CONOSCIAMO MEGLIO IL BERETTA PM-12S IN CALIBRO 9X19MM NATO


§ 1 - genesi dell'arma


La progettazione del mitra Beretta PM-12 (N.B. onde evitare confusione si rammenta che per definizione comune, il "mitra" è un'arma di dimensioni compatte, capace di tiro selelttivo e strutturata su di una cartuccia da pistola. Diversamente, la "pistola mitragliatrice" è un'arma con le dimensioni di una pistola, o poco più grandi, che impiega una munizione da pistola e che è  capace di tiro selettivo. In alte parole, anche se si fa spesso confusione, la differenza tra mitra e pistola mitragliatrice risiede essenzialmente nelle diverse dimensioni, MAGGIORI per il mitra e MINORI  per la pistola mitragliatrice) iniziò nel 1951 per opera dell'ing. D. Salza. Più precisamente, dopo i grossi successi ottenuti dalla Beretta con il MAB, i tecnici della plurisecolare azienda di Gardone Val Trompia ritennero opportuno elaborare il progetto di un nuovo prodotto che dovesse risultare realmente unico nel suo genere !! A partire dal 1951, e fino al 1956, D. Salza elaborò tutta una serie di progetti di G. Oliani, i quali avevano come oggetto una serie di risuluzioni progettuali estremamente avanzate. Per questo motivo, la fase di sperimentazione sui prototii andò avanti per diversi anni, fino a quando, nel 1956, nacque ufficialmente il mitra Beretta modello PM-12. Si trattava sicuramente di una delle più ingegnose realizzazioni della tecnologia armiera del XX secolo, tant'è vero che ancora oggi, a numerosi decenni di disitanza, quest'arma è considerata come una delle migliori (e secondi alcuni la migliore) della sua categoria. Allo stato attuale si può dire che l'unica arma che può rivaleggiare, e superare sotto certi aspetti, il  PM-12 il mitra MP-5 prodotto dalla tedesca H&K. Sotto il profilo progettuale, il punto di forza del PM-12 è senza dubbio il suo otturatore telescopico (V. più oltre), così chiamato perchè avvolge la canna per circa 2/3 della sua lunghezza totale. Con questa risoluzione progettuale scarsamente nota al grande pubblico, i tecnici della Beretta sono riusciti non solo ad ottenere una distribuzione ottimale delle masse (dell'arma), ma anche a ridurre al minimo le vibrazioni da queste generate durante il tiro. In termini pratici, l'arma è molto compatta ed estremamente stabile e, inoltre, possiede una straordinaria fluidità di funzionamento !! Al pari della quasi totalità delle armi prodotte dalla Beretta, anche il PM-12 è caratterizzato da un'affidabilità del tutto fenomenale. Per questo motivo, il successo commerciale dell'arma, a livello internazionale, non si fece attendere. Nel 1961 il PM-12 venne adottato ufficialmente dalle FF.AA. e dalle FF.PP. italiane. Nel giro di pochi anni un numero elevatissimo di FFAA e/o FF.PP. di tutti i Paesi del mondo la adottarono come arma di ordinanza. Ad esempio, solo in Brasile sono stati prodotti su licenza (dalla Taurus) oltre 500.000 esemplari di PM-12. Va poi ricordato che la FN di Herstal (Belgio), da anni consociata con la Beretta, continua a produrre il PM-12(S). Allo stato attuale l'arma è poi adottata ufficialmente da Alto-Volta, Arabia Saudita, Baharain, Brasile, Ciad, Gabon, Guatemala, Indonesia, Libia, Nigeria, Somalia, Tunisia e Venezuela. A questi Paesi che lo adottano ufficialmente, deve poi aggiungersi un elenco altrettanto lungo di Paesi che lo adottano "...in via segreta...", o non ufficiale, come gli USA, l'Angola o il Sudafrica e molti altri ancora. Sul finire degli anni '70 del XX secolo la Beretta decise di introdurre alcune modifiche significative al PM-12, allo scopo di migliorarne ancora di più la qualità. Vennero infatti introdotti :


- il selettore di tiro con  leva a tre posizioni (sicura / colpo singolo / raffica)
- un ridimensionamento degli organi di mira
- una modifica della finitura esterna con trattamento a base di resine epossidiche


L'arma risultante da queste modifche vene denominata PM-12S e, similmente al suo progenitore, è disponibile in due varianti :


- modello base con calcio pieghevole in metallo
- modlelo speciale con calcio fisso in materiale plastico


Nella prima parte degli anni '90 del XX secolo l'arma vide una ulteriore modifica che consistette nella intoduzione della terza sicura, cioè quella alla manetta d'armamento (V. più oltre). Ultimo dettaglio, ma non meno importante dei precdenti, è rappresentato del fatto che il PM-12S (N.B. così come molte altre armi prodotte dalla Beretta) è  in possesso dell'omologazione NATO (NATO qualified) : allo stato attuale sono pochissime le armi di questa categoria in possesso di un simile riconoscimento !!


