocità comprese tra i 410 ed i 420 m/s) ed
all'impatto causano non solo il fenomeno cavitario permanente (permanent crush cavity), ma anche il
fenomeno cavitario temporaneo (temporary
stretch cavity), rendendo così le loro lesioni ben più
gravi del normale. Se la ferita deriva da un agente balistico del tipo
"ad alta velocità",
il fenomeno cavitario temporaneo assume una portata MOLTIO più
ampia di quella che normalmente caratterizza le lesioni associate agli
agenti balistici a bassa velocità. Fatte queste precisazioni, ci
sono due dettagli molto importanti da sottolineare :
- Il calibro del proiettile
NON è fondamentale nel determinare la gravità della lesione
= contrariamente a quanto alcuni sono portati a credere, il diametro
INIZIALE di un proiettile NON è assolutamente determinante
per stabilire la gravità di una lesione. Viceversa, è molto
più importante il diametro FINALE del proiettile, poichè
più il proiettile si deforma e più è in grado di trasferire
energia cinetica sui tessuti (N.B. il trasferimento
di energia cinetica sui tessuti è la chiave del meccanismo lesivo
del proiettile). Detto questo, occorre precisare che in letteratura
sono noti migliaia di casi di decessi causati da un solo colpo di calibro
.22 Long Rifle al collo, cioè di un proiettile il cui diametro
è di SOLI 5,56mm !! Il calibro del proiettile calibro .22 LR è
veramente esiguo, ma a prescindere che si deformi o meno in seguito all'impatto
(N.B. nella manualistica più competente
sono noti casi in cui il proiettile si è deformato, a volte
anche frammentandosi, così come sono noti casi in cui il proiettile
è rimasto pressochè intatto), gli effetti, in caso
di lesioni al collo, sono quasi sempre letali se non c'è un rapido
intervento medico . Inoltre, anche se un proiettile non si deforma nel
senso proprio del termine, ciò non significa che non possa causare
lesioni molto gravi. Ci sono infatti proiettili che in seguito all'impatto
si spezzano (ad esempio il 5,56x45mm NATO) oppure che si
ribaltano lungo l'asse longitudinale (ad esempio il 7,62x39 sovietico),
i quali sono noti per l'estrema gravità delle lesioni che sono in
grado di causare. Non bisogna poi dimenticare il fenomeno della formazione
dei c.d. "frammenti secondari"
(secondary missiles). Ad esempio,
la cartuccia calibro .357 Magnum è nota per la sua capacità
di generare frammenti secondari, cosa che la qualifica come una cartuccia
dotata di una elevata capacità lesiva. Alcune cartucce calibro .357
Magnum si espandono solamente, mentre altre prima si esaendono e poi si
frammentano in grossi pezzi. Alcuni individui pensano che se il proiettile
si frammenta sia meno pericoloso rispetto ad un proiettile che si espande
senza frammentarsi, ma in realtà le cose non stanno così
!! La presenza di frammenti secondari in qualsisi distretto corporeo,
ed in particolare nel collo, produce ferite la cui gravità NON
deve MAI essere sottovalutata
- La deformazione del proiettile
NON è fondamentale nel determinare la gravità della
lesione = in linea di massima, la deformazione di un agente
balistico, o meglio la rapidità (velocità) con cui l'agente
balistico si deforma in seguito all'impatto, è ESSENZIALE nel
determinare la gravità della lesione. Tuttavia, sono ben noti
casi in cui l'agente balistico è in grado produrre lesioni letali
pur non deformandosi. Ad esempio, in letteratura è noto il caso
del 7,62x51mm NATO o del 7,62x39mm ex-sovietico, i quali non si deformano,
ma che si ribaltano lungo il proprio asse longitudinale (N.B. una sola volta nel caso del 7,62 NATO e fino
a due volte nel caso del 7,62 ex-sovietico), dando così
origine ad una lesione particolamente grave. Venendo al settore dei proiettili
per arma corta, esistono alcuni proiettili denominati "proiettili monostrutturati" (solid point bullets, altresì detti
monolithic bullets), i quali
pur NON deformandosi nella maniera più assoluta (N.B. il diametro pre-impatto è del tuto identico
al diametro post-impatto !!), sono noti per la loro capacità
di produrre lesioni estremamente gravi (N.B. la loro capacità lesiva deriva dal fatto
che pur avendo una massa ridottissima, possono essere accelerati fino
a oltre 700 m/s)
§8 - bibliografia
Di estremo interesse può essere la consultazione delle
seguenti fonti bibliografiche costituite da articoli (comparsi per
lo più su riviste mediche internazionali ), da atti di convegni
medici internazionali o da manuali istituzionali ad uso post-universitario
(della Facoltà di Medicina e Chirurgia):
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- Coldwell / Fackler / Hollerman / Ben-Menachem, Gunshot
wounds : 1 - bullets, ballistics and mechanism of injury, American
Journal of Roentgenology, 1990, vol. 155, pp. 685 - 690
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wounds : 2 - radiology, American Journal of Roentgenology, 1990,
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- Demetriades / Vandenbossche / Ritz / Goodman / Kowalszik,
Nonterapeutic operations for penetrating trauma : early morbidity
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