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SVILUPPO STORICO DELLA MORFOLOGIA DELLE CAVITA'  APICALI NEI PROIETTILI AD ALTERAZIONE STRUTTURALE PER ARMA CORTA


1 - Aspetti generali


Contrariamente a quanto molti profani possono pensare, realizzare CONCRETAMENTE un proiettile ad alterazione strutturale realmente efficiente NON è una cosa poi così semplice. Non si tratta, in altre parole, di "...fare un semplice buco in cima ad un palla...", ma di qualcosa di molto più complesso che, spesso, richiede anni di prove e di sperimentazioni!! Tutto parte da un accurato studio teorico del problema, al quale il progettista (rectius, lo staff dei progettisti) deve dare una risposta il più concreta e realistica possibile. Senza complicare oltre una questione che già di per sè è estremamente complessa, in questa sede si può dire che il funzionamento della palla ad alterazione strutturale viene analizzato, in senso lato, nel contesto della teoria generale degli urti anaelastici. In secondo luogo, tutto quanto avviene DENTRO la cavità apicale quando il proiettile impatta con il suo bersaglio, verrà analizzato nell'ambito della dinamica dei fluidi. Premesso ciò, il progettista deve iniziare il proprio studio da una serie di parametri fondamentali che possono essere così sintetizzati:


- profilo esterno della palla
- materiali impiegati (per il nucleo e per la blindatura)
- rigidità strutturale
- velocità alla bocca
- forma della cavità apicale


Iniziando con il profilo esterno della palla, esso muterà a seconda del settore di impiego e della tipologia di arma. Relativamente al SETTORE di impiego, se si desidera maggiore penetrazione verrà scelto un proFilo più arrotondato, mentre se si desidera minore penetrazione si opterà per un profilo di tipo tronco conico (più o meno allungato). Relativamente al TIPO DI ARMA,  mentre il revolver "...è più tollerante..." sotto questo aspetto, la pistola semiautomatica richiede profili specifici per massmizzare la facilità di alimentazione (e quindi per ridurre al minimo gli inceppamenti !!). Contrariamente a quanto si è soliti credere, non è assolutamente vero che "...il revolver non si inceppa mai e che la semiautomatica si inceppa sempre...", poichè se il profilo della palla è corretto, gli inceppamenti di un'arma semiautomatica sono di fatto inesistenti (N.B. non bisogna dare la colpa degli inceppamenti ad una pistola semiautomatica se si usano stupidamente cartucce sottocaricate !!). Passando ai materiali impiegati, occorre vedere se si desidera dare più o meno resistenza strutturale alla palla. Una blindatura in Rame 90/10 sarà chiaramente MENO resistente di una in Rame 72/28 (o CuZn28 che dir si voglia), per cui un proiettile del primo tipo viaggerà a velocità meno sostenute del secondo e, quindi, avrà una soglia di espansione più bassa (V. voce a se ).  Ancora, se si impiega un nucleo in Piombo puro sarà necessaria una velocità alla bocca minore (per fare funzionare correttamente il proiettile) rispetto a quella che sarebbe necessaria per una palle con nucleo in Piombo con l'1% di Antimonio. Venendo alla RIGIDITA' STRUTTURALE, essa dipende direttamente dai seguenti elementi:


- spessore  della blindatura (N.B. più è spessa e meno la palla si espande SALVO che non si aumenti di molto la velocità alla bocca o on si riduca la soglia di espansione con un artificio meccanico)
- materiale impiegato per la blindatura (N.B. più aumenta la percentuale di Zinco è più aumenta la durezza della blindatura, per cui il proiettile tenderà ad espandersi in modo ridotto)
- materiale impiegato per la realizzazione del nucleo (N.B. più aumenta la percentuale di Antimonio e più si riduce il diametro finale e, quindi, la capacità di espansione del proiettile)
- eventuale presenza di elementi di vincolo tra nucleo e blindatura (N.B. un elemento di vincolo tra nucleo e blindatura, come ad esempio il classico solco di ritegno, specie se fortemente introflesso, più limitare in tutto o in parte la capacità di epsansione della palla)


TAVOLA DEI CARICHI DI ROTTURA DEI PRINCIPALI MATERIALI IMPIEGATI PER LA PRODUZIONE DEI PROIETTILI MODERNI


Materiale
Carico di rottura
piombo
45 N/mm2
rame
220 N/mm2
ottone
600 N/mm2
ferro
660 N/ mm2



                                                                            LEGENDA

- Materiale = indica il tipo di materiale impiegato
- Carico di rottura = indica il valore del carico di rottura del singolo materiale indicato nella colonna a sinistra in N/mm2 (Newton su millimetri quadrati)



Per quanto riguarda la FORMA della cavità apicale, essa è senza dubbio il più importante di tutti i parametri di cui il il progettista DEVE tenere conto. Più precisamente, la sua profondità ed il suo diametro frontale sono elementi decisivi per stabilire:


- lo spessore blindatura e la sua composizione chimica
- la composizione chimica del nucleo


La forma della cavità apicale è altresì importantisima al fine di determinare il diametro finale della palla. In altre parole, essa è "...l'ago della bilancia che determina, in modo decisivo, l'effetto terminale...", vale a dire come l'energia cinetica viene trasmessa al bersaglio. Sarà poi compito del progettista individuare l'esatta profondità della cavità apicale o, più precisamente, il rapporto tra  profondità e diametro (frontale) della stessa. Non deve essere dimenticato che:


- più la cavità è profonda e più è elevato il diametro finale
- più la cavità è profonda e più il proiettile è "lento" nell'espandersi completamente


Premesse queste brevi note di carattere tecnico, passiamo ora ad analizzare più nel dettaglio le principali tipologie di cavità apicali attualmente esistenti.


