OSSERVAZIONI PRELIMINARI IN TEMA DI URANIO IMPOVERITO  :  USO, NATURA E PROPRIETA' TOSSICOLOGICHE


§1 - premesse storiche



L'uranio impoverito (Depleted Uranium o, più semplicemente DU) è un sottoprodotto del processo di arricchimento dell'uranio utilizzato nei reattori nucleri. Quando la maggior parte degli isotopi radioattivi è rimossa dall'uranio così come reperito in natura, quello che residua viene chiamato uranio impoverito. Un altro modo per ottenere uranio impoverito è quello di "riciclare" le barre provenienti dai reattori nucleari. Essendo tossico e radioattivo (N.B. il livello di radioattività è del 40% inferiore a quello dell'uranio naturale, ma ciò non significa che sia innocuo), esso necessita di una modalità di conservazione alquanto costosa (N.B. il costo è associato essenzialmente alla trasformazione in esafluoruro di uranio ed alla successiva immissione in contenitori stagni), pur se in generale si tratta di un materiale relativamente economico da ottenere. Inizialmente l'uranio impoverito venne conservato da USA e URSS nell'ottica di sviluppo dei rispettivi programmi per la creazione di armi nucleari. L'idea di base era quella di poter sviluppare nuove tecniche di arricchimento, attraverso le quali le scorte di uranio impoverito potessero, un giorno, diventare nuovamente utili.  Queso avveniva già nella seconda metà degli anni '40 del XX secolo. L'impiego bellico dell'uranio impoverito è diventato però rilevante a partire dagli anni '70 del XX secolo, attraverso un uso in svariati sistemi d'arma., prima del tutto sconosciuto. Normalmente si è soliti affermare che il Ministero della difesa USA venne a conoscenza del fatto che i mezzi corazzati del Patto di Varsavia erano dotati di corazze che i cari armati della NATO non potevano perforare. Questo determinò tutta una serie di ricerche finalizzate all'ottenimento di proiettili perforanti  (Armor Piercing) molto più densi dei precedenti e, dopo una serie di costosi esperimenti, gli scienziati americani individuarono nell'uranio impoverito il metallo ideale, non solo a causa delle sue particolari proprietà fisico-chimiche, ma anche poichè economico e facilmente disponibile (N.B. l'unica alternativa all'uranio impoverito era il tungsteno, che era molto più raro e, soprattutto, costosissimo !!). Dal momento che le spese per la conservazione dell'uranio impoverito erano elevatissime (N.B. si stima che all'epoca ci fossero oltre 500.000 tonnellate di uranio impoverito stipate nei depositi militari delle principali potenze !!), a partire dalla fine degli anni '70 del XX secolo le principali potenze mondiali cominciarono a convertire l'uranio impoverito in proiettili perforanti per armi di vario calibro.


                           STIMA TEORICA DELLE RISERVE DI URANIO IMPOVERITO ATTUALMENTE NOTE



Paese
Riserve
Anno
Responsabile
USA
480.000
2002
DOE
Russia
460.000
1996
FAEA
Francia
190.000
2001
COGEMA
Regno Unito
30.000
2001
BNFL
Germania
16.000
1999
URENCO
Giappone
10.000
2001
JNFL
Cina
2.000
2000
CNNC
Corea del Sud
200
2002
KAERI
RSA
73
2001
NECSA



                                                                                LEGENDA

- Paese = indica il Paese titolare delle riserve. In realtà l'elenco completo conterrebbe USA, Russia, ex repubbliche sovietiche, Francia, Regno Unito, Grecia, Turchia, Israele, Arabia Saudita, Baharain, Egitto, Pakistan, Tailandia, Giappone, Cina, Corea del Sud, RSA, Iraq e Taiwan. Si rammenti poi che le munizioni all'uranio impoverito vengono prodotte da una ventina di Paesi, molti dei quali negano di svolgere questa attività.
- Riserva = indica l'entità delle riserve in tonnellate
- Anno =  indica l'anno a cui si riferisce la stima
- Responsabile = indica l'ente pubblico responsabile della conservazione delle riserve



