§1 - alcune osservazioni su taluni prerequisiti di carattere
psichico connessi al servizio permanente effettivo presso le FF.AA.
Prestare servizio nelle FF.AA. (ma anche nelle FF.PP.) in maniera
permanente ed effettiva significa
svolgere una professione ESTREMAMENTE
pericolosa, i cui pericoli INTRINSECI ed i cui difetti vengono spesso
ignorati o solo vagamente considerati. Nonostante oggi le guerre siano
per lo più ridotte a conflitti a bassa intensità (
Low-Intensity
Conflict), e le attività extraterritoriali delle FF.AA. ridotte
(fortunatamente) ai minimi termini (N.B.
si tratta per lo più
di operazioni di peace-keeping o simili !!), si tende troppo spesso
a considerare l'impiego presso le FF.AA. come se fosse "...
un lavoro
come un altro...". Putroppo l'ottusità di certi individui non
vuole fare vedere quella che è la realtà delle cose, e cioè
il fatto che i soldati sono professionsti chiamati ad uccidere altre persone
e che, anche in un'operazione (apparenemente banale come quella) di peace-keeping,
potrebbe SEMPRE verificarsi una situazione in cui "...
un'Unità
chiamata a portare la pace..." sia chiamata a rispondere (in maniera
determinata e letale) al fuoco di un nemico sbucato del nulla. In altri
termini, quello che non si vuole capire, o che non si vuole ammettere, è
che quasi tutte le operazioni militari richiedono l'uccisione di
PERSONE e la distruzione di COSE, e che anche una operazione "
di pace"
(come piace chiamarla a molti) potrebbe celare delle insidie letali !!
Fare il soldato signfica, dunque, accettare preventivamente (a livello
psichico) il fatto di svolgere una professione in cui si potrebbe essere
chiamati, in QUALSIASI momento, ad uccidere uno o più esseri umani.
Non solo. Prestare servizio permanente ed effettivo presso le FF.AA. implica,
anche il fatto di dover accettare preventivamente il fatto di poter andare
incontro ad una morte ESTREMAMENTE violenta in qualsiasi momento !! Un'altro
fattore che deve essere preso in considerazione è che potrebbe benissimo
verificarsi che in un contesto apparentemente tranquillo (N.B.
il servizio
di guardia all'ambasciata italiana in Irak, piuttosto che lo svolgimento
di una pattuglia motorizzata in Afghanistan o quant'altro) il collega
con cui stavate parlando pochi secondi prima, giace a terra morto od orribimente
mutilato pochi secondi dopo perchè (ad esempio) un nemico sbucato
del nulla ha aperto il fuoco con un arma anticarro !! Gli esempi di tal fatta
potrebbero essere moltiplicati a dismisura. Dunque fare il soldato richiede
non solo l'accetazione preventiva di tutta una serie di fattori di rischio,
ma necessita "...
la costruzione di una solida piattaforma psicologica..."
che consenta di gestire , a livello personale, una serie di situazioni che
sarebbero altrimenti ingestibili. Si coglie l'occasione per segnalare che
se tutto questo è VERO, in generale, per TUTTI i membri delle FF.AA.,
lo è a maggior ragione per quelli che fanno parte delle loro branche
più specialistiche.
§2 - la paura, le paure e l'autocontrollo
La prima e la più SGRADEVOLE sensazione con cui il soldato
deve convivere è sicuramente la PAURA. La paura può assumere
tantissime forme. Sicuramente la prima e la più importante è
la paura di essere uccisi, oppure feriti, o ancora di compiere un errore
(di qualsiasi tipo) dal quale potrebbero scaturire conseguenze gravissime.
Un'altra forma di paura riguarda il fatto di causare, in via diretta
od indiretta, la morte di amici o colleghi. Ancora, un'altra forma di
paura riguarda il fatto di uccidere una donna, un bambino, oppure una
persona disarmata e che comunque NON costituisce alcuna minaccia. La
paura è una forma di reazione NORMALE ad una situazione percepita
come PERICOLOSA. Da un certo punto di vista non solo è assolutamente
normale, ma è anche dotata di effetti POSITIVI, poichè rende
l'individuo più attento, più forte, più rapido e quant'altro.
In altri termini, la paura unita ad un buon addestramento e ad una buona
dose di maturità diventa un elemento determinante per sopravvivere
ad uno scontro armato. Da un altro punto di vista, la paura è una
sensazione NEGATIVA (o meglio, deleteria) che può limitare o addirittura
annullare le prestazioni di cui un individuo potrebbe essere capace.
