CONOSCIAMO MEGLIO IL BERETTA PM-12S IN CALIBRO
9X19MM NATO
§ 1 - genesi dell'arma
La progettazione del mitra Beretta PM-12 (N.B.
onde evitare confusione si rammenta che per definizione comune, il
"mitra" è un'arma di dimensioni compatte, capace di tiro selelttivo
e strutturata su di una cartuccia da pistola. Diversamente, la "pistola
mitragliatrice" è un'arma con le dimensioni di una pistola, o poco
più grandi, che impiega una munizione da pistola e che è
capace di tiro selettivo. In alte parole, anche se si fa spesso confusione,
la differenza tra mitra e pistola mitragliatrice risiede essenzialmente
nelle diverse dimensioni, MAGGIORI per il mitra e MINORI per la pistola
mitragliatrice) iniziò nel 1951 per opera dell'ing. D. Salza.
Più precisamente, dopo i grossi successi ottenuti dalla Beretta
con il MAB, i tecnici della plurisecolare azienda di Gardone Val Trompia
ritennero opportuno elaborare il progetto di un nuovo prodotto che dovesse
risultare realmente unico nel suo genere !! A partire dal 1951, e fino al
1956, D. Salza elaborò tutta una serie di progetti di G.
Oliani, i quali avevano come oggetto una serie di risuluzioni progettuali
estremamente avanzate. Per questo motivo, la fase di sperimentazione sui
prototii andò avanti per diversi anni, fino a quando, nel 1956, nacque
ufficialmente il mitra Beretta modello PM-12. Si trattava sicuramente
di una delle più ingegnose realizzazioni della tecnologia armiera
del XX secolo, tant'è vero che ancora oggi, a numerosi decenni di
disitanza, quest'arma è considerata come una delle migliori (e secondi
alcuni la migliore) della sua categoria. Allo stato attuale si può
dire che l'unica arma che può rivaleggiare, e superare sotto certi
aspetti, il PM-12 il mitra MP-5 prodotto dalla tedesca H&K. Sotto
il profilo progettuale, il punto di forza del PM-12 è senza dubbio
il suo otturatore telescopico (V. più oltre), così chiamato
perchè avvolge la canna per circa 2/3 della sua lunghezza totale.
Con questa risoluzione progettuale scarsamente nota al grande pubblico, i
tecnici della Beretta sono riusciti non solo ad ottenere una distribuzione
ottimale delle masse (dell'arma), ma anche a ridurre al minimo le vibrazioni
da queste generate durante il tiro. In termini pratici, l'arma è molto
compatta ed estremamente stabile e, inoltre, possiede una straordinaria fluidità
di funzionamento !! Al pari della quasi totalità delle armi prodotte
dalla Beretta, anche il PM-12 è caratterizzato da un'affidabilità
del tutto fenomenale. Per questo motivo, il successo commerciale dell'arma,
a livello internazionale, non si fece attendere. Nel 1961 il PM-12 venne
adottato ufficialmente dalle FF.AA. e dalle FF.PP. italiane. Nel giro di
pochi anni un numero elevatissimo di FFAA e/o FF.PP. di tutti i Paesi del
mondo la adottarono come arma di ordinanza. Ad esempio, solo in Brasile sono
stati prodotti su licenza (dalla Taurus) oltre 500.000 esemplari di PM-12.
Va poi ricordato che la FN di Herstal (Belgio), da anni consociata
con la Beretta, continua a produrre il PM-12(S). Allo stato attuale l'arma
è poi adottata ufficialmente da Alto-Volta, Arabia Saudita, Baharain,
Brasile, Ciad, Gabon, Guatemala, Indonesia, Libia, Nigeria, Somalia, Tunisia
e Venezuela. A questi Paesi che lo adottano ufficialmente, deve poi
aggiungersi un elenco altrettanto lungo di Paesi che lo adottano "...in
via segreta...", o non ufficiale, come gli USA, l'Angola o il
Sudafrica e molti altri ancora. Sul finire degli anni '70 del XX secolo
la Beretta decise di introdurre alcune modifiche significative al PM-12,
allo scopo di migliorarne ancora di più la qualità. Vennero
infatti introdotti :
- il selettore di tiro con leva a tre posizioni (sicura / colpo
singolo / raffica)
- un ridimensionamento degli organi di mira
- una modifica della finitura esterna con trattamento a base di resine
epossidiche
L'arma risultante da queste modifche vene denominata
PM-12S e, similmente al suo progenitore, è disponibile in due varianti
:
- modello base con calcio pieghevole in metallo
- modlelo speciale con calcio fisso in materiale plastico
Nella prima parte degli anni '90 del XX secolo l'arma vide una ulteriore
modifica che consistette nella intoduzione della terza sicura, cioè
quella alla manetta d'armamento (V. più oltre). Ultimo dettaglio,
ma non meno importante dei precdenti, è rappresentato del fatto che
il PM-12S (N.B. così come molte altre armi prodotte dalla Beretta)
è in possesso dell'omologazione NATO (NATO qualified)
: allo stato attuale sono pochissime le armi di questa categoria
in possesso di un simile riconoscimento !!