Numerose fonti bibliografiche affermano che il primo uso noto in combattimento dell'uranio impoverito risale alla c.d. "prima guerra del Golfo" del 1990-1991 da parte delle FF.AA. americane e britanniche. Tuttavia, svariati elementi fanno supporre che il primo uso effettivo dell'uranio impoverito avvenne in realtà nella guerra arabo-israeliana del 1973. C'è poi chi fa risalire l'impiego pratico dell'uranio impoverito addirittura agli anni '60 del XX secolo. Viene fatto notare da alcuni storci che , proprio negli anni '60 del XX secolo, durante le operazioni di bonifica del poligono di Stryker , nelle isole Hawaii, vennero trovate tracce evidenti di uranio impoverito. Ciò starebbe a significare che, per lo meno a livello sperimentale, l'uranio impoverito era già in uso in quel periodo. Nonostante ciò, per un lughissimo periodo l'esistenza dell'uranio impoverito è stata negata dai governi delle principali potenze militari. Addirittura si discute su "...cosa sia realmente..." l'uranio impoverito!! Per esempio, secondo alcune fonti va considerato impoverito "...l'uranio che ha  meno dello 0,71% di Uranio 235...", mentre altre affermano che va considerato tale "...solo quello che ha meno dello 0,2% di Uranio 235...". In linea di massima le fonti militari tendono a considerare impoverito solo quell'uranio che ha le minori percentuali di Uranio 235. Ancora oggi si tende a nascondere o negare l'esistenza o l'impiego di sistemi d'arma basati su questo materiale, fondamentalmente a causa della sua ELEVATA tossicità, che  in medicina è ben nota fin dagli anni '50 del XX secolo. Sono ben note, infatti, le sue proprietà cancerogne, la sua capacità di indurre aberrazioni cromosomiche, la sua teratogenicità e la sua tossicità citogenetica.


§2 - brevi note sulla natura chimico-fisica dell'uranio impoverito


L'uranio è un metallo di colore bianco-argenteo estremamente malleabile, duttile e più morbido dell'acciaio. Esso è altresì molto denso, radioattivo e leggemente paramagnetico. In forma polverizzata è piroforico e reagisce con l'acqua. In forma metallica può essere usato per una vasta quantità di scopi. L'uranio in forma metallica viene solitamente derivato dal tetrafluoruro di uranio, c.d. "sale verde", attraverso una reazione con il  magnesio. Allo stato naturale, l'uranio è composto da Uranio-238 (99,2745%), Uranio-235 (0,72%)  da modeste quantità di Uranio-234 (0,0055%). Più precisamente, in una tonnellata di uranio ci sono 320mCi di U-238 e 14mCi di U-235.


                                       PRINCIPALI CARATTERISTICHE FISICHE DELL'URANIO


Caratteristiche
Valore
numero atomico
92
peso molecolare
236,03 g/mol
densità
19,07g/cm3
calore specifico
0,028 cal/ -g °C
punto di fusione
1132 °C
punto di ebollizione
3818°C
conduttanza termica
0,064 cal/s-cm2
durezza Brinell
187
stato cristallografico
ortorombico



Allo stato naturale l'uranio è presente in una vasta varietà di ossidi, il più famoso dei quali è la carnotite. L'obbiettivo pricipale è quello di sottoporre il minerale grezzo ad una serie di lavorazioni per trasformarlo in diuraniato di ammonio, normalmente chiamato "sale giallo". Il minerale viene  purificato e trasformato prima in tetrafluoruro di uranio (UF4), e poi in esafluoruro di uranio (UF6). Il tetrafluoruro di uranio, normalmente detto "sale verde" viene solitamente fatto reagire con del calcio in forma granulare per poter ottenere uranio in stato metallico. Se impiegato nelle centrali nucleari, l'esafluoruro di uranio viene conservato all'aria aperta in cilindri di acciaio posti in appositi spazi. Solo negli USA si stima che ne esistano 686.500 tonnellate (N.B. dati riferiti al 2005). La durata di questi cilindri è solitamente espressa in decenni, tuttavia devono essere ispezionati a scadenze regolari per evidenziare eventuali segni di corrosione, perdite e fratture. Si rammenta che l'esafluoruro di uranio è tossico (per l'uomo e per l'ambiente) e chimicamente instabile, e che ragisce con l'umidità generando fluoruro di uranile (Uo2F2) e acido fluiridrico (HF), composti noti per essere estremamente solubili e tossici !! Tornando al ciclo di lavorazione dell'uranio, l'esafluoruro di uranio è poi idrolizzato e trasformato in ossifluoruro di uranile, per essere poi trattato con una soluzione di ammoniaca e trasformato in diuraniato di ammonio. Quest'ultimo è polverizzato, sinterizzato ed incapsulato in appositi contenitori per poter essere usato nei reattori nucleari. I principali prodotti del decadimento dell'U-238 sono  i seguenti  :

- torio 234
- protoattinio 234
- torio 230
- radio 226
- radon 222
- polonio 218
- piombo 214
- bismuto 214
- polonio 214
- polonio 210

I principali prodotti del decadimento dell'U-235 sono i seguenti  :

- torio 231
- protoattinio 231
- attinio 227
- torio 227
- radio 223
- radon 219
- polonio 215
- piombo 211
- bismuto 211
- tallio 207


                                                                                    ATTENZIONE !!

