CARTUCCE
WINCHESTER-WESTERN SERIE "PARTITION GOLD HOLLOW POINT AMMO"
Nel 1999 la Winchester ha commercializzato un nuovo proiettile ad
alterazione strutturale denominato Partition
Gold Hollow Point, cioè proiettile a punta cava di tipo
Partition Gold (letteralmente "partizione
d'oro"). Si tratta di un proiettile ad alterazione strutturale
specificamente realizzato per impieghi professionali, cioè
destinato eminentemente agli operatori delle Forze di Polizia. Sotto il
profilo tecnico, si tratta di un sottoderivato della tecnologia "Partition Gold" cioè di
quella tecnologia sviluppata originariamente dalla Nosler, ma che la
Winchester può sfruttare economicamente da un po' di anni a
questa parte grazie all'accordo commerciale (joint venture) che ha sancito la
nasciata della c.d. Combined
Technology. La combined technology (letteralmente "tecnologia combinata") è
stata inizialmente indirizzata alla produzione di proiettili per fucile
a canna rigata specificamente destinati all'impiego venatorio. Sono
derivate da questa tecnologia le munzioni Winchester "Ballistic silvertip", "Partition Gold" e "Fail Safe",tutte commercializzate
dalla Winchester nella linea "Supreme".
Entro poco tempo apparvero delle cartucce per arma corta
in calibri di tipo magnum, anche queste per impiego venatorio (.357
Magnum,
.44Magnum,.454Casull e .45Winchester Magnum), le quali erano tutte
basate
sulla tecnologia Partition. Visto il grosso successo, successivamente,
vennero
realizzate delle cartucce per fucile a canna liscia del tipo a palla
asciutta,
sempre basate sulla tecnologia Partition. I tempi erano ormai maturi
per
realizzare una linea di munizioni specifica per la difesa personale o
per
utilizzo professionale. In particolare, i tecnici della Winchester
volevano una nuova palla in grado di unire in maniera efficiente
penetrazione profonda ed espansione ottimale ANCHE in caso di impiego
nelle peggiori condizioni operative. Le nuove Winchester PGHP devono la
loro realizzazione principalmente al lavoro di Todd Eberhart, il quale comprese
immediatamente come questi due
obiettivi potessero essere raggiunti solo utilizzando un proiettile che
:
- doveva avere un nucleo di Piombo puro
- doveva essere dotato di una struttura non convenzionale
Eberhart ritenne che la tecnologia Partition potesse costituire, sotto
questo aspetto, un importante punto di partenza. E' noto a tutti che i
proiettili di tipo Partition, sviluppati molti anni fa dalla Nosler
esplicitamente
per impieghi venatori, presentano i seguenti caratteri:
- hanno un nucleo di tipo bipartito
- il nucleo ANTERIORE determina l'espansione necessaria a causare una
profonda lesione
- il nucleo POSTERIORE determina la penetrazione necessaria
- lo spessore della blindatura è, partendo dalla base e
spostandosi verso la punta, progressivamente decrescente
- la ritenzione di massa è ottimale
Più precisamente, Eberhart si rese conto che poteva ottenere i brillanti risultati dei
proiettili di tipo Partition ANCHE nei comuni proiettili per arma corta
destinati all'impiego professionale, semplicemente tenendo conto di una
serie di elementi, quali:
- l'utilizzo di una struttura interna in Rame in grado di determinare
il nucleo bipartito tipico delle palle Nosler da fucile (c.d.
struttura ad "H")
- l'utilizzo di Piombo puro per realizzare il doppio nucleo
- l'utilizzo di una blindatura a spessore progressivo
Se si analizza una sezione di un proiettile di tipo PGHP, si può
notare immediatamente che la blindatura presenta tre spessori
differenti, quali:
- uno spessore INFERIORE in prossimità della cavità
apicale
- uno spessore INTERMEDIO in prossimità della parte mediana
- uno spessore ELEVATO in prossimità della parte basale
Il fatto di utilizzare un tipo di blindatura così singolare,
comporta però un rilevante problema pratico che è quello
dell'allungamento delle palle. Per fare un esempio se si misura la
palla PGHP da 165 in calibro .40 S&W si noterà
immediatamente che è lunga come una da 180grs. dello stesso
calibro!! Questo comporta da un lato,una limitazione nel quantitativo
di polvere effettivamente introducibile e, dall'altro lato, un
vantaggio sotto il profilo della precisione. Infatti, una palla
più
lunga avrà una sezione di guida (driving
band) più lunga, il
che determina ovviamente una maggiore precisione. Un'altro aspetto
importante
relativo alla blindatura è che i tecnici della Winchster possono
scegliere
a loro piacimento dove collocare esattamente l'elemento di separazione
tra
i due nuclei. Questo in pratica significa che :
- se l'elemento di separazione è più ALTO si
otterrà una penetrazione maggiore ed un'espansione minore
- se l'elemento di separazione è più BASSO si
otterrà un'espansione maggiore ed una penetrazione minore
- se l'elemento di separazione è perfettamente CENTRALE si
otterrà un compromesso tra penetrazione ed espansione per ogni
singolo calibro
Sintetizzando, si può dire che il Winchester PGHP consente di
ottenere risultati solitamente NON ottenibili dai comuni proiettili ad
alterazione strutturale sotto il profilo del corretto equilibrio tra