§ 2 - profili morfologici
Sotto l'aspetto morfologico, il PM-12 è un'arma dotata
di una linea del tutto innovativa, che ha contribuito in maniera non indifferente
al suo successo mondiale. Dal punto di vista pratico si mostra armonica
e profondamente bilanciata. La sua linea, aggressiva ma peculiare,
è caratterizzata dalla presenza della doppia impugnatura. Si tratta
di un aspetto che taluni criticano (N.B. chiaramente la critica proviene
dai soliti "esperti di tutto e niente" !!), ma che in realtà
è estremamente utile. Esso venne voluto a tutti i costi da D.
Salza, che riteneva la doppia impugnatura "...essenziale per il
corretto controllo dell'arma durante il tiro...". A voler ben guardare
si è trattato di un'intuizione brillante, poichè applicando
la corretta tecnica di tiro (N.B. si tratta sostanzialmente, di tenere
ambo i gomiti bassi e di concentrasi sul fatto di applicare due torsioni
contrapposte, con le due braccia, rispetto all'asse dell'arma ), con
l'uso della doppia impugnatura l'arma rimane "...praticamente immobile..."
nelle mani di un operatore esperto, il che consente di collocare i colpi
sul bersaglio con estrema velocità e precisione !!
§ 3 - profili strutturali
A causa della sua destinazione d'uso, la struttura del
PM-12 prevede un ampio impiego di parti stampate. Il castello è
completamente realizzato in lamiera acciaiosa, stampata ed elettrosaldata.
Più precisamente si tartta di due gusci metallici che, una volta
uniti tra di loro danno origine ai principali componenti strutturali dell'arma,.
quali :
- l castello
- la sede dell'otturatore (c.d. tunnel)
- le impugnature
- il bocchettone del caricatore
- la sede della scatola di scatto
Per ovvi motivi, l'otturatore è realizzato in acciaio
legato ed è ricavato dal pieno per asportazione di materiale. Le
guancette sono realizzate in materiale plastico. Il calcio è realizzato
completamente in acciaio nel modello di base, mentre è in materiale
plastico nel modello con calcio fisso. Le scritte identificative sono poste
sul lato sinistro del castello e, più precisamente, nella parte posteriore
della sede dell'otturatore. Il numero di matricola è collocato sia
sul castello, sia in prossimità della camera di cartuccia. L'arma
è dotata di uan finitura superficiale di tipo fosfatato.
§ 4 - vita operativa media
La vita operativa MEDIA di un esemplare di Beretta PM-12 (S) era originariamente
fissata in 20.000 colpi in calibro 9x19mm caricato secondo le specifiche
NATO. Dal momento che si tratta di un'arma a tiro selettivo e che, in linea
di massima, viene usata a colpo singolo, la conservazione nel corso del
tempo è comunque facilitata. Diversamente da una mitragliatrice
o da altre armi capaci SOLO di tiro automatico, se si da la prevalenza
al tiro a colpo singolo e si effettua la corretta manutenzione, è
relativamente facile superare i 30.000 colpi .
§ 5 - funzionamento
Il PM-12S è un'arma funzionante a massa battente con sfruttamento
DIRETTO dell'energia cinetica del rinculo da parte di un otturatore con
percussore fisso che contrasta con una specifica molla di recupero. La
sua caratteristica principale risiede nell'impiego del c.d. otturatore
telescopico, così chiamato perchè CONTRASTA l'impennamento
dell'arma durante la fase di chiusura sfruttando una peculiare distribuzione
della masse in movimento. Durante la realizzazione dell'arma, D. Salza
progettò un otturatore lungo circa 225mm e del peso di circa 700
grammi, con una parte anteriore "vuota" ed una posteriore "piena".