LA RADIOATTIVITA' NATURALE DELL'URANIO NON DEVE ESSERE CONFUSA CON LA RADIOATTIVITA' NATURALE DEL TERRENO !!



                                     ATTIVITA' E TEMPO DI DIMEZZAMENTO DEI PRINCIPALI ISOTOPI



Isotopo
Percentuale
Tempo di dimezzamento
Attività
U-238
99,28%
4.510.000.000
12,4
U-235
0,72%
710.000.000
80
U-234
0,0057%
247.000
231000


                                                                               LEGENDA


- Isotopo = indica il tipo di isotopo
- Percentuale = indica la percentuale in peso del singolo isotopo
- Tempo di dimezzamento = indica gli anni necessari per dimezzare la propria massa
- Attività specifica = indica  il livello di radioattività in Bq mg (-1)


                                                                                    ATTENZIONE !!

ANCHE SE L'URANIO E' CONSIDERATO SCARSAMENTE RADIOATTIVO, CIO' NON SIGNIFICA CHE IL CONTATTO PROLUNGATO NON SIA PERICOLOSO PER L'UOMO!!


                             ENERGIA EMESSA DAI SIGNOLI ISOTOPI E MODALITA' DI TRASFORMAZIONE


Isotopo
Raggi alfa
Raggi beta
Raggi  gamma
U-238
4,26
0,01
0,001
U-235
4,47
0,048
0,154
U-234
4,84
0,0013
0,002


                                                                                  LEGENDA


- Isotopo = indica il tipo di isotopo
- Raggi alfa = indica la quantità di raggi alfa emessi in Mev Bq(-1)
- Raggi beta = indica la quantità di raggi beta emessi in Mev Bq(-1)
- Raggi gamma = indica la quantità di raggi gamma emessi in Mev Bq(-1)



L'uranio impoverito (Depleted Uraniun, o più semplicemente DU) è un metallo estremamente denso, con un peso circa 1,7 volte superiore a quello del piombo, derivante o dalla lavorazione dell'uranio grezzo o come sottoprodotto della lavorazione dell'uranio 235 in seguito al ricondizionamento delle barre di combustibile in uso nelle centrali termonucleari. Dal punto di vista chimico, esso è composto da  uranio 238 (per oltre il 99%), uranio 234, uranio 235 ed uranio 236 (N.B. tutti metalli con un livello varibile di radioattività) e da modeste quantità di plutonio. Le percentuali esatte dipendono essenzialmente dal tipo di minerale utilizzato o dal tipo di materiale che è stato riciclato e ricondizionato.



§3 - uso civile dell'uranio impoverito


In ambito civile, l'uranio impoverito viene utilizzato, o è stato utilizzato   :

- come contrappeso in tutte quelle situazioni è necessario avere grosse masse di piccole dimensioni (chiglie delle imbarcazioni, rotori dei giroscopi, trivelle per il settore minerario o petrolifero, etc.)
- come colorante nel settore delle vernici sintetiche (N.B. fino al 1999 era usato, per esempio, dalla francese Cristallerie de Saint-Paul come pigmento per la produzione di smalti)
- come colorante per la porcellana
- come colorante per le protesi dentarie
- come schermo per la protezione dai raggi-X
- come contrappeso negli aerei di linea o da trasporto (N.B. un Boeing 747-100 può contenere da 400 a 1500Kg di uranio impoverito per minimizzare le masse in certi punti e per aumentarle in altri, anche se molte aziende produttrici di aerei sembra abbiano interrotto l'impiego di questo materiale a partire dagli anni '80 del XX secolo)


§4 - uso bellico dell'uranio impoverito  


Dal punto di vista dell'impego bellico, l'uranio impoverito viene impiegato poichè ha i seguenti vantaggi  :


1 - è estremamente DENSO e molto PESANTE. Più precisamente, esso è 2,1 volte più pesante del nickel o del cobalto, 2,4 volte più pesante del ferro e 4,2 volte più pesante del titanio. Dal punto di vista della densità, l'uranio impoverito ha una densità pari a 19, contro il valore di 19,25 del tungsteno o di 19,3 dell'oro, ma con il grosso vantaggio di essere più facilmente disponibile e ad un prezzo molto più basso. Con l'uranio impoverito è possibile attuare "...un aggiornamento tecnologico del munizionamento esistente..." estremamente efficiente. In pratica, sostituendo il nucleo (core) delle munizioni perforanti in acciaio con uno realizzato in uranio impoverito, a parità di peso la sezione sarà dimezzata a causa della superiore densità dell'uranio.