ATTENZIONE !!
LO SCONTRO A FUOCO NON E' IL LUOGO
PIU' ADATTO PER MOSTRARE TIMIDEZZA OD INDECISIONE !! DOVETE MUOVERVI IL
PIU' RAPIDAMENTE POSSIBILE, FARE UN USO MASSIMALE DELLA COPERTURA E RISPONDERE
AL FUOCO NEL MODO PIU' PRECISO POSSIBILE. IN QUALSIASI SITUAZIONE DOVETE
COMBATTERE PER SALVARVI LA VITA NEL MODO PIU' DETERMINATO POSSIBILE !
Per LIMITARE gli effetti della paura, è NECESSARIO
essere dotati di un fortissimo autocontrollo, e questo autocontrollo dipende
in maniera drastica da :
- sottoposizione ad un addestramento / allenamento CONTINTUO che sia
il più REALISTICO possibile
- uso di tecniche PSICHICHE (di meditazione) per il contrasto degli
effetti dei mutamenti di adrenalinemia
- uso di tecniche FISICHE per il contrasto degli effetti dei mutamenti
di adrenalinemia
- formazione e rafforzamento di una volontà determinata ad affrontare
e superare le difficoltà tipiche della propria professioone
Dell'addestramento realistico si è già detto in separata
sede. Per quanto riguarda le tecniche fisiche e psichiche per contrastare
gli effetti psicofisici connessi ai mutamenti del tasso di adrenalina si
rimanda il lettore alla voce specifica. Con riferimento, invece, alla volontà
determinata, essa fa riferimento in particolare ai seguenti elementi :
-
volontà di sopravvivere = l'operatore deve voler reagire
in maniera il più possibile DETERMINATA tutte le volte che viene
fatto oggetto del fuoco nemico
-
volontà di essere in perfetta forma fisica = l'operatore
deve voler portare e mantenere la propria forma fisica a livelli di assoluta
ECCELLENZA poichè questa condizione migliora la velocità
, la forza, i riflessi e la capacità di sopportare lo stress
-
volontà di eccellere nel maneggio delle armi =
l'operatore deve voler portare e mantenere la propria abilità
nel maneggio delle armi a livelli di assoluta ECCELLENZA poichè
premere il grilletto per primi e mancare il bersaglio NON serve assolutamente
a nulla per sopravvivere
Una cosa spesso sottovalutata è che il nemico potrebbe
agire e reagire in maniera del tutto illogica. Più precisamente,
il nemico potrebbe combattere senza pensare, ponendo così in essere
una condotta che appare come illogica (N.B.
questo discorso vale NON
solo per i membri delle FF.AA., ma vale, a maggior ragione per i membri
delle FF.PP. !!). Per questo motivo, non bisogna mai tentare di supporre
"...
come potrebbe agire il nemico...", così come non bisogna
mai sottovalutarlo. Una sottovalutazione od "...
un peccato di presunzione..."
potrebbero costare MOLTO caro !!
§3 - tecniche fisiche per il contrasto del mutamento dell'adrenalinemia
Come abbiamo già visto in precedenza, la principale
sensazione con cui l'operatore delle FF.AA. deve convivere (quotidianamente)
una volta che si trova in zona di operazioni, è sicuramente la
PAURA. Esistono varie forme di paura, ma sicuramente l'idea di essere
FERITI od UCCISI può essere talmente pesante da sopportare
psicologicamente, che potrebbe paralizzare un qualsiasi individuo NON preparato
ad affrontare un evento del genere. Quando una persona ha paura, il suo
corpo e la sua mente subiscono una fortissima emozione che provoca uno stato
di shock alquanto particolare. Una volta che il cervello ha riconosciuto
e registrato una effettiva situazione di pericolo , le ghiandole surrenali
rilasciano immediatamente un FORTE quantitativo di ADRENALINA in tutto
il sistema circolatorio. L'adrenalina è un ORMONE in grado di produrre
INTENSISSIMI cambiamenti fisici e psichici e, proprio per questo motivo,
viene spesso scherzosamente denominata "...il siero del supersoldato..."