Per questo motivo l'otturatore è anche detto "otturatore a slitta",
poichè nella parte "vuota" va ad accogliere buona parte della
canna (N.B. cioè circa 140mm sui 200 di lunghezza totale).
Con un'attenta distribuzione della masse, Salza fece in modo che il baricentro
(dell'intero complesso) si venisse a trovare a circa 15mm dal piano di
culatta, il che permetteva di spostare gran parte della massa in avanti,
allo scopo di contrastare l'azione di rilevamento indotta dallo sparo.
In pratica, sparando l'otturatore arretra, estrae il bossolo dalla camera
di cartuccia ed arriva fino al suo punto morto posteriore. A quel punto,
il mollone di ritorno comincia a distendersi e rimanda in avanti l'otturatore.
Tornando in avanti, l'otturatore preleva una cartuccia dalle labbra del
caricatore e la immette in camera, ma la cosa più importante è
un'altra. Quando l'arma va in chiusura, l'estremità anteriore dell'otturatore
si viene a trovare a circa 60mm dal vivo di volata, il che comporta
una drastica riduzione del movimento di rilevamento.
§ 6 - sistema di chiusura
Il Beretta PM-12S adotta un sistema di chiusura a massa
assicurato dal suo peculiare otturatore c.d. telescopico. Si tratta
di un blocco d'acciaio lavorato dal pieno, lungo 225mm, dotato di una nicchia
che consente di accogliere la canna per circa 140mm. Il suo peso complessivo
e di circa 700 grammi.
§ 7 - castello
Il castello del PM-12S è realizzato in lamiera stampata, una
soluzione semplice ed economica che consente di realizzare un elevatissimo
numero di esemplari in tempi brevi e con qualità soddisfacente.
§ 8 - mire
Il Beretta PM-12S ha un sistema di mira convenzionale
basato su un mirino "a piolo" (o "a palo" che dir si voglia)
protetto da alette ed una tacca di mira a diottra anch'essa protetta da
alette. La tacca di mira possiede una diottra a "L" con due tarature
differenziate a 100 e a 200m. Il mirino è completamente regolabile
in derivazione. La collimazione è estremamente semplice e rapida,
e consente una notevole precisione di tiro alle distanze di impiego tipiche
di quest'arma (N.B. ovviamente non si può fare del tiro accademico
a 50m o del Bench-Rest a 100m con queste mire e pretendere rosate con una
dispersione pressochè nulla !!). Volendo sono disponibili mire
al Tritio (N.B. sono commercializzate dai più famosi produttori
internazionali di mire al tritio), così com'è possibile
l'applicazione.di collimatori elettro-ottici, o proiettori di luce LASER,
di varie dimensioni.
§ 7 - scatto
Lo scatto del PM-12S è estremamente semplice e funzionale.
Il grilletto agisce su dente di scatto costituito da una sorta di "
piastra",
o "
tavola" che dir si voglia, che normalmente è inclinata e
sporge dentro la sede di scorrimento dell'otturatore (il c.d. "
tunnel").
Premendo il grilletto questa piastra
assume una posizione orizzontale
e lascia l'otturatore libero di muoversi sotto l'azione della sula molla.
Subito dopo che il gilletto è stato premuto completamente la piastra
riassume la posizione inclinata e blocca nuovamente l'otturatore, impedendogli
di muoversi di nuovo in avanti. Trattasi del c.d. "
funzionamento a scappamento".
Ovviamente questo discorso vale solo quando il selettore è posizionato
sul tiro a colpo singolo (
cioè sulla lettera "F"). Se, viceversa,
viene selezionato il tiro a raffica (
cioè spostando il selettore
sulla lettera "R"), la piastra di cui sopra assume una posizione completamente
orizzontale, di tipo
permanente, fino a quando l'operatore tiene
premuto il grilletto. Questo consente ovviamente all'arma di sparare a
raffica. Essendo un'arma di derivazione militare, o comunque destinata
alle FF.AA. o alle FF.PP, lo scatto è particolamente "
duro",
e sono normalmente richiesti circa 4.000 GRAMMI per ottenere la partenza
del colpo. Si rammenta, inoltre, che tra la pressione completa del grilletto
e la partenza del colpo vi è un certo ritardo connesso al fatto
che l'otturatore DEVE compiere un tragitto di circa 75mm prima che il percussore
(N.B.
che, lo ricordiamo, è solidale all'otturatore e deve essere
spinto in avanti dal mollone di recupero) colpisca l'innesco della cartuccia.