2 - è estremamente DURO e, a parte alcuni metalli rari come l'osmio, esso è il secondo metallo più duro DOPO il tungsteno. Più precisamente esso è 2 volte più duro del titanio e 3 volte più duro del ferro (N.B. si rammenti che i test di durezza in questi casi vengono eseguiti facendo sempre riferimento alla scala Vickers) . Inoltre, impiegando l'uranio in lega con altri metalli, come ad esempio il tungsteno (N.B, questo di solito viene fatto con i nuclei delle munizioni perforanti anticarro), è possibile aumentare ancora di più il livello di durezza. Le industrie specializzate, attraverso un attento processo di forgiatura e di tempra, possono determinare in modo estremamente preciso la durezza e la frammentazione dell'uranio impoverito.

3 - è PIROFORICO e brucia violentemente all'aria ad oltre 2000°C se esposto a temperature dell'ordine dei 500°C, cosa che avviene normalmente durante l'impego bellico quando il proiettile colpisce il bersaglio e decelera bruscamente. Questa proprietà consente di usare le munizioni all'uranio impoverito come se fossero munizioni incendiarie per generare incendi contro riserve di munizioni o carburante, hangar, bunker, riserve di armi chimiche e batteriologiche, etc.

4 - è molto più facile da lavorare rispetto al tungsteno, che è molto più duro  e difficile da lavorare

5 - è estremamente economico e di facile reperibilità rispetto al tungsteno che è molto più raro e costoso


Va infine segnalato che  nell'ottica militare l'uranio impoverito "...va preferito..." ad eventuali surrogati per la realizzazione delle munizioni perforanti come le leghe in tungsteno-cobalto o quelle in tungsteno-cobalto-nickel, le quali possiedono proprietà carcinogenetiche eccezionalmente elevate. Studi di laboratorio effettuati sui topi hanno evidenziato che il 100% degli animali contaminati con queste leghe hanno generato un rabdomiosarcoma con esiti letali entro poche settimane!!


segue - i principali sistemi d'arma basati sull'uranio impoverito attualmente noti


Allo stato attuale sono noti i seguenti dispositivi o sistemi d'arma basati sull'uranio impoverito  :

- corazze
- nuclei perforanti per proiettili di piccolo calibro e granate d'artiglieria
- nuclei perforanti c.d. "unitari" per bombe e missili
- nuclei perforanti c.d. "accelerati" o "lanciati"
- cariche cave
- sistemi a testata multipla


Vediamoli maggiormente nel dettaglio .


segue - corazze



A causa della sua ESTREMA durezza, l'uranio impoverito è usato dalla fine degli anni '80 del XX secolo come elemento strutturale delle corazze di carri armati e di altri veicoli blindati. Il primo impiego pratico di queste corazze si è avuto da parte delle unità corazzate USA durante l'invasione del Kuwait e del Irak nel 1990 - 1991. All'epoca, tutte le  le riviste militari internazionali evidenziarono che "...i carri armati irachei non erano stati in grado di perforare le corazze dei carri armati americani..." . Visti i risultati, l'impiego sotto questo punto di vista è poi continuato. Ad esempio, tutti gli Abrams M1A1-HA e M1A2 costruiti dopo il 1998 hanno riforzi nella parte frontale dello scafo e della toretta in uranio impoverito, mentre è previsto un programma di aggiornamento per le parti restanti della corazza.


segue - nuclei perforanti per proiettili di piccolo calibro e granate d'artiglieria



Sono attualmente in circolazione nuclei per munizioni perforanti (core / penetrator) destinati ai cannoni a tiro rapido da 20, 25 e 30mm. Sono altresì disponibili anche nuclei per i pezzi d'artiglieria in calibro 105 e 120mm. Dal punto di vista morfologico, questi nuclei sono molto simili a delle frecce con un calibro MINORE rispetto al calibro effettivo della munizione. Ad esempio, la cartuccia calibro 30mm ha un nucleo perforante in uranio impoverito con lo 0,75% di titanio da 16mm di diametro. Questo nucleo è trattenuto da uno spaziatore (washer) di alluminio , che nel caso di specie si frammenta al momento dell'impatto con il bersaglio. Altre munizioni hanno uno spaziatore che si separa dal nucleo subito dopo che il proiettile ha lasciato la volata dell'arma (N.B. questo è tipico del munizionamento dei carri armati o dei pezzi di artiglieria). Ad ogni modo, al momento dell'impatto, la decelerazione è talmente intensa che il nucleo fonde la corazza e la penetra. Penetrando all'interno, il nucleo genera incendi e può, a seconda dei casi, o perforare completamente il bersaglio oppure frammentarsi in schegge più o meno minute. Ovviamente chi si trova all'interno subirà ferite da schegge, ma può anche subire ustioni o essere addirittura carbonizzato. Si rammenti che il bersaglio diventa radioattivo dopo che è stato colpito, il che rappresenta un grosso pericolo per chiunque si avvicini. Tra le munizioni attualmente note per essere basate sull'uranio impoverito vanno segnalate  :