o "...lo sciroppo di Superman..."!! A livello FISICO il
rilascio di adrenalina determina i seguenti cambiamenti:
- aumento della frequenza cardiaca
- aumento della sudorazione (correlato allo sfruttamento intensivo
delle risorse di energia già immagazzinate dal corpo, il che implica
la generazione di calore che deve essere smaltito)
- aumento della frequenza respiratoria (correlato allo sfruttamento
intensivo delle risorse di energia già immagazzinate dal corpo,
che richiede l'immissione di notevoli quantità di ossigeno)
- riduzione della produzione di saliva e di muco (correlato allo
sfruttamento intensivo delle risorse di energia già immagazzinate
dal corpo, che richiede l'immisione di notevoli quantità di ossigeno,
motivo per cui l'aria deve entrare nei polmoni più velocemente e
più liberamente del solito)
- sfruttamento massicio di tutte le risorse di energia già
immagazzinate precedentamente nel corpo
- aumento della massa e del tono muscolare, con evidenti casi di
massimizzazione del livello di turgore del tessuto muscolare
- massimizzazione della capacità di svolgimento del lavoro
da parte di tutto il tessuto muscolare, con evidente aumento della forza
- forte riduzione della percezione del dolore
- dilatazione abnorme delle pupille
- richiamo sangue dalla periferia al centro
- aumento della capacità di coagulazione del sangue
- assunzione di una postura particolarmente BASSA (il baricentro
del corpo viene spostato verso terra sia per avere maggiore stabilità,
sia perchè l'istinto di conservazione si manifesta sottoforma
di "...
protezione preventiva..." del corpo) e RACCOLTA (i
tendini si contraggono in maniera tale da porre tutti i fasci muscolari
ad essi connessi "...
in una condizione di pretensionamento...", allo
scopo di fare scattare il corpo "...
come una molla..." in qualsiasi
momento ed in ogni direzione)
A
livello PSICHICO, il rilascio di adrenalina nel sangue determina
i seguenti effetti:
- riduzione della capacità di ragionamento
- visione canalizzata (è una riduzione del campo visivo legata
alla paura)
- effetto moviola (è un'alterazione della percezione del tempo
legata alla paura)
- effetto bianco e nero (è un'alterazione della percezione
dei colori legata alla paura)
- disagio legato alla comparsa ed al diffondersi della paura
Molti si chiedono come contrastare il mutamento del
tasso di adrenalina nel sangue, dal momento che la sensazione legata l'alterazione
dell'adrenalinemia (= cioè il tasso di adrenalina normalmente
presente nel sangue umano) è MOLTO sgradevole !! Accanto agli
esercizi di meditazione e di respirazione già visti in precedenza,
esistono alcuni esercizi di carattere prettamente FISICO, che sono i seguenti
- esercizio (tecnica) numero 1 = da una posizione eretta
( o seduta), effettuate un'inspirazione profonda, irrigidite tutti i muscoli
e rimanete in apnea fino a quando possibile; quando non riuscite più
a tenere la condizione di apnea, rilasciate la tensione e riprendere la
respirazione normale; ripetete questa sequenza 5 o 6 volte
- esercizio (tecnica) numero 2 = da una posizione eretta (o
seduta), effettuate un'inspirazione profonda, unite i palmi applicando una
tensione isometrica sugli stessi (N.B. ponete i palmi all'altezza dei
pettorali) e rimanete in apnea fino a quando possibile, quando non riuscite
più a tenere la condizione di apnea, rilasciate la tensione e riprendete
la respirazione normale; ripetete questa sequenza 5 o 6 volte
- esercizio (tecnica) numero 3 = da una posizione eretta (o
seduta), irrigidite (al massimo delle vostre possibilità) i
muscoli di mani (pugni), avambracci e braccia, trattenendo la tensione
fino a quando possibile; quando non riuscite più a trattenere la
tensione muscolare, rilasciatela lentamente (N.B. questo esercizio va
eseguito respirando normalmente); ripetete questa sequenza 5 o 6 volte
Volendo sintetizzare il discorso, il rilascio di adrenalina nel
sangue determina tutta una serie di effetti alquanto SGRADEVOLI, e molte
persone NON sono abituate ad una simile sensazione o, addirittura, non l'hanno
mai provata in precedenza!! Per questo motivo, spesso ne rimangono irrimediabilmente
sopraffatti. Ma, premesso tutto questo, in concreto cosa bisogna fare
per vincere la paura? La prima cosa è sicuramente quella di
abituarsi alla paura, cioè rendersi conto del fatto che,
se da un lato è inevitabile, dall'altro può essere un importante
strumento di rafforzamento mentale (se sfruttata correttamente). E poi,
cos'altro bisogna fare per vincere la paura? Molti sostengono che la conoscenza
è l'antidoto a tutte le paure umane, ma come si fa a conoscere la
paura? In primo luogo è importantissimo sottoporsi ad un serio
programma di allenamento (addestramento). Tramite un addestramento DURO
e REALISTICO, è possibile "...capire cosa va fatto e cosa non
va fatto in certe situazioni...", il che permette di sviluppare una certa
capacità di autocontrollo che emergerà automaticamente
in caso di pericolo. Un'altro aspetto importantissimo, sempre connesso all'addestramento,
è quello della ripetitività di certi gesti. Abbiamo già
visto in precedenza che in caso di pericolo il cervello compie automaticamente
i gesti che ha appreso in allenamento (addestramento), il che significa che
se l'allenamento (addestramento) è stato corretto, sarà di conseguenza
corretta la risposta in caso di SERIO pericolo. Un terzo aspetto, troppo
spesso sottovalutato ma anch'esso irrimediabilmente collegato all'allenamento
(addestramento) è quello della BUONA forma fisica. La forma fisica
è DETERMINANTE per sopravvivere ad uno scontro violento, di qualsiasi
tipo esso sia, per cui è NECESSARIO curarla nel miglior modo possibile.