2 - La cavità più "antica": la cavità ad "I"


La cavità ad "I" è  la cavità apicale più vecchia tra quelle attualmente in circolazione. Il nome deriva dal fatto che si tratta di un semplice foro di forma cilindrica che ricorda la lettera "I". L'idea che sta alla base di questa cavità è quella di rendere più  facile la deformazione di un proiettile tramite una lieve modifica della sua parte apicale e, quindi, massimizzare il trasferimento di energia cinetica sul bersaglio. Originariamente venne  adottata nelle munizioni per revolver e, dopo breve tempo,  venne traslata anche alle munizioni per armi semiautomatiche. Anche se in astratto l'idea è buona, in realtà essa presenta alcuni difetti. In primo luogo non si adatta ai comuni proiettili ad alterazione strutturale, ma richiede esplicitamente delle palle in Piombo (preferibilmente puro). In presenza di una blindatura, anche sottile, la capacità di espansione sarebbe drasticamente ridotta, SALVO che non sia possibile lanciare la palla a velocità ampiamente supersonica. Questo è dovuto al fatto che la forma di questa cavità è INADATTA a sviluppare una forza radiale (rectius, pressione) di entità tale da iniziare e CONCLUDERE positivamente l'espansione. Un altro difetto è che deve essere MOLTO profonda (circa i 3/4 della lunghezza della palla e, ad ogni modo, NON meno della metà) per dare risultati di qualche rilievo sotto il profilo terminale, dal momento che le cavità apicali (ad "I") di scarsa profondità (e quindi di scarso volume) sono INIDONEE a determinare una rilevante espansione alle velocità dei comuni proiettili per arma corta (N.B. anche se le velocità fossero supersoniche i risultati non cambierebbero di molto!!). Un ulteriore difetto è poi costituito dal fatto che potrebbe risultare occlusa, e quindi non funzionerebbe, se dovesse essere sparata contro dei vestiti spessi e robusti. A causa di questi difetti pratici, la cavità ad "I" è stata SOSTITUITA, dalle principali aziende produttrici di munizioni (a livello mondiale), dalla ben più EFFICIENTE cavità ad "Y" (V. voce a se). Questa politica commerciale "...di sostituzione della cavità.." è stata adottata tutte le volte in cui, per il fabbricante, non sia possibile lavorare:


- a velocità elevate
- con blindature sottilissime (con ampi e profondi intagli di preframmentazione) o, meglio, senza blindature


In tempi abbastanza RECENTI essa ha cominciato a trovare applicazione anche con riferimento alle munizioni per arma LUNGA. Un esempio importante in tal è rappresentato delle Barnes modello "X-bullet". Trattasi di proiettili in Rame a struttura omogenea (V. voce a se) destinati ad applicazioni eminentemente venatorie.  Chiaramente, a causa delle elevate velocità alla bocca tipiche di questi proiettili il problema di  un loro efficace funzionamento non si pone minimanente. In un proiettile di tipo "X-bullet" che viaggia (supponiamo) a circa 800 m/s è in grado di determinare un vastissimo effetto terminale sul proprio bersaglio ANCHE se ha una cavità apicale ad "I" profonda meno della metà della sua lunghezza complessiva. Chiaramente i diversi livelli di velocità sussistenti tra munizioni per arma corta e munizioni per arma lunga faranno  la differenza a livello balistico terminale. Ad ogni modo, nelle munizioni per arma lunga questo tipo di cavità resta, attualmente, fortemente sconsigliata.


3 - La cavità"intermedia": la cavità a "V"


La cavità a "V" è un tipo di cavità apicale che è comparsa per la prima volta agli inizi degli anni '60 del XX secolo e che ha goduto di una certa diffusione fin verso la fine degli anni '70 dello stesso periodo storico. Essa è nata come risposta commerciale, da parte di alcuni fabbricanti, alla cavità a "I", già in uso da molto tempo prima. Più precisamente, essa è stata concepita come cavità da utilizzare in maniera ESCLUSIVA nelle munizioni per pistole semiautomatiche. Al fine di limitare al massimo la possibilità di inceppamenti, i produttori di questo tipo di munizioni dovevano lavorare con  palle che necessariamente erano:


- di tipo totalmente blindato
- di profilo tronco conico (possibilmente molto allungato)