      



§ 2 - profili morfologici



Sotto l'aspetto morfologico, il  PM-12 è un'arma dotata di una linea del tutto innovativa, che ha contribuito in maniera non indifferente al suo successo mondiale. Dal punto di vista pratico si mostra armonica e profondamente bilanciata. La sua linea, aggressiva  ma peculiare, è caratterizzata dalla presenza della doppia impugnatura. Si tratta di un aspetto che taluni criticano (N.B. chiaramente la critica proviene dai soliti "esperti di tutto e niente" !!), ma che in realtà è estremamente utile. Esso venne voluto a tutti i costi da D. Salza, che riteneva la doppia impugnatura "...essenziale per il corretto controllo dell'arma durante il tiro...". A voler ben guardare si è trattato di un'intuizione brillante, poichè applicando la corretta tecnica di tiro (N.B. si tratta sostanzialmente, di tenere ambo i gomiti bassi e di concentrasi sul fatto di applicare due torsioni contrapposte, con le due braccia, rispetto all'asse dell'arma ), con l'uso della doppia impugnatura l'arma rimane "...praticamente immobile..." nelle mani di un operatore esperto, il che consente di collocare i colpi sul bersaglio con estrema velocità e precisione !!


       



§ 3 - profili strutturali



A causa della sua destinazione d'uso, la struttura del PM-12  prevede un ampio impiego di parti stampate. Il castello è completamente realizzato in lamiera acciaiosa, stampata ed elettrosaldata. Più precisamente si tartta di due gusci metallici che, una volta uniti tra di loro danno origine ai principali componenti strutturali dell'arma,. quali :


- l castello
- la sede dell'otturatore (c.d. tunnel)
- le impugnature
- il bocchettone del caricatore
- la sede della scatola di scatto


Per ovvi motivi, l'otturatore è  realizzato in acciaio legato ed è ricavato dal pieno per asportazione di materiale. Le guancette sono realizzate in materiale plastico. Il calcio è realizzato completamente in acciaio nel modello di base, mentre è in materiale plastico nel modello con calcio fisso. Le scritte identificative sono poste sul lato sinistro del castello e, più precisamente, nella parte posteriore della sede dell'otturatore. Il numero di matricola è collocato sia sul castello, sia in prossimità della camera di cartuccia. L'arma è dotata di uan finitura superficiale di tipo fosfatato.



§ 4 - vita operativa media



La vita operativa MEDIA di un esemplare di Beretta PM-12 (S) era originariamente fissata in 20.000 colpi in calibro 9x19mm caricato secondo le specifiche NATO. Dal momento che si tratta di un'arma a tiro selettivo e che, in linea di massima, viene usata a colpo singolo, la conservazione nel corso del tempo è comunque facilitata. Diversamente da una mitragliatrice o da altre armi capaci SOLO di tiro automatico, se si da la prevalenza al tiro a colpo singolo e si effettua la corretta manutenzione, è relativamente facile superare i 30.000 colpi .