Se la forma fisica "...è decente..." , l'individuo ne trae giovamento
anche psicologico, e questo rappresenta un importantissimo aiuto per vincere
(o per controllare) la paura. Un altro aspetto di cui si parla troppo poco,
è che risulta evidente che un potente strumento per controllare
la paura è senza dubbio costituito dalle esperienze pregresse
dell'individuo. Il problema è come superare indenni la rispettiva
"...prima volta..."!! Com'è possibile superare indenni il
primo scontro violento se non si ha un'esperienza pregressa? Sicuramente
ad un'esperienza personale pregressa NON c'è sostituito diretto, tuttavia
è possibile surrogarla in qualche modo tramite l'addestramento. La
lacuna che impedisce all'addestramento di sostituire totalmente l'esperienza
(personale) pregressa è colmata (seppur non integralmente) da due elementi
importantissimi:
- istinto conservativo (
survival instinct, altresì
noto come
combative mindset)
- istinto distruttivo (
killer instinct)
Si tratta di due elementi di RAFFORZAMENTO psicologico
che esplicano un ruolo FONDAMENTALE nel controllare la paura. L'istinto
conservativo significa, in generale, che qualora risultasse conivolto in
uno scontro violento, il singolo individuo DEVE essere preparato psicologicamente
al peggio. Più in generale, l'istinto conservativo non solo implica
l'accettazione preventiva di mettere a rischio la propria incolumità
fisica, ma anche il fatto di essere preparato a dare al massimo quando
le cose prendono la piega peggiore!! E' un po' come dire a se stessi che
"...io non rimarrò sconfitto qualsasi cosa succeda...", oppure
"...io sopravviverò comunque vadano le cose..." o, ancora
" ...io farò tutto ciò che serve per sopravvivere..."!!
L'istinto distruttivo è un elemento psicologico complementre all'istinto
conservativo. Esso è di importanza FONDAMENTALE perchè l'uomo,
contrariamente a quanto si crede, ha una profonda avversione interna ad uccidere
od a ledere l'incolumità fisica dei suoi simili !! Dunque, per pregiudicare
l'incolumità fisica di un nostro simile, eventualmente fino al punto
in cui tutto è ormai irreversibile, abbiamo bisogno di una potentissima
forma di motivazione psicologica. Questa motivazione è costituita
dall'istinto di distruzione, che può essere così sintetizzato:
di fronte ad una CONCLAMATA situazione di pericolo SENZA via d'uscita,
il singolo individuo vince la propria paura ancestrale della morte ed il
rispetto verso la vita altrui, e preferisce eliminare drasticamente
la fonte stessa del pericolo (cioè il suo nemico o il suo aggressore).
In estrema sintesi, si DEVE dunque ACCETTARE il fatto di provare PAURA
in certe situazioni perchè la paura, se conosciuta, può realmente
"...rendere più forte, più veloce e più determinato..."
un qualsiasi individuo. Del resto, come dice un noto proverbio, "il
problema non è non avere PAURA ma, piuttosto, è quello di
sapere ESATTAMENTE cosa fare quando si ha paura" !!
