LA CARTUCCIA FEDERAL MODELLO EFMJ E LA TECNOLOGIA CSP



Il proiettile Federal Cartrdiges modello E-FMJ (Expanding - Full Metal  Jacketed) è un derivato della tecnologia CSP (Captive Soft Point), la quale deve le sue origini, così come per molti altri prodotti commercializzati da questa azienda, al genio di Tom Burczynski. La tecnologia della punta molle incapsulata (CSP) dalla quale l'attuale proiettile tipo EFMJ deriva, risale grossomodo agli anni '80 del XX secolo ma, così com'era gia accaduto per altri progetti di Burczynzski, anche questo dovette stare per lungo tempo nel dimenticatoio prima di potere essere sviluppato nella sua completezza!! Nella sua forma attuale, esso è così costituito :


- un nucleo in Piombo con base piana
- un disco di materiale sintetico posto sopra la parte superiore del nucleo ma sotto la blindatura
- una blindatura con struttura apicale indebolita dall'interno


E' facilmente intuibile che un simile proiettile ha numerosi vantaggi pratici rispetto ai comuni proiettili blindati convenzionali, tuttavia, prima di giungere a quella che è la sua forma attuale, si sono dovute susseguire ben quattro generazioni di EFMJ (cioè ben quattro forme diverse di proiettili, ognuna con caratteristiche tecniche differenti). Ad onore del vero, va detto che inizialmente gli stessi vertici della Federal guardarono con un po' di sospetto questa nuova invenzione di Burczynski. Quando il progetto venne presentato la prima volta a Bruce Warren, il direttore del Settore Ricerca e Sviluppo, egli pensò che si trattasse di un prodoto destinato ESSENZIALMENTE al mercato estero. Al pari di Warren, anche Dave Longren, il vice-direttore della sezione marketing, pensò che si trattasse di un prodotto destinato alle Forze di Polizia Canadesi, oppure a quelle dei Paesi della Comunità Europea. Consci del fatto che in numerosi Paesi non era possibile utilizzare le comuni munizioni ad alterazione strutturale, i vertici dirigenziali della Federal pensavano che Burczynski volesse proporre loro qualcosa che gli permettesse di sbaragliare la concorrenza all'estero. Ad ogni modo, il progetto venne approvato dalla Federal e Burczynski potè cominciare a sviluppare la lunga e complessa fase prototipale della nuova cartuccia. Va segnalato che tutta la fase prototipale riguardava la realizzazione di una cartuccia in calibro 9x19mm, a pressione standard, con una palla da circa 100grs. di peso. Tutte le cartucce in calibri DIVERSI da questo vennero realizzate successivamente. La prima generazione di EFMJ prevedeva la realizzazione di un proiettile la cui struttura veniva formata attraverso le seguenti fasi :


- formazione a freddo della blindatura tramite una spefica matrice in  grado di effettuare le operazioni di piegatura preliminare su di una lamiera di Rame 90/10 spessa circa 0,3mm
- incisione completa della blindatura così formata tramite una seconda specifica matrice
- inserimento di una sfera di materiale plastico di circa 8mm di diametro sulla parte superiore del nucleo (in Piombo e totalmente simmetrico)
- inserimento dell'insieme nucleo / sfera nella blindatura preincisa
- seconda formatura a freddo
- piegamento della parte basale della blindatura contro la parte basale del nucleo per assicurare la necessaria rigidità strutturale alla palla


La prova pratica dei prototipi della prima generazione fu estremamente positiva, infatti :


- le munizioni facevano funzionare perfettamente le armi in cui furono  provate
- la ritenzione di massa era del 100%
- la velocità era stata debitamente contenuta a circa 365 - 380 m/s, il che comportava un'elevata controlabilità della munizione
- la penetrazione in gelatina balistica calibrata al 10% era di circa  250mm
- in caso di mascheratura con tessuto di tipo Denim, la penetrazione si attestava sui 220mm circa
- il diametro finale variava tra i 15 ed i 17mm