§ 5 - funzionamento




Il PM-12S è un'arma funzionante a massa battente con sfruttamento DIRETTO dell'energia cinetica del rinculo da parte di un otturatore con percussore fisso che contrasta con una specifica molla di recupero. La sua caratteristica principale risiede nell'impiego del c.d. otturatore telescopico, così chiamato perchè CONTRASTA l'impennamento dell'arma durante la fase di chiusura sfruttando una peculiare distribuzione della masse in movimento. Durante la realizzazione dell'arma, D. Salza progettò un otturatore lungo circa 225mm e del peso di circa 700 grammi, con una parte anteriore "vuota" ed una posteriore "piena". Per questo motivo l'otturatore è anche detto "otturatore a slitta", poichè nella parte "vuota" va ad accogliere buona parte della canna (N.B. cioè circa 140mm sui 200 di lunghezza totale). Con un'attenta distribuzione della masse, Salza fece in modo che il baricentro (dell'intero complesso) si venisse a trovare a circa 15mm dal piano di culatta, il che permetteva di spostare gran parte della massa in avanti, allo scopo di contrastare l'azione di rilevamento indotta dallo sparo. In pratica, sparando l'otturatore arretra, estrae il bossolo dalla camera di cartuccia ed arriva fino al suo punto morto posteriore. A quel punto, il mollone di ritorno comincia a distendersi e rimanda in avanti l'otturatore. Tornando in avanti, l'otturatore preleva una cartuccia dalle labbra del caricatore e la immette in camera, ma la cosa più importante è un'altra. Quando l'arma va in chiusura, l'estremità anteriore dell'otturatore si viene a trovare a circa 60mm  dal vivo di volata, il che comporta una drastica riduzione del movimento di rilevamento.



§ 6 - sistema di chiusura



Il Beretta PM-12S adotta un sistema di chiusura a massa assicurato dal suo peculiare otturatore c.d. telescopico. Si tratta di un blocco d'acciaio lavorato dal pieno, lungo 225mm, dotato di una nicchia che consente di accogliere la canna per circa 140mm. Il suo peso complessivo e di circa 700 grammi.



§ 7 - castello


Il castello del PM-12S è realizzato in lamiera stampata, una soluzione semplice ed economica che consente di realizzare un elevatissimo numero di esemplari in tempi brevi e con qualità soddisfacente.



§ 8 - mire



Il Beretta PM-12S ha un sistema di mira convenzionale basato su un mirino "a piolo" (o "a palo" che dir si voglia) protetto da alette ed una tacca di mira a diottra anch'essa protetta da alette. La tacca di mira possiede una diottra a "L" con due tarature differenziate a 100 e a 200m. Il mirino è completamente regolabile in derivazione. La collimazione è estremamente semplice e rapida, e consente una notevole precisione di tiro alle distanze di impiego tipiche di quest'arma (N.B. ovviamente non si può fare del tiro accademico a 50m o del Bench-Rest a 100m con queste mire e pretendere rosate con una dispersione pressochè nulla !!). Volendo sono disponibili mire al Tritio (N.B. sono commercializzate dai più famosi produttori internazionali di mire al tritio), così com'è possibile l'applicazione.di collimatori elettro-ottici, o proiettori di luce LASER, di varie dimensioni.




§ 7 - scatto



Lo scatto del PM-12S è estremamente semplice e funzionale. Il grilletto agisce su dente di scatto costituito da una sorta di "piastra", o "tavola" che dir si voglia, che normalmente è inclinata e sporge dentro la sede di scorrimento dell'otturatore (il c.d. "tunnel"). Premendo il grilletto questa piastra assume una posizione orizzontale e lascia l'otturatore libero di muoversi sotto l'azione della sula molla. Subito dopo che il gilletto è stato premuto completamente la piastra riassume la posizione inclinata e blocca nuovamente l'otturatore, impedendogli di muoversi di nuovo in avanti. Trattasi del c.d. "funzionamento a scappamento". Ovviamente questo discorso vale solo quando il selettore è posizionato sul tiro a colpo singolo (cioè sulla lettera "F"). Se, viceversa, viene selezionato il tiro a raffica (cioè spostando il selettore sulla lettera "R"), la piastra di cui sopra assume una posizione completamente orizzontale, di tipo permanente, fino a quando l'operatore tiene premuto il grilletto. Questo consente ovviamente all'arma di sparare a raffica. Essendo un'arma di derivazione militare, o comunque destinata alle FF.AA. o  alle FF.PP, lo scatto è particolamente "duro", e sono normalmente richiesti circa 4.000 GRAMMI per ottenere la partenza del colpo. Si rammenta, inoltre, che tra la pressione completa del grilletto e la partenza del colpo vi è un certo ritardo connesso al fatto che l'otturatore DEVE compiere un tragitto di circa 75mm prima che il percussore (N.B. che, lo ricordiamo, è solidale all'otturatore e deve essere spinto in avanti dal mollone di recupero) colpisca l'innesco della cartuccia. Il modo migliore per sfruttare un simile scatto, e quindi ridurre gli errori di tiro, è quello di adottare una tecnica affine a quella richiesta per impiegare i revolver in Doppia Azione. In termini più semplici, si tratta cioè di :