- munizioni calibro 20mm (sistema antimissile terra-aria "Phalanx" CIWS M-61 "Vulcan")= è un sistema d'arma usato dalla Marina Militare USA (e da quelle di alcuni altri Paesi) che impiega munizioni basate sia sull'uranio impoverito, sia sul tungsteno (N.B. si dice che la Marina abbia preferito sostituire le munizioni all'uranio impoverito con qeulle al tungsteno per limitare il pericolo di incendio potenzialmente derivante da proiettili fuori bersaglio), nonostante i costi elevatissimi. Si ritiene che i rischi per la salute e per l'ambiente, in caso di maneggio, siano bassi, ma questa affermazione è oggetto di discussione
- munizioni calibro 25mm (cannoni a tiro rapido M-242 "Bushmaster" / GAU-12 "Equalizer" ) = numerosi sistemi d'arma omolgati NATO come il GAU-12/U (GE-525), il KBA B02B ed il cannone del veicolo da combattimento Bradley o del LAV-AT (N.B. nella fattispecie si tratta della cartuccia M-791 in conformazione APDS-T) impiegano queste munizioni. L'areomobile modello AC-130 impiega proiettili all'uranio impoverito (PGU-20) per esplicare la sua attività di supporto  alle truppe di terra (N.B. è stato impiegato diffusamente nei Balcani ed in Afghanistan)
- munizioni calibro 30mm (GAU-8A "Avenger") = l'areomobile modello A-10 impiega proiettili all'uranio impoverito (PGU-14/B) per esplicare la sua attività di lotta anticarro, ognuno dei quali contiene 0,3Kg di uranio impoverito in lega con lo 0,75% di titanio (N.B. è stato impiegato diffusamente nel Golfo persico e nei Balcani. La NATO ha ufficialmente dichiarato l'impiego di 30.000 colpi nei soli Balcani, cui corrispondono circa 9 tonnellate di uranio impoverito disperse sul terreno)
- munizioni calibro 120mm = il carro armato Abrams impiega correntemente la munizione M-829A calibro 120mm in conformazione APFSDS-T. Si tratta della sua munizione principale ed è stata usata ampiamente nel Golfo persico. Essa pesa circa 18,5Kg ed ha un nucleo perforante in uranio impoverito del peso di circa 6Kg. All'impatto si generano tra 1 e 3Kg di ossido di uranio impoverito (N.B. ricerche approfondite hanno mostrato che in seguito all'impatto una parte compresa tra il 10 ed il 70% della massa originaria del nucleo di ossida). Una munizione simile è usata dal carro armato inglese Challenger, nonchè da molti altri veicoli russi, cinesi ed israeliani. Le FF.AA. sovietiche avevano in dotazione proiettili  all'uranio impoverito fin dagli anni '70 del XX secolo per i carri T-62 (calibro 115mm). Succesivamente le munizioni vennero adottate anche per i carri modello  T-64, T-72, T-80  e T90 (calibro 125mm)


La lega maggiormente utilizzata per realizzare i proiettili all'uranio impoverito è nota come Staballoy. Ne esistono due varianti, una con lo 0,75% di titanio e l'altra con ben il 3,5% di titanio. Attualmente le FF.AA. USA (l'esercito, nello specifico) usano una lega di uranio impoverito con circa il 3,5% di titanio. Altre FFAA usano leghe con percentuali più o meno simili. Il contenuto di uranio impoverito varia a seconda del calibro del proiettile. Ad esempio, è di 180g in un proiettile calibro 20mm, 200g in uno calibro 25mm, 280g in uno calibro 30mm, 3,5Kg in uno calibro 105mm, fino ad arrivare ai 4,5Kg tipici di un proiettile da 120mm