Per cercare di utilizzare  invaribilmente palle di tipo tronco conico al pari di quelle di tipo arrotondato, alcuni fabbricanti risolsero il problema (a loro esclusivo modo di vedere!!) introducendo la cavità a "V" . Questa cavità dava loro la possibilità di realizzare ogive molto "allungate", e quindi di facilitare comunque l'alimentazione, a  prescindere  che il profilo della palla fosse più o meno squadrato. In realtà, quello che quasi tutti i fabbricanti NON avevano debitamente considerato, era la necessità di rapportare correttamente la forma della cavità apicale al valore della soglia di espansione del proiettile che avevano prodotto! In altre parole, tutti sanno (o dovrebbero sapere) che fin verso la metà degli anni '90 del XX secolo, la soglia di espansione (V.voce a se) dei proiettili ad alterazione strutturale oscillava tra i 300 ed i 370 m/s, mentre questi proiettili dotati di cavità a "V" avevano una velocità alla bocca pari o addirittura INFERIORE a quella della soglia di espansione!! Naturalmente funzionavano poco e male o, nel peggiore dei casi, addirittura NON funzionavano per niente. Ci vollero anni perchè i vari fabbricanti si rendessero conto dell'errore, ma alla fine le cose, anche se molto lentamente, si aggiustarono !! Oggi la cavità a "V" ha un campo applicativo estremamente ridotto rispetto al passato e, in generale, si può dire che nessun fabbricante utilizza più questa cavità "...in maniera indiscriminata..." come avveniva in molti anni fa !! Più precisamente, si può dire che nessuno la usa più per le munizioni destinate  alle pistole semiautomatiche, bensì la utilizza in maniera ESCLUSIVA per le munizioni di tipo MAGNUM, a prescindere che vengano poi utilizzate in armi corte o lunghe. Si tratta, in tutti i casi, di munizioni semiblindate a punta cava (SJHP style bullet), a prescindere che il profilo sia tronco-conico od arrotondato, e che siano o meno presenti gli intagli di preframmentazione. A velocità superiori ai 440 +/- 5 m/s (cioè alle velocità tipiche di un .357 Magnum, a "bassa potenza", con palla da 125 grs. ), questa palla non solo si espande regolarmente, ma spesso si frantuma anche in grossi frammenti (secondary missiles) dotati di efficacia letale sui bersagli biologici. Anche qualora dovesse essere lanciata contro vestiti spessi e robusti, questo tipo di palla si espande con sorprendente regolarità, tant'è vero che tutte le munizioni della linea "Hi-power" prodotte dalla Federal sono realizzate adottando proprio questa morfologia di palla (V. le munizioni in calibro .357, .41 e .44 Magnum  della predetta linea). Queste munizioni sono in grado di dare ottimi risultati sia se utilizzate in un revolver, sia se utilizzate in una (più rara) pistola semiautomatica (V. ad esempio "...la mitica Desert Eagle..." realizzata dalla IMI e commercializzata dalla Magnum Research). Un altro caso in cui la cavità a "V" da interessanti risultati è quello delle Triton modello "Quik-Shok". C'è però da dire che in questo caso i risultati terminali sono rilevanti non solo perchè (spesso) il fabbricante (N.B.si tratta della Triton Cartridges, licenzitaria di uno degli innumerevoli brevetti di Tom Burczynski) lavora a velocità ampiamente supersoniche, ma anche perchè utilizza un nucleo con struttura pre-indebolita in Piombo puro.  Un altro caso di estremo rilievo progettuale è quello delle PMC-El Dorado modello "Starfire", che però adotta una speciale cavità a "V", fra l'altro molto lunga, denominata tecnicamente "cavità a V multipla". Questa speciale cavità a "V"ha la caratteristica di ridurre la soglia di espansione in maniera considerevole, permettendo così al proiettile di funzionare in maniera eccellente sui simulatori tissutali così come sui tessuti biologici. Al di fuori degli esempi testè citati, la cavità a "V" da PESSIMI risultati a prescindere che venga utilizzata la variante "corta" (cioè quando è meno della metà della lunghezza complessiva della palla) o "lunga".(cioè quando è oltre la metà della lunghezza complessiva della palla). Un caso emblematico in tal senso è rappresentato dal proiettile Lapua modello "Mega-Shock", di I e II generazione, di cui si è dato ampio conto nel testo "Breve guida alle munizioni non convenzionali" (I edizione). Questo tipo di palla ha una piccola cavità apicale a "V" la quale, unita al fatto che la blindatura è realizzata in lega CuZn28 (molto spessa) e che il nucleo è realizzato in Piombo con una percentuale di Antimonio superiore alla media, non riesce praticamente a funzionare a prescindere che venga impiegata nei calibri 9x19mm, 9x21mm, 9mmTSW, 9x23, .38SA e .357SIG!! L'altra variante, quella in calibro .38/.357, da risultati ancora più deludenti. Ad onore del vero va detto che i MATERIALI utilizzati dalla Lapua sono tutti buoni, e che il problema si risolverebbe molto semplicemente con due lievi modifiche costruttive, quali:


- passare da una cavità a "V" di tipo "corto" ad una di tipo "lungo", profonda circa 3/4 della lunghezza totale della palla
- realizzare dei profondi intagli di preframmentazione


Verifiche tecniche effettuate a più riprese dal GRURIFRASCA, così come da numerosi altri analisti indipendenti, hanno messo in evidenza come attraverso queste due semplici modifiche il comportamento della palla muti in modo impressionante in senso positivo!!

           
                     

- Ilustrazione ravvicinata delle palle LAPUA tipo MEGASHOCK della prima generazione considerate singolarmente (a Sx) e nella rispettiva confezione (a Dx). Sono molto evidenti l'introflessione anulare di ritegno della blindatura, i sei intagli di preframmentazione scarsamente profondi, nonchè la cavità apicale non correttamente dimensionata -

                     

- Illustrazione ravvicinata di palle LAPUA di tipo  MEGASHOCK (della prima generazione) modificate come suggerito in queste note e recuperate dopo l'impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata e condizionata termicamente per 48 ore. E' di palmare evidenza il mutamento di comportamento terminale direttamente correlato all'operazione di correzione delle imperfezioni progettuali proprie di questo proiettile -
 

               

- Una visione di un blocco di gelatina balistica calibrata l 10% che permette di evidenziare la cavità permanente e quella temporanea generate da un proiettile per ama corta del tipo a rilascio intermedio di energia cinetica. Nel caso specifico, è stato impiegato un Lapua "MS" debitamente modificato come indicato in precedenza. Una cavità permanente di buon volume unita ad una cavità temporanea di forma ovoidale, come quelle evidenziate in questa immagine, sono caratteri essenziali per un proiettile destinato ad essere impiegato dalle FF.PP. -


                                                      

- Il proiettile che ha generato il profilo lesivo complessivo illustrato nell'immagine precedente (N.B. si tratta di un Lapua MS di II generazione, debitamente modificato per eliminare le sue imperfezioni geometriche). La sua conformazione dopo essere stato estratto dal blocco di gelatina balistica è ottimale per un proiettile destinato ad essere impiegato dalle FF.PP. -


           