§4 - tecniche psichiche per il contrasto del mutamento di
adrenalinemia
Come abbiamo visto in precedenza, non appena il cervello percepisce
un situazione di pericolo, viene immediatamente rilasciata adrenalina nel
sangue. L'aumento del livello di adrenalina nel flusso sanguigno rispetto
a quelli che sono i livelli "
normali", determina una serie di PROFONDI
sconvolgimenti a livello piscofisico che, come abbiamo visto, possono rendere
un individuo "...
del tutto incapace di agire..." se questi non è
dotato di uno specifico addestramento. In particolare, qeusto addestramento
deve mettere l'individuo in condizione di essere rilassato, allo scopo
di avere la visione più lucida possibile della realtà circostante
!! Uno dei metodi per ottenere questa condizione di lucidità mentale
ANCHE in una situazione ESTREMAMENTE pericolosa, è quello di praticare
una corretta tecnica di respirazione. Molto spesso si legge o si sente
dire che "...
prima di effettuare un'azione pericolosa il soldato (il
poliziotto) dovrebbe fare 10 - 15 respirazioni profonde per calmarsi
ed acquisire il necessario stato di rilassamento...". Se da un lato
questa affermazione ha un fondo di verità, dall'altro c'è
il problema rappresentato dal fatto che
quando inziano VERAMENTE a volare
i proiettili, non c'è molto tempo per respirare profondamente
!! Una delle tecniche più usate per praticare una corretta respirazione
è la seguente (N.B.
la respirazione va praticata ad occhi chiusi
ed in posizione seduta !!) :
-
fase di inspirazione = inspirate LENTAMENTE con il naso in maniera
di riempire il più possibile i polmoni; per conseguire questo scopo,
respirate (= inspirate) pensando di avere un unico tubo al posto del naso,
oppure pensando di annusare il profumo del vostro cibo preferito, ricordando
che la respirazione parte dall'addome e termina nel torace,e NON viceversa
(N.B.
altrimenti si corre il rischio di riempire solo parzialmente i
polmoni !!)
-
fase di espirazione = espirate LENTAMENTE dalla bocca
in maniera tale da svuotare il più possibile i polmoni; quandos entite
di avere espulso quasi tutta l'aria, piegate leggermente il corpo in avanti
(N.B.
questo è il motivo per cui si pratica la respirazione dalla
posizione seduta !! ), in modo da comprimere ulteriormente il diaframma
e da fare uscire ancora un certo quantitativo di aria residua
Dal momento che nel normale ciclo respiratorio esiste una pausa naturale
tra inspirazione ed espirazione, dovete fare in modo di sfruttarlo ogni
volta. Più precisamente, dovete fare una piccola pausa tra inspirazione
ed espirazione, nonchè tra espirazione e successiva inspirazione.
Praticate per 5 - 10 minuti in un luogo che sia il più calmo possibile,
per lo meno a livello inziale. Successivamente, riuscirete a praticare la
respirazione in qualsiasi luogo .
segue - tecniche avanzate di respirazione 1
Una delle innumerevoli tecniche avanzate di respirazione è la
seguente. Praticate la respirazione come indicato in precedenza, ma ricordatevi
di pronunciare mentalmente una "
parola chiave" al termine di ogni
fase di espirazione. Normalmente si usa la parola "
calmo", anche
se ognuno ha la propria parola chiave personalizzata. Questa parola chiave
è molto importante poichè, attraverso la pratica continuativa,
pronuniciandola ANCHE in una situazione REALE dove si prova stress o paura,
il cervello tende automaticamente ad attivare una condizione di rilassamento.
segue - tecniche avanzate di respirazione 2
Una delle innumerevoli tecniche avanzate di respirazione è la
seguente. Praticate la respirazione come indicato in precedenza, ricordandovi
però di visualizzare il seguente meccanismo a livello mentale :
-
durante la fase di inspirazione = immaginate una
palla (N.B.
oppure un cerchio, una luce, o qualsiasi altra cosa) che
diventa sempre più PICCOLA man mano che aumenta il quantitativo di
aria che ENTRA nei polmoni
-
durante la fase di espirazione = immaginate una
palla (N.B.
oppure un cerchio, una luce, o qualsiasi altra cosa)
che diventa sempre più GRANDE man mano che aumenta il quantitativo
di aria che ESCE dai polmoni
Questa tecnica è nota in molti ambienti (N.B.
ad esempio tra
i praticanti di arti marziali) come tecnica (o esercizio) della concentrazione
e dell'espansione.
segue - tecniche avanzate di respirazione 3
Una delle innumerevoli tecniche avanzate di respirazione è la seguente.