- appoggiare il dito indice della mano forte  (N.B. destra per i tiratori destrorsi, sinistra per i tiratorsi sinistrorsi) in modo che il dito sia "più basso possibile", allo scopo cioè di sfruttare l'effetto leva e ridurre lo sforzo richiesto per la trazione completa
- apoggiare la seconda falange del dito indice della mano forte  (N.B. destra per i tiratori destrorsi, sinistra per i tiratorsi sinistrorsi) sul grilletto
- appoggiare la punta del polpastrello del dito indice della mano forte  (N.B. destra per i tiratori destrorsi, sinistra per i tiratorsi sinistrorsi) contro il castello dell'arma (N.B. sul lato destro o sinistro, a seconda che si tratti di tiratore destrorso o sinistrorso), in maniera tale da ridurre gli strappi laterali


Paradossalmente lo scatto in certi esemplari è netto e piuttosto breve ma, a causa della natura del PM-12S, sempre  piuttosto ruvido. Alcuni affermano che "...sarebbe meglio lucidare i piani dello scatto..." anche se in realtà la cosa migliore da fare è un buon rodaggio !! Ovviamente, per poter impiegare CORRETTAMENTE il PM-12S è assolutamente NECESSARIO un buon addestramento di base (N.B. di circa 6 mesi, dedicati unicamente a quest'arma), corredato da un altrettanto necessario addestramento di mantenimento (N.B. almeno 4 volte al mese al poligono di tiro più vicino, per sparare con giudizio circa 200 colpi per ogni singola sessione di tiro).



§ 8 - sicure




Il PM-12 era originariamente dotato di due sicure, una a leva (azionabile con il selettore di tiro) ed una automatica all'impugnatura (azionabile tutte le volte che l'arma non veniva impugnata). Entrambe le sicure, quando inserite,  impediscono all'otturatore di arretrare. Per evitare spari accidentali, le due sicure sono interagenti, e non è possibile togliere la sicura automatica all'impugnatura se è inserita quella manuale. Nei primi anni '90 del XX secolo, D. Salza, su richiesta della Beretta,  introdusse e brevettò una terza sicura agente sulla manetta di armamento. I vertici della Beretta volevano che l'arma fosse veramente "...a prova di stupido...", e chiesero a Salza di introdurre una ulteriore sicura che impedisse spari accidentali qualora l'opeatore lasciasse improvvisamente (o inavvertitamente) la manetta di armamento durante il maneggio del PM-12S. Questa terza sicura è costituita da una sorta di cremagliera che interagisce con due denti posti sotto la manetta d'armamento. Questi due denti si abbassano quando l'operatore preme sulla leva per armare l'otturatore. Se, durante questa operazione , per qualsiasi caso la manetta d'armamento dovesse scivolare dalla mano dell'operatore, i denti ingaggerebbero la cremagliera ed impedirebbero ogni sparo accidentale !! Al termine della cremagliera (N.B. la lunghezza della cremagliera non è causale, ma coincidente con lo spazio necessario per armare lo scatto dell'arma) si trova uno spessore dotato di un invito di profilo inclinato. Questo profilo (piano) inclinato va ad intergire con i denti posti sotto la manetta d'armamento  e disattiva la sicura, consentendo così al PM-12 di sparare. Si ricorda infine che la manetta d'armamento ha una struttura interna che è elettrosaldata all'otturatore, ed una struttura esterna che ha un profilo semilunare ed è solcata da quattro fresature orizzontali per facilitarne la presa.