- A Sx, due proiettili Norma n°69021 in condizione normale (a Sx) e modificata (a Dx). A Dx, un proiettile Norma n°69021 di tipo NORMALE (Sx) accanto ad uno dello stesso tipo così come appare dopo essere stato estratto dalla gelatina balistica (Dx) -

                                                 

- Sopra, un proiettile Norma n°69021 calibro 9mm di tipo MODIFICATO (Sx) accanto ad uno dello stesso tipo così come appare dopo essere stato estratto dalla gelatina balistica (Sx) dopo essere stato sparato con un Beretta M-98 : la differenza con quello di tipo "normale" è evidente  -


4 - La cavità più diffusa ed efficiente: la cavità ad "Y"


La cavità apicale attualmente più DIFFUSA è senza alcun dubbio la cavità a "Y". Il suo nome deriva, come può agevolmente comprendersi, dal fatto che la sua sezione ricorda la vista di una lettera "Y". Si tratta di un ibrido, o meglio dell'unione sinergica ed efficiente, tra la cavità a "V" e quella ad "I", che storicamente è stata realizzata dalla Federal Cartridges Corporation. Lo studio di fattiblità risale agli inizi degli anni '60 del XX secolo, ma il battesimo del fuoco si ebbe SOLO nel 1967, quando il Corpo di Polizia dello Stato dell'Illinois (Illinois State Police o, più brevemente, ISP) la adottò ufficialmente come munizione per i propri agenti, che erano appena passati dal revolver alla "nuova" pistola semiautomatica (in calibro 9x19mm) prodotta dalla Smith & Wesson. I più esperti ricorderanno senza dubbio che la prima applicazione pratica della "nuova" cavtà ad "Y" si ebbe con riferimento alla famiglia di munizioni denominata "BP", una  "nuova" famiglia di munizioni che la Federal aveva creato appositamente per le Forze di Polizia statunitensi. Di questa famiglia facevano parte la "BP - standard", un cartuccia con palla da 115grs. tipo JHP a pressione standard, e la celeberrima "BP-LE" ad alta pressione (una cartuccia con palla da 115grs. di tipo JHP ma ad alta pressione a differenza della prima!!). Ampiamente più distruttiva di un .357 Magnum con palla da 110grs. di tipo JHP  (e seconda SOLO al .357 Magnum con palla da 125grs. di tipo JHP come volumi delle cavità temporanea e permanente), entro pochi anni, la Federal "BP-LE" si  qualificò come "...una delle cartucce più distruttive mai prodotte dall'uomo..."ed oggi, ad oltre 30 anni di distanza dalla sua comparsa, si è guadagnata una fama destinata a durare ancora a lungo nel tempo !! L'intelligente applicazione della cavità ad "Y" permise alla Federal di risolvere un gran numero di problemi che caratterizzavano invariabilmente le "vecchie" cartucce per pistola semiautomatica. Detto in altre parole, la cavità ad "Y":


- accelera l'espansione
- espelle o devia eventuali detriti che dovessero tentare di occluderla
- permette ai tecnici di lavorare, indifferentemente, con ogni tipo di profilo esterno
- massimizza il diametro finale a prescindere dal calibro
- riduce la soglia di espansione, specie se usata con palle di Piombo puro (V. il caso delle Federal "Nyclad")
- può essere usata indistinamente per realizzare palle a rilascio medio-alto (pur senza sconfinare nella categoria del rilascio accelerato), medio o medio-basso (pur senza sconfinare nella categoria  del rilascio ritardato) di energia cinetica sul bersaglio
- amplifica l'effetto cavitario temporaneo
- può essere usata per originare frammenti di grosse dimensioni (che creano ferite pluri-tramite)


Nata originariamente come cavità "esclusiva" per le munizioni per pistola semiautomatica, la cavità ad "Y" non solo è oggi adottata da TUTTI i principali fabbricanti mondiali di munizioni (o in forma normale o in una delle sue numerose variazioni), ma si è diffusa al punto tale da trovare applicazione anche alle munizioni per revolver. Allo stato attuale si può dire che non esiste nessun fabbricante "...di grido..." a livello mondiale che non abbia, nel proprio catalogo, almeno UNA palla ad alterazione strutturale con una cavità ad "Y"!!

 
   

- A Sx, due ricariche sperimentali in calibro 9x21mm assemblate usando 8,0grs. di SP-2 (oppure 7,4grs. di SIPE-N) accesi da inneschi CCI-500 con una OAL di 29,50mm (ATTENZIONE !! si tratta di una ricarica sperimentale, assolutamente destinata alla difesa personale che va raggiunta per gradi !!). Le palle sono le rarissime Winchester "JHP Standard", cioè le stesse impiegate dalla famosa azienda americana per realizzare la famosa linea di munizioni denominata "Serie-Q". A Dx, due ricariche sperimentali in calibro 9x21mm assemblate usando 8,0grs. di SP-2 (oppure 7,4grs. di SIPE-N) accesi da inneschi CCI-500 con una OAL di 29,50mm
(ATTENZIONE !! si tratta di una ricarica sperimentale, assolutamente destinata alla difesa personale che va raggiunta per gradi !!). Le palle sono le altrettanto rare (per noi italiani)  Nosler "JHP" -

      

- A Sx, due palle Nosler calibro 9mm del tipo "JHP" viste prima (a Dx) e dopo (a Sx) avere impattato con un blocco di gelatina balistica calibrata posto a 5m di distanza. Per la prova si sono usati i componenti indicati in precedenza. Un tempo praticamente inesistenti fuori dagli USA, queste palle sono oggi facilmente repribili sul territorio nazionale tramite le armerie più fornite, oppure tramite la MIDWAY ITALIA (N.B. visitate il sito web www.midwayitalia.com per ulteriori informazioni in merito).
A Dx, due palle Winchester calibro 9mm del tipo "JHP Standard" viste prima e dopo l'impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata posto a 5m di distanza. Un tempo estremamente rare da trovare, sono oggi facilmente reperibili anche nel nostro Paese tramite la MIDWAY ITALIA -