Praticate alcuni cicli di respirazione (N.B.
di norma da 3 a 5)
impiegando la tecnica di base (V. voce a se). A questo punto effettuate
la respirazione come segue :
-
durante la fase di inspirazione = irrigidite tutti i muscoli
del corpo e trattenete questo stato di tensione muscolare fino al termine
della fase di inspirazione
-
durante la fase di espirazione = rilasciate lo stato di tensione
muscolare precedentemente acquisito in modo da rimuoverlo completamente al
termine della fase di espirazione
§5 - tecniche di visualizzazione
La visualizzazione (
visualization) è una tecnica direttamente
connessa con la MEDITAZIONE, che ha lo scopo di MASSIMIZZARE la (qualità
della) risposta dell'individuo sotto stress. Studi recenti nel campo della
neurofisiologia, hanno evidenziato che immaginare di compiere una certa azione
attraverso un'appropriata visualizzazione stimola il cervello ad azionare
gli stessi IDENTICI meccanismi che il cervello attiva quando quella stessa
azione viene compiuta REALMENTE !! Questo significa che con una CORRETTA
pratica delle tecniche di visulizzazione, è possibile contere gli effetti
dello stress ed aumentare il livello di autocontrollo a livello individuale.
Una delle metodologie di addestramento / allenamento più diffuse nel
campo della visualizzione è sicuramente la seguente :
-
visualizzazione del proprio corpo = è la fase più
facile di tutte, nella quale è richiesto semplicemente al singolo
individuo di chiudere gli occhi e visualizzare il proprio corpo nel modo
più chiaro e preciso possibile
-
visualizzazione del proprio corpo in un ambiente ostile = una
volta visualizzato il proprio corpo (N.B.
e sempre ad occhi chiusi !!),
è necessario immaginare di inserirlo in un ambiente virtuale che
deve essere caratterizzato per il fatto di "
essere ostile", nel senso
che da lì a poco si sarebbe sviluppato uno scontro (armato o disarmato)
con un avversario virtuale (N.B.
quando si visualizza l'ambiente, occorre
essere il più precisi possibile !!)
-
visualizzazione del proprio corpo in un ambiente ostile con un avversario
= dopo avere chiaramente visualizzato il proprio corpo in uno specifico
ambiente, è necessario immaginare che compaia un avversario virtuale
caratterizzato da chiare ed evidenti intenzioni omicide (N.B.
similmente
a prima, ANCHE quando si visualizza l'avversario, occorre essere il più
PRECISI possibile !!)
-
visualizzazione del combattimento con un avversario = dopo avere
visualizzato nel modo più chiaro e preciso possibile il proprio
corpo entro uno specifico ambiente ed in relazione con un avversario specifico,
occorre visualizzare lo svolgersi di uno scontro violento (N.B.
che
potrà essere, a seconda dei casi, armato o disarmato) con questo
avversario virtuale (N.B.
qualsiasi sia lo svolgimento dello scontro,
esso DEVE sempre avere un finale positivo per voi !!)
segue - tecniche avanzate di visualizzazione 1
Una delle innumerevoli tecniche avanzate di visualizzazione è
quella dell'immagine focalizzata, o fissata che dir si voglia (
fixed
image technique). Si tratta, molto semplicemente, di guardare una semplice
figura geometrica per alcuni minuti e, successivamente, di chiudere
gli occhi. Una volta chiusi gli occhi, occorre essere in grado di visualizzare
a livello mentale quella stessa figura nel mondo più preciso possibile
. Inizialmente non sarà molto facile, e sarà necessario riaprire
più volte gli occhi, anche perchè spesso capiterà che
l'immagine sparirà dalla vostra mente subito dopo avere chiuso gli
occhi. Con la pratica reiterata, tuttavia, sarete in grado di visualizzare
a vostro piacimento figure sempre più complesse per tempi sempre più
lunghi .
segue - tecniche avanzate di visualizzazione 2
Una delle innumerevoli tecniche avanzate di visualizzazione è
quella chiamata visualizzazione con immaggine post-posta (
afterimaging
technique). Prima di procedere oltre va segnalato che per praticare questa
metodologia di allenamento è necessario avere un collaboratore esterno.
Ad ogni modo, questa tecnica è basata essenzialmente sulla stimolazione
progressiva di specifici centri nervosi e viene praticata nel modo che segue.
Si comincia sedendosi davanti ad un tavolo sul quale sono appoggiati un
certo numero di piccoli oggetti. Dopo avere osservato questi oggetti per
un certo tempo (N.B.
ad esempio 1 o 2 minuti), si chiudono gli occhi
e si cerca di ricordare esattamente l'ordine in cui erano posti gli oggetti.
il passo successivo è quello di descrivere, nel modo più preciso
possibile, le caratteristiche di questi oggetti. Infine, il vostro collaboratore
toglierà dal tavolo (o sposterà) alcuni oggetti, e voi dovrete
essere in grado di individuarli non appena riaprirete gli occhi . Questa
tecnica è molto più complicata delle altre, ma è FONDAMENTALE
per soggetti destinati a compiere attività di pattugliamento, incursori,
tiratori scelti e, più in generale, per tutti quei soggetti
facenti parte delle branche più specialistiche delle FF.AA.