espansione e penetrazione. Detto in altri termini, i PGHP hanno la
possibilità concreta di dare il meglio di se nelle peggiori
condizioni operative possibili. Per fare
un altro esempio, se consideriamo la cartuccia in calibro 9x19mm con
palla
da 124grs. PGHP si può verificare sperimentalmente che:
- la soglia di espansione è di soli 180 m/s
- il limite di resistenza strutturale dinamica è superiore ai
490 m/s
Tutto ciò dovrebbe fare capire alcune cose non solo ai dirigenti
delle nostre Forze dell'Ordine che sono responsabili
dell'approvvigionamento delle munizioni, ma anche ai politici
responsabili dei vari dicasteri (cui le nostre diverse Forze
dell'Ordine fanno riferimento) e cioé che
la munizione in commento :
- funzionerebbe in maniera eccellente nella Beretta M-92 in dotazione
alle nostre Forze dell'Ordine, così come continuerebbe a
funzionare in maniera eccellente ANCHE nel Beretta PM-12/S
- potrebbe comunque funzionare SENZA problemi anche in pistole
semiautomatiche di tipo compatto o subcompatto, così come in
mitra o moschetti di qualsiasi
tipo
Questo dettaglio strutturale è importantissimo perchè
pone il Winchester PGHP a se stante rispetto ai comuni proiettili ad
alterazione strutturale. Infatti, mentre i comuni proiettili blindati a
punta cava hanno una finestra operativa (operating window) di circa 100m/s,
il PGHP ha una
finestra operativa che, in media, è di circa 300m/s, il che
significa
che questo tipo di proiettile potrà espandersi comunque entro
un'amplissima
tipolgia di armi corte e lunghe. Un ulteriore dettaglio tecnico che
dovrebbe
destare sufficiente interesse nelle nostre Forze dell'Ordine è
la
superiore capacità di penetrazione (e di ritenzione di massa)
tipica
del PGHP. In altre parole la struttura a nucleo bipartito consente al
PGHP
di penetrare senza problemi ostacoli come vetro, lamierino metallico,
multistrato
o cartongesso conservando l'80% della propria massa originale. Se si
pensa
che durante la fase di sviluppo della munizione la Winchester aveva
fissato
come limite il 70% della massa originale DOPO una penetrazione in un
blocco
di gelatina mascherata con un vetro multistrato (cioè con un
parabrezza
di una comune autovettura), si può chiaramente comprendere come
il
PGHP abbia superato anche le più rosee previsioni!! Dal
punto
di vista dell'impiego pratico, si tratta chiaramente di un proiettile
che
sarebbe la scelta ideale, ad esempio, per la nostra Polizia Stradale. A
parte
questa sua capacità di penetrare agevolmente materiali di tipo
disparato
per poi continuare ad espandersi, il PGHP mostra anche una
capacità
di espansione nella gelatina balistica calibrata (sia nuda, sia
mascherata
con stoffa pesante) del tutto superiore alla norma. Durante la fase di
sviluppo
del PGHP, la Winchester effettuò alcune prove comparative
confrontando
i prototipi del proprio proiettile con altre tre munizioni ad
alterazione
strutturale di comprovata efficacia quali CCI "Gold-Dot", Federal "Hydra-Shok"
e Remington "Golden Saber". La
comparazione riguardava essanzialmente la
misurazione della penetrazione massima e del diametro finale dopo
l'impatto
con un blocco di gelatina balistica calibrata, sia nuda, sia mascherata
con
un quadruplo strato di stoffa di tipo "Denim".
Va rammentato, per i meno
informati, che questa procedura ha del tutto soppiantato a livello
industriale
il vecchio test polifasico ideato dall'FBI nella seconda metà
degli
anni '80 del XX secolo. Sempre durante la fase di sviluppo del PGHP, i
tecnici
della Winchester approntarono una prova molto particolare che prevedeva
la
collocazione di un femore bovino entro un blocco di gelatina balistica
calibrata
al 10%. Naturalmente non si tratta di un test da prendere come oro
colato
quanto, piuttosto di una verifica della resistenza strutturale
del
PGHP in seguito all'impatto con ossa molto grosse e robuste (N.B. ben più robuste di quelle umane !!).
Chiaramente
il risultato di una prova effettuata con l'ausilio di un femore bovino
non
è del tutto applicabile al genere umano, tuttavia si possono
ricavare
alcuni dettagli di rilievo. I tecnici della Winchester approntarono un
numero
di blocchi di gelatina sufficienti ad eseguire correttamente
l'esperimento avendo cura di collocare l'osso a 50mm dalla superificie
frontale dei vari blocchi. I risultati furono i seguenti:
- tutti i CCI Gold-Dot trapassarono completamente l'osso e
penetrarono la gelatina per circa 140mm
- il 50% delle Federal "HS" e
dei Remigton "GS" non
riuscirono a penetrare l'osso
- il rimanente 50% delle Federal "HS"
e dei Remington "GS"
trapassarono completamente l'osso e penetrarono la gelatina per circa
140mm
- tutti i PGHP trapassarono completamente l'osso e penetrarono la
gelatina per circa 200mm
In conclusione, il PGHP è un proiettile dotato di un'amplissima
gamma applicativa, che dovrebbe stimolare l'interesse delle Forze
dell'Ordine
di ogni Paese civile. Si spera che possa manifestarsi celermente un
profondo interesse in questo proiettile sia da parte degli Organi della
Comunità Europea funzionalmente competenti, sia da parte
delle varie Forze
dell'Ordine degli Stati membri