 
    

- A Sx, vista frontale di una palla Lapua "MS" calibro 9mm da 123grs. di peso, dopo essere stata sparata da una CZ SP-01 contro una blocco di gelatina balistica calibrata e condizionata posto a 5m di distanza. La palla appartiene a quella che nelle fonti bibliografiche è nota come "II generazione". A Dx, la stessa palla di prima vista accanto ad una ricarica sperimentale in calibro 9x21mm PRIMA di essere testata. Come appaare ben evidente, la palla è stata modificata per ovviare a quei difetti costruttivi descritti in precedenza, che ne impediscono un adeguato funzionamento. La ricarica è basata su 7,4grs. di SIPE-N (o in alternativa 6,8grs.di S4-N) accesi da inneschi CCI-500 con una OAL di 29,50mm -



      

- A Sx, una confezione di cartucce GFL tipo "Black Mamba" di recente produzione. A Dx, vista frontale e laterale di due cartucce GFL modello "Black Mamba". In questo caso il calibro è il 9x21. Nonstante quello che è stato affermato da più parti, queste munizioni NON hanno nessuna cavità apicale e si comportano in maniera del tutto AFFINE ad una convenzionale palla di tipo indeformabile di analogo PESO e CALIBRO. Sarebbe stato preferibile se la velocità alla bocca fosse stata maggiore (usando un propellente più "mirato") e se la palla fosse stata strutturalmente più debole (usando ad esempio una crociatura). Tutto questo, ovviamente, non esclude che questa cartuccia possa uccidere con estrema facilità -


    

- A Sx, vista multipla della palla impiegata dalla GFL per l'assemblaggio delle sue "Black Mamba". ADx, una cartuccia GFL calibro 9x21mm del tipo "Black Mamba", disassemblata nei suoi componenti di base. La cartuccia contiene circa 5,0grs, di polvere lamellare di natura ignota ma apparentemente simile alla notissima S4-N. La base e la punta leggermente concave NON ne fanno in alcun modo un proiettile ad alterazione strutturale -


5 - La cavità a "U" ed altre forme di cavità c.d. curvilinee


La cavità ad "U" è una VARIANTE particolare della cavità a "I". Più precisamente si tratta di una cavità a "I" con la base di lunghezza pari a quella dell'altezza, in cui la base ha un profilo rotondeggiante in luogo del classico profilo lineare. Essendo derivata dalla cavità a "I", chiaramente anche questo tipo di cavità incorporerà in misura maggiore o minore gli STESSI difetti. Allo stato attuale questa cavità NON ha una grossa diffusione commerciale, tuttavia  è impiegata, ad esempio, nelle palle Hornady modello HP-XTP per revolver. Si tratta di una cavità solitamente molto corta (ed in tal senso in linea con le tendenze costruttive dell'azienda dal punto di vista volumetrico), incapace di determinare un elevato diametro finale (a prescindere dal calibro) ma deputata a consentire una  LIMITATA espansione ed una ELEVATA ritenzione di massa. Altri casi famosi di palle che impiegano la cavità a "U" o, più precisamente, cavità in un certo qual modo assimilabili alla cavità a "U" sono le seguenti:


- il CCI modello "Gold-Dot"
- il Winchester modello "Black-Talon"di  III generazione


                       

- A Sx, una confezione di palle CCI/SPEER "Gold- Dot" in calibro 9mm da 124grs. di peso. A Dx, due palle dello stesso tipo viste di lato e da sopra: è visibilissima la cavità apicale che risulta parzialmente "chiusa" una volta ultimato il processo costruttivo -

                        

- A Sx, due palle CCI/SPEER del tipo "Gold Dot" viste dal retro e di tre quarti: sono visibilissimi i residui della "cavità stellare a sei punte" sottoforma di pseudo-intagli di preframmentazione. A Dx, due cartucce calibro 9x21mm assemblate con palle CCI/SPEER tipo "Gold-Dot" da 124grs. di peso -


                   

- Una ricarica sperimentale nel calibro 9x21 basata su palle CCI/SPEER del tipo "Gold-Dot". Chiaramente visibili accanto alle cartucce assemblate, due palle dello stesso tipo estratte da un blocco di gelatina balistica (debitamente calibrata e) mascherata-

Ad ogni modo, anche se non è diffusa tanto quanto la cavità ad "Y", la cavità a "U" è stata la base progettuale della famiglia delle c.d. cavità curvilinee (round shape cavity). Fra esse rientrano :


- la c.d. cavità forata (hollow cavity)
- la cavità "a goccia" (drop cavity)