segue - nuclei perforanti c.d. "unitari" per bombe e missili



Sul finire degli anni '80 del XX secolo, è stata svilupata una tecnologia il cui scopo era quello di distruggere i bersagli fortmente protetti, come ad esempio i bunker o i centri di comando e controllo coperti, per esempio, da 30m di terra o da 10m di cemento armato (hard / deeply buried target) SENZA ricorere alle armi nucleari. Questa tecnologia ha generato inizialmente la bomba a guida laser modello GBU-28, più nota con il nome di "bunker buster" (lett. distruttrice di bunker). Questa bomba è stata poi "aggiornata" nella bomba modello BLU-113, che molte fonti bibliografiche ritengono derivare dalla GBU-28 e dalla testata di tipo G in uso sui missili "Maverick" . Sul finire degli anni '90 del XX secolo venne ufficialmente introdotto il concetto di "penetratore unitario", per opera, si ritiene, dell'areonuatica militare USA, la quale era alla ricerca di un ordigno capace di distruggere bersagli di elevato valore strategico posti ad alta profondità, ma anche dotato di proprietà incendiarie per minimizzare gli effetti di eventuali agenti chimici e/o batteriologici presenti dentro al bersaglio (N.B. si trattava del c.d. programma Hard or Deeply Buried Target Capability). Dal punto di vista strutturale, questo ordigno prevedeva una struttura esterna di forma allungata realizzata in acciaio al nickel-cobalto (N.B. è una lega nota come "Air Force 1410") all'interno del quale si trovava la testata. La denominazione ufficiale del nuovo ordigno era BLU-116, ma esso è più noto come GBU-24 C/B  o GBU-24D/B a seconda che venga usata dall'Aviazione o dalla Marina Militare. I penetratori unitari possono essere impiegti sulle bombe modello GBU-24,  GBU-27 e GBU-27 / AGM-130. Si ramenti che i penetratori unitari adottano spolette speciali di tipo ritardato (hard target smart fuses), per evitare una detonazione prematura in caso di penetrazione all'interno di spazi vuoti o di parti non rilevanti del bersaglio. Attualmente sono note testate di peso variabile tra 250 e 440 libbre (110 - 1980Kg), per ognuna della quali il penetratore in uranio impoverito costituisce il 50 - 70% del peso complesivo.
 

segue - nuclei perforanti c.d. "accelerati" o "lanciati"



Il nucleo perforante c.d. "lanciato" è un nucleo (in uranio impoverito) unito ad un motore a razzo o ad una carica esplosiva il cui scopo è quello di aumentare la velocità di impatto, e quindi l'energia cinetica scaricata sul bersaglio. L'esempio più famoso è costituito dalla bomba modello BLU-107.


segue - cariche cave



La carica cava (shaped charge) è un ordigno progettato per focalizzare il fronte d'urto dell'esplosione in una direzione specifica, in modo da massimizzare l'effetto distruttivo sul bersaglio. Si tratta di una tecnologia risalente alla prima guerra mondiale, che è stata "...debitamente aggiornata..." con l'impego dell'uranio impoverito. Solitamente si impiega un cono o una semisfera di metallo all'interno del quale è posto dell'esplosivo ad alto potenziale. Il tutto viene poi inserito in un contenitore metallico realizzato in acciaio o in alluminio. Al momento della detonazione, si genera un fronte d'onda che può viaggiare anche a 10Km al secondo, generando un effetto distruttivo enorme sul bersaglio. L'idea nuova, che si è avuta negli anni '90 del XX secolo, è stata quella di realizzare le cariche cave con l'uranio impoverito. Più precisamente l'uranio impoverito sostituiva l'involucro esterno, mentre l'elemento interno poteva essere realizzato con rame, molibdeno o con lo stesso uranio impoverito. La quantità di uranio impoverito utilizzato per la costruzione varia, a seconda dei casi, da pochi Kg fino a circa 250Kg. Ordigni di questo genere sono, tra gli altri, la bomba modello BLU-96/B e le bombe a grappolo modello CBU-87/B


segue - sistemi a testata multipla



I sistemi a testata multipla (multiple warhead system) sono dei sistemi d'arma che coniugano le cariche cave ed i penetratori unitari (V. voce a se). L'idea è quella di posizionare una o due cariche cave nella parte anteriore dell'ordigno, in modo da distruggere la protezione esterna del bersaglio, per fare in modo che il detonatore unitario lo penetri adeguatamente ed esploda all'interno, generando così il massimo danno possibile. Si tratta di un sistema d'arma sviluppato essenzialmente per ordigni da 1000 fino a 2000 libbre (450 - 900Kg), quali AGM-86/D, AGM-154/C ed il c.d "Storm Shadow"  (N.B. mentre il governo USA ha ammesso il possesso e l'impiego di simili armi, altri Paesi, per esempio l'Inghilterra, lo hanno sempre negato).