Il modo migliore per sfruttare un simile scatto, e quindi ridurre gli errori
di tiro, è quello di adottare una tecnica affine a quella richiesta
per impiegare i revolver in Doppia Azione. In termini più semplici,
si tratta cioè di :
- appoggiare il dito indice della mano forte (N.B.
destra
per i tiratori destrorsi, sinistra per i tiratorsi sinistrorsi) in modo
che il dito sia "
più basso possibile", allo scopo cioè
di sfruttare l'effetto leva e ridurre lo sforzo richiesto per la trazione
completa
- apoggiare la seconda falange del dito indice della mano forte (N.B.
destra per i tiratori destrorsi, sinistra per i tiratorsi sinistrorsi)
sul grilletto
- appoggiare la punta del polpastrello del dito indice della mano
forte (N.B.
destra per i tiratori destrorsi, sinistra per i tiratorsi
sinistrorsi) contro il castello dell'arma (N.B.
sul lato destro o
sinistro, a seconda che si tratti di tiratore destrorso o sinistrorso),
in maniera tale da ridurre gli strappi laterali
Paradossalmente lo scatto in certi esemplari è netto e piuttosto
breve ma, a causa della natura del PM-12S, sempre piuttosto ruvido.
Alcuni affermano che "...
sarebbe meglio lucidare i piani dello scatto..."
anche se in realtà la cosa migliore da fare è un buon rodaggio
!! Ovviamente, per poter impiegare CORRETTAMENTE il PM-12S è assolutamente
NECESSARIO un buon addestramento di base (N.B.
di circa 6 mesi, dedicati
unicamente a quest'arma), corredato da un altrettanto necessario addestramento
di mantenimento (N.B.
almeno 4 volte al mese al poligono di tiro più
vicino, per sparare con giudizio circa 200 colpi per ogni singola sessione
di tiro).
§ 8 - sicure
Il PM-12 era originariamente dotato di due sicure, una a leva (azionabile
con il selettore di tiro) ed una automatica all'impugnatura (azionabile
tutte le volte che l'arma non veniva impugnata). Entrambe le sicure, quando
inserite, impediscono all'otturatore di arretrare. Per evitare spari
accidentali, le due sicure sono interagenti, e non è possibile togliere
la sicura automatica all'impugnatura se è inserita quella manuale.
Nei primi anni '90 del XX secolo,
D. Salza, su richiesta della Beretta,
introdusse e brevettò una terza sicura agente sulla manetta di
armamento. I vertici della Beretta volevano che l'arma fosse veramente
"...
a prova di stupido...", e chiesero a Salza di introdurre una
ulteriore sicura che impedisse spari accidentali qualora l'opeatore lasciasse
improvvisamente (o inavvertitamente) la manetta di armamento durante il
maneggio del PM-12S. Questa terza sicura è costituita da una sorta
di cremagliera che interagisce con due denti posti sotto la manetta d'armamento.
Questi due denti si abbassano quando l'operatore preme sulla leva per armare
l'otturatore. Se, durante questa operazione , per qualsiasi caso la manetta
d'armamento dovesse scivolare dalla mano dell'operatore, i denti ingaggerebbero
la cremagliera ed impedirebbero ogni sparo accidentale !! Al termine della
cremagliera (N.B.
la lunghezza della cremagliera non è causale,
ma coincidente con lo spazio necessario per armare lo scatto dell'arma)
si trova uno spessore dotato di un invito di profilo inclinato. Questo profilo
(piano) inclinato va ad intergire con i denti posti sotto la manetta d'armamento
e disattiva la sicura, consentendo così al PM-12 di sparare.
Si ricorda infine che la manetta d'armamento ha una struttura interna che
è elettrosaldata all'otturatore, ed una struttura esterna che ha un
profilo semilunare ed è solcata da quattro fresature orizzontali per
facilitarne la presa.