La prima è una realizzazione esclusiva dell'americana Sierra Bullets, che l'ha brevettta con riferimento ai suoi proiettili di tipo semiblindato a punta cava (SJHP). L'idea di base era quella di realizzare una palla semiblindata a punta forata con il nucleo in Piombo puro  all'interno del quale fosse presente una cavità che, una volta riempita di fluidi (che impattavano contro la sua superficie interna ad alta velocità) poteva deformarsi in maniera dirompente a causa della sua particolare struttura interna. Pur essendo ottima se utilizzata in rifrimento ai calibri magnum, allo stato attuale questo tipo di cavità non gode di una ampia diffusione e, di fatto, rappresenta una sorta di risoluzione progettuale "di nicchia". La cavità a goccia, invece, è una realizzazione esclusiva della Winchester-Western (rectius, gruppo industriale Olin-Winchester), che l'ha brevettata con specifico riferimento ad una particolare variante  delle  palle realizzate in tecnologia STHP verso la seconda metà degli anni '90 del XX secolo. In altre parole, mentre le palle realizzate in tecnologia STHP della III generazione possedevano TUTTE, almeno inzialmente, una cavità ad "Y",  a partire (circa) dalla metà degli anni '90 del XX secolo alcune di queste palle (N.B. per ora si ha notizia solo di palle destinate a pistole semiautomatiche) adottarono  una cavità a goccia. Questo ha provocato una certa confusione anche  tra gli analisti più attenti!! Alcuni hanno parlato di "...palle di tipo STHP di IV generazione...", altri hanno parlato di "...palle STHP di III generazione di tipo 2...", mentre altri ancora di "...palle STHP di III generazione di tipo B..."  Dal punto di vista del profilo, si tratta di una sorta di ibrido tra la cavità ad "Y" ed una cavità pressochè sferica (affine alla c.d. cavità forata vista in precedenza).  Il suo vantaggio principale è costituito dal fatto che consente di avere una cavità apicale con un diametro molto ridotto e, proprio per questo motivo, trova (almeno potenzialmente) una grande applicazione a livello di munizioni per pistola semiautomatica. La sua forma particolare permette ai costruttori di lavorare a proprio piacimento sul profilo dell'ogiva in maniera tale da MASSIMIZZARE la facilità di alimentazione e, quindi, di favorire al massimo il ciclo di fuoco (cycling) delle armi  (solitamente pistole) semiautomatiche. Nonostante si tratti di una risoluzione progettuale estremanente interessante, allo stato attuale non ha trovato diffusione al di fuori dell'applicazione pratica effettuata dalla Winchester.


           

-A Sx, una (oggi rarissima) palla Winchester in tecnologia STHP della I generazione (N.B. cioè con blindatura in alluminio), perfettamente espansa dopo essere stata estratta da un blocco di gelatina balistica "nuda". A Dx, una vista laterale della stessa palla che consente di apprezzare l'integrità strutturale mantenuta dopo l'impatto. Il peso è di 185grs. ed il calibro è il .45 ACP -

           

-A Sx, una palla Winchester in tecnologia STHP (calibro .45 ACP / 185grs.) affiancata ad una palla Sierra realizzata in tecnologia "Sportsmaster" (calibro .45ACP / 230grs.). A Dx, una vista posteriore delle stesse palle precedenti, che consente di notare la costruzione di tipo "invertito" utilizzata dalla Winchester per la sua STHP. La stessa tecnologia è stata poi impiegata dalla Winchester per realizzare le "Black Talon" -

            

- Cartucce  originali Winchester in calibro .45 ACP con palle Winchester STHP da 185grs. di I generazione. La foto a Dx consente di notare le scritte sul fondello, nonchè l'evidente anzianità delle munizioni -


           

- Cartucce  calibro .45 HP ricaricate con palle Winchester STHP da 185grs. e pronte per essere impiegate per un esperimento di balistica terminale. I bossoli sono di marca GeCo, mentre gli inneschi sono i famosi CCI-300. allo scopo di sviluppare alte velocità, l'esperimento verrà condotto impiegando 7,5grs. di SIPE-N oppure 8,0grs. di 3N37 -


          

-A Sx, una palla Hornady di tipo HP-XTP (I generazione) in calibro 9mm (115grs.), così come appare dopo essere stata estratta da un blocco di gelatina balistica mascherata. La palla è stata sparata con una Beretta M-98. A Dx, un gruppo di palle Sierra "Sportsmaster" in calibro .45 (185grs.), così come appaiono dopo essere state estratte da un blocco di gelatina balistica "nuda" Queste palle sono state sparate con una Tecnema TCM2 "MasterStock". Le palle da 185grs. sono state create per le armi subcompatte in calibro .45 (3"), e se sparate in armi con canna da 5" possono avere o una forte espansione, oppure possono dare luogo a fenomeni di frammentazione (N.B. il fenomeno di frammentazione è molto più frequante di quanto non si pensi) -


6 - Gli sviluppi più moderni in tema di cavità apicali


Nel periodo compreso tra l'inizio degli anni '80 e la fine degli anni '90 del XX secolo, un numero incalcolabile di variazioni della cavità ad "Y" sono state commercializzate in seguito alla diffusione di altrettanti tipi di cartucce. Alcune erano "completamente nuove", altre erano semplicemente delle "...variazioni su tema..." che avevano "...dormito per anni nel dimenticatoio..." a causa di molteplici vicende (sfortuna dell'inventore, stupidità dei produttori, etc.). Tra le VARIANTI più famose della cavità ad "Y" vanno ricordate quelle presenti nei seguenti proiettili:


- Remigton "Golden Saber"
- Winchester "Black Talon",  I generazione
- Winchester "Black Talon", II generazione
- Hornady serie HP-XTP (solo pistola)



                       

- A Sx, un gruppo di palle CCI/SPEER del tipo "Gold Dot" recuperate dopo un impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata al 10%, dotata di una mascheratura costituita da uno spesso tessuto di cotone. Nonostante la violenza dell'impatto, TUTTE le palle si sono regolarmente espanse SENZA frammentarsi in maniera microscopica e conservando la quasi totalità della loro massa (98% circa)!! La deformazione mette chiaramente in evidenza TUTTE le linee di preframmentazione derivanti dal passaggio del punzone stellare in sede di fabbricazione, nonchè il famoso "punto d'oro" che da il nome alla palla. A Dx, un'altra vista delle stesso gruppo di palle che meglio evidenzia ancora la loro ottima capacità di espansione. Queste palle da 9mm, sparate in ricariche ad hoc per il calibro 9x21 si sono espanse in media a 15mm di diametro con sorprendente regolarità, tenuto anche conto dell'estrema violenza dell'impatto-