§5  - proprietà tossicologiche


I rischi principali legati all'impiego dell'uranio impoverito sono i seguenti  :


1 - pericolo di incendio = l'uranio impoverito è PIROFORICO e può generare facilmente incendi
2 - pericolo di intossicazione = l'uranio impoverito è estremamente TOSSICO, con una tossicità affine a quella dell'arsenico e dei suoi ossidi. Esso è in grado di aggedire violentemente i reni ed il sistema urinario. Anche se questo non è evidente in caso di breve esposizione, l'intossicazione diventa evidente in seguito ad esposizione prolungata in ambienti con forte tasso di inquinamento da polveri di uranio impoverito. Le polveri entrano nel corpo attraverso il naso e la bocca e si depositano all'interno.
3 - pericolo di contaminazione radioattiva = l'uranio impoverito è RADIOATTIVO ed emette raggi alfa, tracce di raggi beta e modeste quantità di raggi gamma. Secondo i convenzionali protocolli delle FF.AA. l'uranio impoverito  "...non è pericoloso se maneggiato nella sua forma metallica..." con l'ausilio dei guanti e di adeguate protezioni. In realtà il problema emerge in tutta la sua gravità DOPO che l'uranio è  stato usato. Con l'impatto sul bersaglio, il proiettile decelera violetemente e si ossida. L'ossido di uranio impoverito è costituito da particelle finissime (N.B. la dimensione tipica è di circa 1,5 micron) che in parte si adagiano sulle cose, ma che in gran parte rimangono in sospensione nell'ambiente sottoforma di nebbia (N.B. in realtà gli ossidi sono di due tipi, solubili ed insolubili, ma sono entrambi molto pericolosi). Questa sorta di "nebbia tossica" può essere ingerita od inlata, ed entrare così nel corpo di chi si trova in luoghi contaminati dall'uranio impoverito o anche in prossimità di essi (N.B. in medicina è documentato che rilevanti livelli di contaminazione sono riscontrabili fino a 35 - 40Km di distanza !!). Una volta entrato nel corpo, l'uranio impoverito aggredisce con inaudita violenza il sistema linfatico, quello circolatorio, il sistema scheletrico e quello riproduttivo. La gravità di questa contaminazione deriva dal fatto che le polveri inalate e non espulse si depositano ed irradiano in maniera permanente TUTTI i tessuti  adiacenti.

In estrema sintesi, si può dire che gli effetti tossicologici dell'uranio impoverito derivano dal livello di esposizione, e cioè da  :

- quantità di uranio impoverito che è entrata nel corpo
- frequenza del contatto
- durata dell'esposizione

Numerose ricerche svolte a partire dai primi anni '90 del XX secolo, hanno evidenziato che gli effetti di esposizioni brevi su soggetti in perfetto stato di salute tendono a non lasciare effetti permanenti. Tuttavia, se vengono usate armi di grosso calibro con munizioni perforanti dotate di nuclei molto pesanti, tutte le persone che si trovano dove vengono impiegate questi sistemi d'arma vanno incontro ad intossicazioni in forma acuta. Ricerche apporofondite effettuate dallo stesso ministero delle difesa USA (Istituto di Ricerche Bioradiologiche delle FF.AA.)  hanno evidenziato che una parte compresa tra il 10 ed il 70% della massa originaria del nucleo si ossida in seguito all'impatto con il bersaglio. A titolo di esempio, si rifletta sul fatto che con armi di calibro compreso tra 30 e 120mm, i nuclei perforanti dei proiettili  hanno peso limitato (N.B. più o meno da 275 a 4500grammi) ed è quindi limitato il quantitativo di ossido di uranio che può formarsi in seguito all'uso. Tuttavia, con munizioni di calibro superiore, il livello di intossicazione sarà enormemente amplificato, coinvolgendo molte più persone e con effetti molto più gravi


                          LIMITI DI ESPOSIZIONE MASSIMA ALL'URANIO E AD ALCUNI METALLI PESANTI


Metallo
Limite massimo (mg/m3)
piombo
0,05
cobalto
0,1
uranio (solubile)
0,05
uranio (insolubile)
0,25
nickel (solubile / insolubile)
1
tungsteno (solubile)
1
tungsteno (insolubile)
5
berillio
0,002


Quando un proiettile all'uranio impoverito colpisce il bersaglio, si ossida generando una gamma di ossidi che comprendono, tra gli altri, biossido di uranio (UO2), triossido di uranio (UO3) e ottaossido di (tri)uranio (U3O8).  Questi tre ossidi sono essenzialmente insolubili e tendono a dissolversi molto lentamente dopo essere entrati nell'organismo. Per esempio, UO3si dissolve in settimane, mentre UO2 e U3O8 si dissolvono in anni (N.B. alcune fonti bibliografiche affermano che l'uranio entrato nei polmoni può rimanere all'interno del corpo fino a oltre 15 anni).  Anche se solitamente molte fonti bibliografiche affermano che la quasi totalità dell'uranio impoverito entrato nel corpo viene espulso molto rapidamente (N.B. sembrerebbe che solo lo 0,2% dell'uranio insolubile ingerito entra definitivamente nel sangue, mentre solo una percentuale compresa tra il 2 ed il 5% di quello solubile entra nel sangue), non va dimenticato che una volta entrato nel sangue l'uranio può comunque attaccare i tessuti e gli organi in cui si deposita. Gran parte dell'uranio impoverito assorbito si deposita nelle ossa (66% circa), mentre il quantitativo restante di deposita nel fegato (16% circa) e nei reni (8% circa). La percentuale residua si deposita negli altri tessuti. Una volta entrato nel sangue, l'uranio può reagire con le molecole ivi presenti trasformadosi in ioni di uranile, che sono ben noti per i loro effetti tossici.