§ 9 - porto, trasporto e impiego pratico
Il trasporto del PM-12S è estremamente semplificato a causa
della possibilità di chiudere il calciolo pieghevole e di ridurre
l'ingombro dell'arma solo 418mm. Si rammenta che il porto può avvenire
con o senza la relativa cinghia, ma che DEVE sempre avvenire con il rispetto
ASSOLUTO delle principali norme di sicurezza relativo al maneggio di qualsiasi
arma. La cosa importante è che quando si impiega la cinghia di
trasporto, dovrebbe essere evitato il porto c.d. "
a collana", poichè
estremamente pericoloso per la sicurezza dell'operatore e di eventuali
soggetti terzi. Per evitare il porto "
a collana" è NECESSARIO
utilizzare una cinghia di trasporto c.d. "
tattica" che consente
il porto di tipo maggiormente "
defilato" e meno pericoloso. Per
quanto concerne L'impiego pratico del PM-12S, esso è estremamente
semplice se l'operatore è in possesso del CORRETTO addestramento
di base. Quello che è importante da ricordare è che il calciolo
DEVE sempre essere esteso (per i modelli con calcio pieghevole) se si
vuole massimizzare la precisione di tiro !! E' vero che l'arma è
comunque controllabile a causa della sua struttura, ma è altrettanto
vero con il calcio ESTESO e ben APPOGGIATO alla spalla, il controllo dell'arma
e la precisione di tiro sono NETTAMENTE superiori. Durante la fase addestrativa
gli istruttori devono spingere gli allievi a usare SEMPRE il calciolo esteso,
perchè SOLO in questo modo sarà possibile sfruttare l'arma
al massimo delle sue potenzialità.
§ 10 - precisione intrinseca
Il PM-12 è dotato di una notevole precisione, specie se si
considera l'origine dell'arma e la sua destinazione d'uso. Con l'arma
bloccata in morsa, a 50m è possibile collocare TUTTO il contenuto
del caricatore standard Beretta da 32 colpi in un cerchio da 100mm di
diametro !! Si noti che questo risultato è possibile impiegando
qualsiasi munizione prodotta da qualsiasi fabbricante (eurpoeo o extraeuropeo)
in possesso dell'omologazione NATO. Ciò detto, l'arma mostra
una notevole precisione ANCHE con munizioni commerciali di qualsiasi fattura,
a prescindere che si tratti di versioni completamente blindate, semiblindate
o in piombo.
§ 11 - smontaggio e manutenzione ordinaria
Lo smontaggio ordinario (
field stripping) del PM-12S avviene
in maniera estremamente semplificata e non richiede l'ausilio di alcun
attrezzo specifico. Dopo avere estratto il caricatore ed essersi assicurati
che l'arma sia EFFETTIVAMENTE scarica (N.B.
fatelo sempre due volte
!!), è necessario procedere come segue :
- disimpegnare il fermo a molla della ghiera anteriore e svitare la
ghiera dalla sua sede
- sfilare la canna in avanti
- sfilare la ghiera frontale dalla canna
- afferrare l'otturatore, sollevare la canna dalla sua sede e separarla
dalla sua sede (dentro all'otturatore stesso)
- disimpegnare il fermo posteriore e togliere il relativo tappo, svitandolo
dalla sua sede
- togliere il tappo posteriore e la molla di recupero
A questo punto l'arma è pronta per essere sottoposta alla
pulizia, operazione che, ricordiamo, DEVE essere SEMPRE fatta al termine
di OGNI sessione di tiro. Per semplificare le cose è necessario
smontare l'arma in un luogo a ciò specificamente deputato, ed appoggiare
o vari componenti in maniera odinata in modo tale da semplificare le successive
operazioni di riassemblaggio.
segue - manutenzione ordinaria
Dopo avere effettuato lo smontaggio da campo completo (N.B.
lo
smontaggio avanzato DEVE essere fatto SOLO dal personale di servizio altamente
specializzato !!), è NECESSARIO per prima cosa SGRASSARE accuratamente
l'arma. Per fare questo è sufficiente irrorare abbondantemente l'arma
con un idrocarburo altamente volatile come gasolio, cherosene, benzina
bianca o diluente per vernici sintetiche (c.d.
acquaragia).
ATTENZIONE!!
NON LUBRIFICATE MAI L'ARMA SE PRIMA NON L'AVETE
SGRASSATA ACCURATAMENTE E SE NON AVETE RIMOSSO TUTTI I RESIDUI DI SPARO
LEGATI ALLA COMBUSTIONE DEI PROPELLENTI USATI NELLE MODERNE MUNIZIONI !!
Dopo avere sgrassato accuratamente l'arma, è possibile pulire
la canna con lo scovolo e gli appositi prodotti per la rimozione dei depositi
di rame. A questo punto è possibile asciugare l'arma e procedere
finalmente alla sua lubrificazione. Dopo avere effettuato la lubrificazione,
l'arma può essere rimontata e riposta in armeria. Prima di ripore in
armeria la singola arma è necessario verificare che tutte le parti
in movimento funzionino regolarmente. Se queste verifiche sono positive, l'arma
può essere riposta in armeria, naturalmente dopo avere effettuato le
appropriate iscrizioni sui registri di carico e scarico.