§6- tecniche di meditazione
La meditazione è uno strumento importantisimo per sviluppare quell'autocontrollo
necessario per agire correttamente qualora si venga coinvolti in una situazione
ad alto stress. Una delle innumerevoli tecniche di meditazione è
sicuramente la c.d. "
tecnica della mente vuota" (
no mind meditation
technique). Trattasi di una tecnica di provenienza asiatica (N.B.
è
connessa con la tradizione Buddista) che consiste nell'assumere una
posizione il più comoda possibile (N.B.
di solito si pratica in
posizione distesa o seduta), chiudere gli occhi e respirare con ritmo
del tutto naturale. A questo punto è necessario "...
sforzarsi di
svuotare la mente..." ripetendo (a livello mentale) la frase "
mente
vuota". All'inizio sarà molto difficile "...
svuotare la mente..."
dai propri pensieri, anche perchè ci saranno sempre dei fattori di
disturbo esterni che tenderanno sempre a fare vagare la mente qua e là.
Quando questo si veriica, ripetere la frase "
mente vuota" e sforzatevi
di ripristinare la condizione di mente lucida e coerente che dovrebbe essere
connessa con la c.d. "
mente vuota" (N.B.
in realtà la mente
umana non è mai vuota, poichè la mente vuota è la mente
di un cadavere, tuttavia è necessario essere in grado di attivare
volontariamente una condizione mentale in cui è possibile percepire
tutta la realtà circostante nel modo più CHIARO possibile anche
in una situazione estremamente caotica ed imprevedibile !!)
segue - tecniche avanzate di meditazione 1
Una delle innumerevoli tecniche avanzate di meditazione è quella
della concentrazione e dell'espansione. . Si tratta, molto semplicemente,
di concentrarsi sul seguente meccanismo a livello mentale :
-
durante la fase di concentrazione = immaginate una
palla (N.B.
oppure un cerchio, una luce, o qualsiasi altra cosa) che
diventa sempre più PICCOLA (o meglio, infinetamente piccola, cioè
il più piccolo possibile a seconda di quella che è la vostra
capacità di immaginazione e concentrazione)
-
durante la fase di espansione = immaginate una palla
(N.B.
oppure un cerchio, una luce, o qualsiasi altra cosa) che diventa
sempre più GRANDE (cioè infinetamente grande, cioè
il più grande possibilee a seconda di quella che è la vostra
capacità di immaginazione e concentrazione)
Si tratta di una tecnica molto importante poichè viene utilizzata,
a livelli avanzati, in congiuzione con la tecnica di respirazione (V. voce
a se) .
§7 - il training autogeno e le sue limitazioni
Il training autogeno è un metodo di allenamento che
può aiutare molti individui a raggiungere una condizione di rilassamento
psicofisico essenziale per produrre elevate prestazioni. La sua origine
è occidentale (N.B.
in tal senso esso differisce dalle tecniche
di meditazione che sono di origine prettamente orientale !!), ed il
suo scopo originario era quello di superare quelle fasi ansiogene che precedono
le competizioni sportive a livello professionale,. Da decenni il training
autogeno è inserito nelle metodologie di allenamento dei più
famosi professionisti, allo scopo di ottenere una condizione di indifferenza
e di lucidità mentale, fondamentali per produrre una prestazione
agonistica dia ssoluta eccellenza. Il training autogeno è radicalmente
DIVERSO dall allenamento fisico, poichè mentre il primo lavora
sull'aspetto MENTALE della persona, il secondo lavora sull'aspetto FISICO
della medesima. In tempi maggiormente recenti, alcuni hanno sostenuto
che il training autogeno avrebbe delle potenzialità applicative
anche per gli esponenti delle FF.AA., ed in particolare per quelli chiamati
a svolgere attività operativa. Si è cioè ipotizzato
di impiegare il training autogeno come ALTERNATIVA, o come INTEGRAZIONE,
degli esercizi di meditazione e rilassamento nomalmente proposti.