§ 9 - porto, trasporto  e impiego pratico




Il trasporto del PM-12S è estremamente semplificato a causa della possibilità di chiudere il calciolo pieghevole e di ridurre l'ingombro dell'arma solo 418mm. Si rammenta che il porto può avvenire con o senza la relativa cinghia, ma che DEVE sempre avvenire con il rispetto ASSOLUTO delle principali norme di sicurezza relativo al maneggio di qualsiasi arma. La cosa importante è che quando si impiega la cinghia di trasporto, dovrebbe essere evitato il porto c.d. "a collana", poichè estremamente pericoloso per la sicurezza dell'operatore e di eventuali soggetti terzi. Per evitare il porto "a collana" è NECESSARIO utilizzare una cinghia di trasporto c.d. "tattica"  che consente il porto di tipo maggiormente "defilato" e meno pericoloso. Per quanto concerne L'impiego pratico del PM-12S, esso è estremamente semplice se l'operatore è in possesso del CORRETTO addestramento di base. Quello che è importante da ricordare è che il calciolo DEVE sempre essere esteso (per i modelli con calcio pieghevole) se si vuole massimizzare la precisione di tiro !! E' vero che l'arma è comunque controllabile a causa della sua struttura, ma è altrettanto vero con il calcio ESTESO e ben APPOGGIATO alla spalla, il controllo dell'arma e la precisione di tiro sono NETTAMENTE superiori. Durante la fase addestrativa gli istruttori devono spingere gli allievi a usare SEMPRE il calciolo esteso, perchè SOLO in questo modo sarà possibile sfruttare l'arma al massimo delle sue potenzialità.



§ 10 - precisione intrinseca




Il PM-12 è dotato di una notevole precisione, specie se si considera l'origine dell'arma e la sua destinazione d'uso. Con l'arma bloccata in morsa, a 50m  è possibile collocare TUTTO il contenuto del caricatore standard Beretta da 32 colpi in un cerchio da 100mm di diametro !! Si noti che questo risultato è possibile impiegando qualsiasi munizione prodotta da qualsiasi fabbricante (eurpoeo o extraeuropeo) in possesso dell'omologazione  NATO. Ciò detto, l'arma mostra una notevole precisione ANCHE con munizioni commerciali di qualsiasi fattura, a prescindere che si tratti di versioni completamente blindate, semiblindate o in piombo.



§ 11 - smontaggio  e manutenzione ordinaria



Lo smontaggio ordinario (field stripping) del PM-12S avviene in maniera estremamente semplificata e non richiede l'ausilio di alcun attrezzo specifico. Dopo avere estratto il caricatore ed essersi assicurati che l'arma sia EFFETTIVAMENTE scarica (N.B. fatelo sempre due volte !!), è necessario procedere come segue :


- disimpegnare il fermo a molla della ghiera anteriore e svitare la ghiera dalla sua sede
- sfilare la canna in avanti
- sfilare la ghiera frontale dalla canna
- afferrare l'otturatore, sollevare la canna dalla sua sede e separarla dalla sua sede (dentro all'otturatore stesso)
- disimpegnare il fermo posteriore e togliere il relativo tappo, svitandolo dalla sua sede
- togliere il tappo posteriore e la molla di recupero


A questo punto l'arma è pronta per essere sottoposta alla pulizia, operazione che, ricordiamo, DEVE essere SEMPRE fatta al termine di OGNI sessione di tiro. Per semplificare le cose è necessario smontare l'arma in un luogo a ciò specificamente deputato, ed appoggiare o vari componenti in maniera odinata in modo tale da semplificare le successive operazioni di riassemblaggio.


                                                     


segue - manutenzione ordinaria


Dopo avere effettuato lo smontaggio da campo completo (N.B. lo smontaggio avanzato DEVE essere fatto SOLO dal personale di servizio altamente specializzato !!), è NECESSARIO per prima cosa SGRASSARE accuratamente l'arma. Per fare questo è sufficiente irrorare abbondantemente l'arma con un idrocarburo altamente volatile come gasolio, cherosene, benzina bianca o diluente per vernici sintetiche (c.d. acquaragia).


                                                                             ATTENZIONE!!

NON LUBRIFICATE MAI L'ARMA SE PRIMA NON L'AVETE SGRASSATA ACCURATAMENTE E SE NON AVETE RIMOSSO TUTTI I RESIDUI DI SPARO LEGATI ALLA COMBUSTIONE DEI PROPELLENTI USATI NELLE MODERNE MUNIZIONI !!



Dopo avere sgrassato accuratamente l'arma, è possibile pulire la canna con lo scovolo e gli appositi prodotti per la rimozione dei depositi di rame. A questo punto è possibile asciugare l'arma e procedere finalmente alla sua lubrificazione. Dopo avere effettuato la lubrificazione, l'arma può essere rimontata e riposta in armeria. Prima di ripore in armeria la singola arma è necessario verificare che tutte le parti in movimento funzionino regolarmente. Se queste verifiche sono positive, l'arma può essere riposta in armeria, naturalmente dopo avere effettuato le appropriate iscrizioni sui registri di carico e scarico.