ATTENZIONE !!
PER FAVORE PULITE
SEMPRE LA CANNA CON PRODOTTI SPECIFICI COME IL MILFOAM (consultate il
sito www.milfoam.fi per ulteriori informazioni) OD IL GUNSLICK (consultate il sito www.gunslick.com per ulteriori informazioni)
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DI PULIZIA !!
segue - possibilità di personalizzazione
Il PM-12S può essere realizzato su specifiche richieste del
clinete, oppure può essere personalizzato direttamente dal cliente
tramite specifiche modifiche post-vendita. Per quanto attiene le produzioni
in serie limiata, anni fa la Beretta produsse degli esemplari di PM-12 placcati
oro a 24 carati per l'Arabia Saudita. Le guancette delle impugnature anteriore
e posteriore possono essere realizzate in plastica (nera o marrone) , oppure
in legno di vario tipo. Il calcio può essere pieghevole in metallo,
oppure fisso in materiale plastico (policarbonato). La Beretta ha poi prodotto
delle versioni speciali del PM-12S con l'impugnatura anteriore modificata
in maniera tale da consentire il montaggio di una torcia ad alta intensità
su richiesta dell'Arma dei Carabinieri. Eisotno poi varianti con la parte
superiore del castello modificata grazie alla presenza di una rotaia di
tipo
MIL-STD1913, che consente il montaggio di una vastissima quantità
di accessori come collimatori a luce LASER o di tipo elettro-ottico.
§ 12 - scheda tecnica
-
MODELLO = PM-12S
-
COSTRUTTORE = Beretta Armi SpA. via Beretta, 18 - 25063
Gardone Val Trompia (BS), telefono 030/83411, fax 030/8341421, sito internet
www.beretta.it
-
TIPO = mitra
-
CALIBRO = 9x19mm NATO
-
ALIMENTAZIONE = caricatore prismatico amovibile della capacità
di 32 cartucce (calibro 9x19mm NATO). Sono altresì disponibili
caricatori speciali da 10, 20 o 30 colpi
-
CANNA = da 200mm con rigatura convenzionale
-
RIGATURA = convenzionale a sei rigature con passo costante
di 1 giro in 250mm (1 in 10")
-
FUNZIONAMENTO = chiusura a massa. Tiro selettivo
-
SCATTO = di tipo militare, del peso di circa 4000 grammi
-
MIRE = mirino a palo protetto da alette regolabile in deriva.
Tacca di mira a diottra protetta da alette con due fogliette pretarate a
100 ed a 200m
-
MATERIALI = lamiera acciaiosa per il castello. Plastica (policarbonato)
o legno per le guancette anteriori e posteriori. Metallo o plastica (policarbonato)
per il calcio. Acciaio legato per la canna e per l'otturatore
-
LUNGHEZZA TOTALE = 660mm (418mm con il calcio chiuso)
-
SICURA = manuale sul fusto, automatica sull'impugnatura (modelli
PM-12 e PM-12 / S1); manuale sul fusto, automatica sull'impugnatura e
sulla manetta di armamento (modello PM-12 S / 2)
-
LINEA DI MIRA = 350mm
-
PESO (SCARICA) = 3200 grammi
-
FINITURA = castello di colore nero protetto da finitura speciale
con resina epossidica (modello PM-12) o fosfatizzato (modelli PM-12 S
/ 1 e PM-12 S / 2). Canna brunita esternamente e cromata internamente.
Guancette di colore nero (plastica marrone o legno a richiesta)
-
CADENZA DI TIRO (TEORICA) = 550 / 650 colpi al minuto
-
NOTE = sono disponibili vari accessori per soddisfare le
diverse necessità del cliente
- Una rosata ottenuta a 25m impiegando un Beretta PM-12S ed utilizzando la tecnica
di tiro lento mirato. Munizioni GFL da 123grs, con palla completamente blindata
a punta tonda (FMJ-RN) e blindatura in rame 70/30. -
- Una rosata ottenuta a 50m impiegando un Beretta PM-12S ed utilizzando la tecnica
di tiro lento mirato. Munizioni GECO da 123grs standard NATO (STANAG
4090), con palla completamente blindata a punta tonda (FMJ-RN) e blindatura
in rame 70/30. -