                       

- A Sx, un gruppo di palle CCI/SPEER del tipo "Gold Dot" viste dal retro, recuperate dopo l'impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata e mascherata con tessuuto di cotone molto spesso. L'integrità strutturale è stata mantenuta in maniera esemplare, nonostante l'impatto sia avvenuto a 5m di distanza sotto la spinta di 7,5grs. SIPE-N o, in alternativa, da 7,8grs. di 3N37 accesi da inneschi CCI-500 (ATTENZIONE!! Si tratta di una ricarica ad hoc per difesa personale da raggiungere per gradi e con estrema attenzione !!). A Dx, due palle calibro 9mm (inserite specificamente in una ricarica calibro 9x21mm) viste dal fronte fronte dal retro, così come appaiono dopo l'impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% -


                       


                       

- Sopra, una rarissima confezione di Winchester "Black Talon" di II generazione, più note con la denominazione commerciale di SXT, chiaramente riconoscibili per l'assenza della copertura di colore nero tipica della I generazione Si tratta di un prodotto estremamente RARO in Italia, che spesso viene reperito, SOLO per puro caso, anche nelle armerie più fornite. La confezione fotografata è in calibro .40 S&W e contine 20 cartucce con palla SXT da 180grs., un peso che molti considerano eccessivo per il calibro in questione -


Non possono poi essere dimenticate le numerose  varianti della cavità  ad "I". La variante sicuramente più famosa, nonchè più ingegnosa, è stata sicuramente la  cavità adottata da Tom Burczynski nella realizzazione delle celeberrime Hydra Shok-Hollow Point (HS-HP). La cavità è nota con denominazioni alquanto curiose come "cavità a doppia I", "cavità ad I intersecata" e molte altre, tutte denominazioni che derivano dal fatto che è stata adottata una cavità cilindrica (quindi ad "I") in cui è stato inserito un "aculeo" che può avere una sezione cilindrica o tronco-conica (V. voce a se).



                      


- A Sx vista frontale di una palla Federal di tipo HS-HP : è chiaramente visibile l'aculeo centrale che NON è in acciaio (come sostenuto da qualche emerito ignorante) ma in piombo, e viene ricavato dallo STESSO nucleo tramite un procedimento di formatura a freddo !! A Dx, vista affiancata di due cartucce Federal con palla di tipo HS-HP in calibro 9x17mm (.380 ACP) -


Lo scopo di questo aculeo è principalmente quello di RIDURRE la soglia di espansione (e quindi di garantire un'espansione regolare), ma non va dimenticato che svolge anche una importante funzione ai fini della stabilizzazione giroscopica della palla (mutando la posizione del baricentro della stessa a seconda che sia o meno presente) e, quindi, della precisione che essa è in grado di esprimere sul bersaglio.


                       

- A Sx, una confezione di palle REMINGTON  "Golden Saber" in calibro 9mm da 124grs. di peso. A Dx, due palle dello stesso tipo viste di lato e da sopra: è visibilissima la cavità apicale a "Y" di tipo "corto" caratteristica di questo tipo di palla. Altresì visibile è la sezione di guida (driving band) presente sul corpo della palla, in prossimità della base della stessa -

                      

- A Sx, due palle REMINGTON del tipo "Golden Saber" viste dal retro e di tre quarti: sono visibilissimi i petali a spirale (spiral-cut petals), tipici della seconda generazione di queste palle (N.B. dopo il 1994). A Dx, due cartucce calibro 9x21mm assemblate con palle REMINGTON  tipo "Golden Saber" da 124grs. di peso. Nonstante la cavità apicale possa apparire eccessivamente "corta" agli occhi del profano (N.B. tenuto conto del fatto che in una palla del genere la cavità deve essere profonda quanto è lunga l'ogiva per "funzionare" correttamente), i petali a spirale abbassano la soglia di espansione ad un punto tale per cui la blindatura "...si spela..." sotto l'azione delle forze radiali agenti durante l'impatto (pressioni), lasciando così il nucleo libero di espandersi -


Una variante del tutto peculiare della cavità ad "I" è la cavità ad "I svasata", altresì nota come cavità "a tronco di cono" o cavità "a tronco di cono invertito". Trattasi di una cavità di fatto a sezione quasi cilindrica, in cui il diametro della porzione superiore (cioè quella che guarda verso l'esterno della palla) è LEGGERMENTE più grande (normalmente MENO di 1mm) rispetto al diametro della porzione inferiore (cioè quella che guarda verso l'interno della palla). Se adottata con palle dotate di nucleo in Piombo puro e con blindature in Rame 90/10 (sottili o con intagli di preframmentazione ben dimensionati per profondità e lunghezza), questa cavità può dare eccellenti risultati terminali sui tessuti biologici. A testimoniare le interessanti potenzialità di questa cavità va ricordato che la Sierra Bullets la utilizza in maniera costante per produrre le palle della serie "Sportsmaster" con la denominazione commericale di "Power Jacket".