                                                                               ATTENZIONE !!

PER FAVORE PULITE SEMPRE LA CANNA CON PRODOTTI SPECIFICI COME IL MILFOAM (consultate il sito www.milfoam.fi per ulteriori informazioni) OD IL GUNSLICK (consultate il sito www.gunslick.com per ulteriori informazioni) . SI TRATTA DI OTTIMI PRODOTTI CHE ELIMINANO I DEPOSITI PARASSITI DI RAME IN PROFONDITA' E FACILITANO LE OPERAZIONI DI PULIZIA !!


segue - possibilità di personalizzazione




Il PM-12S può essere realizzato su specifiche richieste del clinete, oppure può essere personalizzato direttamente dal cliente tramite specifiche modifiche post-vendita. Per quanto attiene le produzioni in serie limiata, anni fa la Beretta produsse degli esemplari di PM-12 placcati oro a 24 carati per l'Arabia Saudita. Le guancette delle impugnature anteriore e posteriore possono essere realizzate in plastica (nera o marrone) , oppure in legno di vario tipo. Il calcio può essere pieghevole in metallo, oppure fisso in materiale plastico (policarbonato). La Beretta ha poi prodotto delle versioni speciali del PM-12S con l'impugnatura anteriore modificata in maniera tale da consentire il montaggio di una torcia ad alta intensità su richiesta dell'Arma dei Carabinieri. Eisotno poi varianti con la parte superiore del castello modificata grazie alla presenza di una rotaia di tipo MIL-STD1913, che consente il montaggio di una vastissima quantità di accessori come collimatori a luce LASER o di tipo elettro-ottico.



§ 12 -  scheda tecnica



- MODELLO = PM-12S
- COSTRUTTORE = Beretta Armi SpA. via  Beretta, 18 - 25063 Gardone Val Trompia (BS), telefono 030/83411, fax 030/8341421, sito internet www.beretta.it
- TIPO = mitra
- CALIBRO = 9x19mm NATO
- ALIMENTAZIONE = caricatore prismatico amovibile della capacità di 32 cartucce (calibro 9x19mm NATO). Sono altresì disponibili caricatori speciali da 10, 20 o 30 colpi
- CANNA = da 200mm con rigatura convenzionale
- RIGATURA = convenzionale a sei rigature con passo costante di 1 giro in 250mm (1 in 10")
- FUNZIONAMENTO = chiusura  a massa. Tiro selettivo
- SCATTO = di tipo militare, del peso di circa 4000 grammi
- MIRE = mirino a palo protetto da alette regolabile in deriva. Tacca di mira a diottra protetta da alette con due fogliette pretarate a 100 ed a 200m
- MATERIALI = lamiera acciaiosa per il castello. Plastica (policarbonato) o legno per le guancette anteriori e posteriori. Metallo o plastica (policarbonato) per il calcio. Acciaio legato per la canna e per l'otturatore
- LUNGHEZZA TOTALE = 660mm (418mm con il calcio chiuso)
- SICURA = manuale sul fusto, automatica sull'impugnatura (modelli PM-12 e PM-12 / S1); manuale sul fusto, automatica sull'impugnatura e sulla manetta di armamento (modello PM-12 S / 2)
- LINEA DI MIRA = 350mm
- PESO (SCARICA) = 3200 grammi
- FINITURA = castello di colore nero protetto da finitura speciale con resina epossidica (modello PM-12) o fosfatizzato (modelli PM-12 S / 1 e PM-12 S / 2). Canna brunita esternamente e cromata internamente. Guancette di colore nero (plastica marrone o legno a richiesta)
- CADENZA DI TIRO (TEORICA) = 550 / 650 colpi al minuto
- NOTE = sono disponibili vari accessori per soddisfare le diverse necessità del cliente



                                                          



- Una rosata ottenuta a 25m impiegando un Beretta PM-12S ed utilizzando la tecnica di tiro lento mirato. Munizioni GFL da 123grs, con palla completamente blindata a punta tonda (FMJ-RN) e blindatura in rame 70/30. -


                                                            


- Una rosata ottenuta a 50m impiegando un Beretta PM-12S ed utilizzando la tecnica di tiro lento mirato. Munizioni GECO da 123grs standard NATO (STANAG 4090), con palla completamente blindata a punta tonda (FMJ-RN) e blindatura in rame 70/30. -