segue - gli esercizi di training autogeno maggiormente praticati
Un esercizio di training autogeno è composto, normalmente,
da due frasi. La prima viene ripetuta monotamente per 5 o 6 volte, mentre
la seconda viene ripetuta una sola volta al termine dell'esercizio. Tra
gli esercizi maggiormente praticati vanno segnalati i seguenti :
-
esercizio del plesso solare = pronunciare la frase
"
plesso solare inondato di calore" per 6 volte e poi "
io sono
perfettamente calmo" per una sola volta
-
esercizio del fresco = pronunciare la frase "
fronte leggermente
fresca" per 6 volte e poi "
io sono perfettamente calmo"
per una sola volta
-
esercizio della pesantezza = pronunciare la frase "
corpo
pesante e completamente immobile" per 6 volte e poi "
io sono perfettamente
calmo" una sola volta (N.B.
alcune persone hanno difficoltà
a praticare questo esercizio, e preferiscono "spezzarlo in più parti"
facendo riferimento prima agli arti superiori e poi a quelli inferiori)
-
esercizio del calore = pronunciare la frase "
corpo stabile
e completamente caldo" per 6 volte e poi "
io sono perfettamente
calmo" una sola volta (N.B.
alcune persone hanno difficoltà
a praticare questo esercizio, e preferiscono "spezzarlo in più parti"
facendo riferimento prima agli arti superiori e poi a quelli inferiori)
-
esercizio del cuore = pronunciare la frase "
cuore calmo,
forte e regolare" per 6 volte e poi "
io sono perfettamente calmo"
una sola volta
segue - fasi pre e post esercizio
La fase PRECEDENTE all'esercizo deve esser epreceduta da una respirazione
lenta e profonda della durata di alcuni minuti, in maniera tale da favorire
il rilassamento del soggetto. La fase SUCCESSIVA all'esercizio comincia
aprendo lentamente gli occhi, poi articolando lentamente le dita e,
infine, gli arti inferiori e superiori. A questo punto si passa in posizione
seduta e, successivamente, a quella eretta.
segue - posizioni per praticare il training autogeno
Le posizioni per praticare il training autogeno sono, essenzialmente,
due. La prima, e la più famosa, è quella distesa (o supina).
La seconda, che è poi meno diffusa, è quella seduta (o del
cocchiere). Nonostante si afferma, talvolta, che la posizione distesa "..
.è
quella destinata ai principianti, mentre quella seduta è destinata
ai praticanti più esperti...", in realtà comunque la
posizione distesa quella ad essere più INDICATA per la pratica del
training autogeno. Il motivo va ricercato nel fatto che questa posizione
consente di annullare (o di limitare drasticamente), tutte le tensioni
muscolari che potrebbero essere presenti impiegando la posizione seduta.
segue - luoghi in cui praticare il training autogeno
Il training autogeno, almeno a livello INIZIALE, andrebbe praticato
in un luogo PRIVO di rumori e PRIVO di luce (o con luce molto tenue). Questo
almeno a livello iniziale, poichè bisogna favorire il rilassamento
ed evitare l'interazione con qualsivoglia elemento di disturbo. Quando
il soggetto avrà acquisito una pratica sufficientemente approfondita,
allora sarà possibile passare alla pratica anche in luoghi diversi.
Lo scopo è quello di arrivare al punto di essere in grado di praticare
in qualsiasi LUOGO ed in qualsiasi MOMENTO, tutte le volte che ce ne dovesse
essere bisogno.
segue - limitazioni del training autogeno
Molti individui cominciano la pratica del training autogeno ma la
interrompono poco tempo dopo poichè non riescono ad ottenenre risultati
confortanti. Questo problema può spesso essere superato non solo
con un banale sforzo di volontà, ma anche ricorrendo alla c.d "
visualizzazione
ipnotica" Ci si può cioè concentrare su un'immagine che
favorisce la pratica di uno specifico esercizio. Ad esempio, per praticare
con maggiore facilità l'esercizio della pesantezza, si può
immaginare che il proprio corpo sia così pesante da sprofondare nel
pavimento. Ancora, per praticare con maggiore semplicità lesercizio
del calore, si può imamginare di essere vicino ad una reale fonte
di calore (una stufa, un termosifone, un fuoco, etc.). La vera e più
importante LIMITAZIONE del training autogeno è però rappresentata
dal fatto che DEVE essere praticato con DETERMINAZIONE ed assiduità.
Più precisamente, è necessario praticarlo TUTTI i giorni per
almeno due volte al giorno !! E' facilmente comprensibile che un simile livello
di pratica può DIFFICILMENTE essere tenuto e mantenuto da un soldato
in zona di operazioni, a prescindere dalla effettiva tipologia di operazioni
. Per questo motivo, molti si indirizzano verso la meditazione che consente
di ottenenre migliori risultati con uno sforzo sicuramente ridotto.