Il problema principale che caratterizzava i proiettili della prima generazione era quello della resistenza in fase di attraversamento di bersagli particolarmente duri. In tutti i materiali nei quali i prototipi erano stati provati i risultati erano stati soddisfacenti, con la sola eccezione dei lamierini d'acciaio. L'eccessiva durezza del materiale plastico combinata con l'esiguo spessore della blindatura, facevano in modo che quest'ultima si rompesse all'impatto con i lamierini d'acciaio. Più precisamente si verificava che :


- l'impatto determinava la rottura della blindatura
- il nucleo in Piombo preseguiva ugualmente, espandendosi in una certa maniera e raggiungendo una certa profondità (anche se non sempre ciò avveniva nella maniera desiderata)


A tutto questo andava aggiunto che la Federal desiderva una penetrazione maggiore unita sempre ad un'espansione ottimale!! Burczynski passò allora alla costruzione della seconda generazione di proiettili di tipo EFMJ, iniziando a cercare un materiale plastico più morbido rispetto a quello utilizzato in precedenza. Dopo una lunga ricerca, egli optò per delle sfere di colore nero in gomma naturale del diametro di circa 8,3mm di diametro. La procedura costruttiva era simile a quella giù utilizzata in precedenza per i proiettili della prima generazione, anche se vi erano alcune importanti differenze quali:


- le incisioni sulla blindatura non erano più passanti
- le incisioni venivano praticate con delle lame di tipo curvo e non più lineare
- era possibile regolare la forza con cui venivano effettuate le incisioni
- i proiettili avevano subito un lieve aumento di peso passando da 100 a 115 grs. di peso


I prototipi vennero sottoposti ad attente verifiche di laboratorio sparando le nuove ogive entro blocchi di gelatina balistica calibrata (nuda e mascherata) a velocità comprese tra i 260 ed i 350 m/s. I risultati furono incoraggianti anche perchè furono del tutto migliori rispetto a quelli ottenuti con la prima generazione. In particolare deve essere segnalato che:


- il diametro finale oscillava tra i 13 ed i 16mm
- la penetrazione variava tra i 260 ed i 300mm
- la ritenzione di massa era del 100% e in nessun caso si assistette a fenomeni di rottura della blindatura


A questo punto Burczynski presentò i risultati del proprio lavoro ai vertici della Federal i quali, se da un lato furono favorevolmente impressionati (per quanto concerne i risultati balistico-terminali), dall'altro sollevarono la necessità di ridurre i costi legati all'impiego delle sfere di gomma naturale. Dopo una lunga ricerca, Burczynski restrinse il campo a solo due tipi di materiale plastico, uno più morbido (R2) e l'altro leggemente più duro (EPDM). Le differenze pratiche legate all'impego dei due diversi materiali erano le seguenti


- con il materiale più morbido si ottenevano diametri finali maggiori e penetrazioni minori (N.B. tranne che alle velocità più elevate, dove il materiale più morbido si consumava per l'attrito)
- con il materiale più duro si ottenevano diametri finali minori e penetrazioni maggiori


In sintesi, i risultati pratici dell'impiego dei proiettili della terza generazione furono i seguenti :


- con velocità comprese tra i 260 ed i 350 m/s, il diametro finale variava tra gli 11 ed i 17mm, utilizzando il EPDM
- con velocità comprese tra i 260 ed i 350 m/s, il diametro finale variava tra i 14 ed i 16mm, utilizzando l'R2


Nel caso dei proiettili che utilizzavano il EPDM, la penetrazione in gelatina balistica calibrata oscillava tra i 250 ed i 330mm la quale, secondo la Federal, doveva essere aumentata. Occorre segnalare che i proiettili della terza generazione avevano subito un lieve incremento di peso (passando da 115 a 117grs.)ma che avevano mantenuto la blindatura da 0,3mm di spessore. Il ridotto  spessore della blindatura si rivelò ben presto un problema, infatti ripetendo alcuni test che erano stati effettuati in precedenza con i proiettili di prima e di seconda generazione, ci si rese immediatamente conto che l'impatto con materiali troppo duri determinava uan frattura della blindatura. In altri termini, Burczynski doveva risolvere i seguenti problemi :