                  

- Un caso alquanto raro di cavità ad "I" estremamente funzionale è rappresentato dai proiettili Sierra modello "Sportsmaster" che impiegano da molti anni a questa parte la c.d. "cavità ad I svasata". Questa palla impiega blindature leggere in Rame 90/10 con nuclei di Piombo puro in cui trovano posto peculiari cavità ad "I". Più precisamente si tatta di cavità con una lieve rastrematura basale, motivo per cui alcuni esperti le definiscono come cavità "a tronco di cono" o cavità "a V tronca". In questo caso, una palla da 115grs. in calibro 9mm è stata usata per assemblare una ricarica professionale costituita da 7,6grs. di SIPE-S (oppure 7,8grs. di 3N37) accesi da un innesco CCI-500. Questa ricarica ha perforato una quadrupla mascheratura di tessuto "Denim" e si è espansa perfettamente -

                         

-A Sx, una palla  Sierra modello "Sportsmaster" calibro .45 da 185grs. recuperata dopo l'impatto in gelatina balistica. Questo esemplare è stao sparato da un'arma con una convenzionale canna da 5". Questo tipo di palla venne originariamente progettata negli anni '70 del XX secolo per fornire un prodotto efficiente ai possessori di armi in calibro .45 ACP di tipo compatto e subcompatto. Le comuni palla da 230 e 200grs. non si espandevano se sparate in armi con la canna così corta. Si decise allo di ridurre il peso, modificare la cavità apicale ed aumentare la velocità alla bocca. A Dx,
una palla  Sierra modello "Sportsmaster" calibro .45 da 185grs. recuperata dopo l'impatto in gelatina balistica. Questo tipo di palla è stata sparata da un'arma con una canna da 4" -

                     

- ASx, una palla  Sierra modello "Sportsmaster" calibro .45 da 185grs. recuperata dopo l'impatto in gelatina balistica. Questo tipo di palla è stata sparata da un'arma con una canna da 3". A Dx, vista di insieme delle tre palle precedenti sparate in armi con canne da 5", 4" e 3" -


Venendo infine alle varianti della cavità  a "V", la variante sicuramente più famosa, nonchè più ingengnosa, è stata quella adottata da Tom Burczynski per la realizzazione  delle cartucce modello Star-Fire ( V. voce a se sul libro Breve guida alle munizioni non convenzionali, edito dal GRURIFRASCA), per le quali è licenziataria la PMC El-Dorado Cartridges di Boulder (Colorado, USA). Questa cavità è nota più comunemente con il nome di cavità "a V incrociata" o cavità "a V multipla" per il fatto che risulta costituita da un intersezione (senza soluzione di continuità) di cinque triangoli isosceli con un profilo molto allungato. Questa intersezione progressiva determina la creazione di una serie continua di "estroflessioni"ed "introflessioni" a livello del nucleo che non solo RIDUCONO drasticamente la soglia di espansione (V. voce a se), ma riescono anche a fare espandere il proiettile con soprendente regolarità.


                    

- A Sx, un gruppo di palle REMINGTON del tipo "Golden Saber" recuperate dopo un impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata al 10%, dotata di una mascheratura costituita da uno spesso tessuto di cotone. Nonostante la violenza dell'impatto, TUTTE le palle si sono regolarmente espanse SENZA frammentarsi e conservando la quasi totalità della loro massa (98% circa)!! A causa della blindatura costruita in Rame 70/30 queste palle si espanderanno più lentamente rispetto alle palle con la convenzionale blindatura in Rame 90/10. Questo spiega perchè alle "Golden Saber" sia associata una superiore capacità di penetrazione rispetto ad altre palle moderne del tipo blindato a punta cava. L'analisi post-impatto mette chiaramente in evidenza la deformazione "a spirale" subita dal nucleo in Piombo antimoniale (N.B. quindi più duro di un nucleo in Piombo puro). A Dx, una vista dal retro delle stesso gruppo di palle che meglio evidenzia ancora la loro ottima capacità di espansione. Queste palle da 9mm, sparate in ricariche ad hoc per il calibro 9x21 si sono espanse in media a 14mm di diametro con sorprendente regolarità, tenuto anche conto dell'estrema violenza dell'impatto-

                                       
                     


- A Sx, due palle REMINGTON del tipo "Golden Saber" viste dal fronte e dal  retro, recuperate dopo l'impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata e mascherata con tessuto di cotone molto spesso. L'integrità strutturale è stata mantenuta in maniera esemplare, nonostante l'impatto sia avvenuto a 5m di distanza sotto la spinta di 7,6grs. di 3N37 (ATTENZIONE!! Si tratta di una ricarica ad hoc per difesa personale da raggiungere per gradi e con estrema attenzione !!). A Dx si è volutamente evidenziato un particolare dell'estroflessione di una singola porzione del nucleo connessa ad un singolo petalo -

                                               
                              

- Una ricarica sperimentale (7,5grs. di SIPE-N accesi da inneschi CCI-500 con una OAL di 29,50mm) nel calibro 9x21 basata su palle REMINGTON del tipo "Golden Saber". Chiaramente visibili accanto alle cartucce assemblate, due palle dello stesso tipo estratte da un blocco di gelatina balistica (debitamente calibrata e) mascherata -

                              

- Una palla REMINGTON del tipo "Golden Saber" derivante da una ricarica sperimentale in calibro 9x21 (7,5grs. di SIPE-N accesi da inneschi CCI-500 con una OAL di 29,50mm), così come appare dopo esssere stata estratta da un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% con doppia mascheratura. Chiaramente visibile nella parte bassa della fotografia un minuscolo frammento del nucleo, staccatosi dallo stesso in seguito all'impatto a forte velocità con il blocco di gelatina balistica posto a 5m di distanza. Nonostante un impatto così violento, la ritenzione di massa è stata pressochè integrale, il che testimonia l'elevata robustezza strutturale di questo interessante prodotto -


                              

- Una rassegna di ricariche sperimentali nel calibro 9x21. Da sinistra, in alto, CCI / SPEER "Gold - Dot" (124grs.), REMINGTON "Golden Saber" (124grs.), Hornady blindata a punta cava di vecchio tipo (124grs.), Lapua "Mega-Shock" di seconda generazione (123grs.), Hornady HP-XTP (115grs.) e Hornady HP-XTP (124grs.). Per tutte queste munizioni, si sono impiegati 7,4grs, di SIPE-N ed inneschi CCI-500. la lunghezza complessiva massima (O.A.L.) è stata fissata in 29,50mm. -