- aumentare la robustezza della palla
- aumentare la penetrazione
- non ridurre eccessivamente l'espansione


I problemi vennero prontamente risolti da Burczynski aumentando il peso della palla (passando da 117 a 124 grs.)e lo spessore della blindatura, ma lasciando immutato il materiale plastico utilizzato per il nucleo. In breve ci si rese conto che la blindatura più spessa era in grado di funzionare in maniera eccellente anche contro i materiali più duri come il multistrato, il cartongesso, il vetro o le lamiere acciaiose. Diversamente da quanto avviene per i comuni proiettili ad alterazione strutturale grazie al materiale plastico presente nel nucleo, il proittile EFMJ non ha bisogno dell'impatto con un fluido per espandersi. Inoltre, diversamente dai comuni proiettili blindati a punta cava:


- la sua struttura non si frammenta in caso di impatto con materiali molto duri
- la sua cavità apicale non può occludersi in caso di impatto con  stoffe o con materiali porosi


L'ultimo ritocco apportato da Burczynski fu quello relativo al nucleo in Piombo, il quale venne dotato di una leggera cavità conica nella sua parte superiore. Vennero fatte numerose prove per stabilire come il nucleo di Piombo potesse influire sull'espansione finale, e si scoprì che (a seconda della lavorazione effettuata sul nucleo)in alcuni casi l'espansione era eccessiva, mentre in altri era troppo ridotta. Ad ogni modo la modifica apportata da Burczynski permise di ottenere un giusto bilanciamento tra penetrazione ed espansione così come desideravano i vertici della Federal. A questo punto Burczynski poteva dire di avere ottenuto una munizione in grado di sviluppare prestazioni strabilianti entro una gamma amplissima di scenari operativi. Tanto per fare un esempio, se si maschera un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% con un foglio di multistrato da 19mm si spessore, un proiettile EFJM in calibro 9x19mm (a pressione standard) è in grado di trapassarlo, producendo un impressionante foro da 50mm di diametro, di espandrsi e di rimanere contemporaneamente intatto! Certo, dopo un simile trattamento la palla non sarà più "...bella da vedere come quella recuperata dalla gelatina nuda...", ma è certo che nessuna munizione conosciuta può fare altrettanto. Sul finire del 1998, dopo che la fase di studio relativa alla cartuccia in calibro 9x19mm era del tutto  terminata, la Federal comunicò alla stampa che entro breve tempo questa nuova munizione sarebbe stata commercializzata. Contrariamente a quello che i dirigenti della Federal avevano sempre pensato, l'azienda venne letteralmente bombardata di richieste di chiarimento non solo dall'estero (principalmente da Canada e Germania) ma, più che altro,da numerosissimi cittadini americani!! Numerose richieste vennero poi da altrettanti utenti professionali sempre di nazionalità staunitense. Visto l'inaspettato numero di richieste, la Federal chiese a Burczynski di sviluppare il prima possibile i prototipi per la cartucce in calibro .40S&W e .45 ACP. Per quanto concerne la cartuccia in calibro .40S&W, Burczynski realizzò un primo prototipo basato su di un palla da 135grs. lanciata a circa 350 m/s,la quale però non incontrò i favori dei dirigenti della Federal. Questi volevano un proiettile che penetrasse circa 330mm ma che non si espandesse in maniera così rilevante come questo primo prototipo. Vista la situazione Burczynski alzò il peso della palla da 135 a 155grs., sempre senza superare i limiti pressori imposti dal SAAMI. Mentre Burczynski stava completando questo secondo prototipo, la Federal ricevette una richiesta relativa ad una cartuccia in calibro .40S&W basata però su di una palla da 165grs. A questo punto Burczynski mantenne le stesse dimensioni esterne della palla da 155grs., e riducendo lo spessore del materiale plastico posto sotto la blindatura riusci a soddisfare le richieste che gli erano pervenute. La cartuccia attualmente in produzione per il calibro .40S&W monta una palla da 165grs. lanciata a circa 335 m/s, anche se la Federal sta lavorando per cercare di aumentare leggermente la velocità alla bocca. La penetrazione massima è di circa 310mm ed il diametro finale è di circa 17mm, che consentono di ottenere delle caratteristiche complessivamente ben bilanciate sotto il profilo funzionale. Venendo alla cartuccia in calibro .45ACP, il prototipo iniziale realizzato da Burczynski era basato su di una palla da soli 165grs. lanciata a circa 320 m/s. I primi test di laboratorio indicavano un diametro finale di circa 19mm, anche se la penetrazione massima era inferiore ai 250mm, cioè troppo ridotta rispetto ai limiti che i vertici della Federal avevano richiesto. Analogamente a prima, per risolvere il problema della penetrazione ridotta Burczynski incrementò il peso della palla passando da 165 a 185grs., cosa che permise di ottenere una penetrazione di circa 290mm con un diametro finale immutato rispetto al prototipo precedente. La velocità alla bocca era di circa 300m/s. Dal momento che i dirigenti della Federal ritenevano la penetrazione ancora insufficiente in riferimento al calibro, il peso della palla venne prima incrementato a 200 e, successivamente, a 230grs.: quest'ultima misura fu poi quella definitiva. Le velocità sono quelle canoniche del calibro .45ACP a pressione standard, la penetrazione non è mai inferiore ai 360mm(cosa che molti analisti hanno però criticato)ed il diametro finale si attesta sui 18mm in media. Attualmente la Federal sta ancora lavorando per cercare di migliorare ulteriormente questo suo incredibile prodotto. Sono allo studio ulteriori varianti per quanto concerne:


- il materiale plastico da utilizzare per riempire il nucleo
- lo spesso della blindatura
- la tipologia delle incisioni
- il peso di palla


In sintesi, quali sono i pregi ed i difetti della tecnologia CSP e del proiettile EFMJ? Cominciando con i PREGI, essi sono:


- la capacità di alimentare armi automatiche o semiautomatiche in maniera analoga ai comuni proiettili di tipo FMJ-RN
- insensibilità all'eventuale contatto con materiali particolarmente duri
- la bassa velocità alla bocca ed il conseguente controllo elevato
- l'espansione rapidissima
- l'elevatissima resistenza strutturale


In altri termini, con la tecnologia CSP le alte velocità alla bocca NON sono un requisito tecnico necessario a garantire il perfetto funzionamento dei proiettili. Viceversa il principale DIFETTO è rappresentato dal fatto che avendo un nucleo bistrutturato, la palla sarà (a parità di peso) molto più LUNGA di una di tipo convenzionale. A livello tecnico questo comporta una limitazione nel quantitativo di polvere inserita e, quindi, il fatto che le munizioni basate su palle di tipo EFMJ siano munizioni a bassa soglia di espansione. Cosa si può dire della reale efficacia delle Federal EFMJ? Anche se la cartuccia è ormai in circolazione da un po' di tempo a questa parte (N.B. la presentazione ufficiale fu allo SHOT-SHOW del 2000, mentre la commercializzazione vera e propria avvenne nel 2001), purtroppo allo stato attuale si hanno pochissime notizie sul suo impiego effettivo. Si sa, ad esempio, che un esemplare in calibro 9x19mm è stato usato (negli USA)da un privato citadino per difendersi da un folle armato con un ascia. Un solo colpo nella parte alta della cassa toracica (cioè collocato correttamente in riferimento alla munizioni per arma corta) è stato sufficiente per mettere fuori combattimento, istantaneamente e per sempre, quel pericoloso individuo. Purtroppo, al di la di questo o di altri pochissimi episodi, per altro tutti appartenenti alla realtà americana, non ci sono altre notizie certe. In conclusione si possono fare due importanti puntualizzazioni:


- così come per qualsiasi altro proiettile, anche per il Federal EFMJ ci vorranno parecchi anni per raccogliere una casistica generale relativa alla sua efficacia reale
- dal momento che si tratta sicuramente di un prodotto polivalente, si spera che gli organi della Comunità Europea preposti alla repressione della criminalità organizzata si attivino per dotare le Forze dell'Ordine dei vari Stati membri di una cartuccia     realmente efficiente