§6 - principali studi epidemiologici di rilevanza modiale


A partire dal 1991, sono stati realizzati un gran numero di studi epidemiologici sull'uranio impoverito per valutarne a fondo la pericolosità. Purtroppo questi studi non sono sempre stati fatti da persone compententi e spesso hanno portato a risultati del tutto incongruenti. In altri casi, questi studi sono stati fatti da persone competenti ma i loro risultati sono stati manipolati ad arte dai politici di mezzo mondo per perseguire i loro fini. Ancora oggi c'è moltissima confusione su quella che è la REALE pericolosità dell'uranio impoverito . Qui di seguito si darà brevemente conto del contenuto di alcuni di questi studi .


segue - studio dell'Univerità di Bassora (1999-2001)


Uno studio che merita attenzione è sicuramente quello effettuato dall'Università di Bassora dopo la c.d. "prima guerra del Golfo". Questo studio, riferito al periodo 1990-2001, ha messo in evidenza un aumento del 426% dei tumori maligni in generale, del 366% delle leucemie e del 600% delle malformazioni fetali . Lo studio è stato criticato da chi sostiene che la causa di tutto questo vada ricercata  non nell'intosicazione da uranio impoverito, bensì nelle pessime condizioni igieniche, nell'inquinamento dovuto agli incendi dei pozzi di petrolio e nella denutrizione. Altri affermano invece che la causa vada ravvista nell'embargo decretato dall'ONU, che impoverì ancora di più la già martoriata popolazione irachena. In realtà si tratta di elementi che, pur sommati tra di loro, difficilmente riescono a giustificare un aumento così elevato di patologie così gravi. A margine di ciò, si tenga poi presente che anche le FF.AA. di quei Paesi che hanno usato e che hanno in dotazione armi all'uranio impoverito, stanno lavorando da tempo su  cose come  :

- sostituzione dell'uranio impoverito con altri materiali
- produzione di medicinali in grado di inibire i processi biochimici che generano le forme tumorali tipiche della contaminazione da uranio impoverito
- individuazione preventiva della contaminazione da uranio impoverito su persone e cose
- definizione di procedure mediche standard per il trattamento di soggetti contaminati dall'uranio impoverito

Per ulteriori informazioni, si veda all'indirizzo web  www.irak.be/ned/archief/Depleted


segue - studio dell'O.N.U.


Dopo la prima guerra del Golfo, l'ONU ha commissionato una serie di studi per valutare la reale pericolosità dell'uranio impoverito. In generale la conclusione è stata che non ci sono dati a sufficienza per provare la tossicità dell'uranio impoverito, ma che la possibilità non può essere esclusa a priori, per cui come regola precauzionale si dovrebbe sospendere l'impiego di simili armi in attesa di dati ulteriori (N.B. alcuni Paesi hanno rifiutato la moratoria sull'uso di armi all'uranio impoverito proposta dall'ONU). Risultati analoghi sono ravvisabili negli studi compiuti nel corso del tempo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O.) o dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. In particolare, queste due organizzazioni hanno affermato che "...l'intossicazione da uranio impoverito è affine a quella da piombo o da altri metalli pesanti..." e che "...i livelli di radioattività cui siamo sottoposti ogni giorno sono affini a quelli cui saremmo sottoposti in caso di contatto con residui di uranio impoverito...". In generale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O.) e dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica negano che l'uranio impoverito sia tossico o pericoloso. Per ulteriori informazioni si veda i seguenti indirizzi web :

- www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fgci?artid01242351
- www.nuclearpolicy.org/files/nuclear/fasy_jun_14_03.pdf
- www.cpt.org/iraq/documents/DU%20Review.pdf
- www.who.int/ionizing_radiation/env/du/en/index-html
- www.who.int/ionizing_radiation/pub_meet/en/Depluraninum4.pdf
- www.unhchr.ch/Huridocda/Huridoca.nsf/(Symbol)/E.CN.4Sub.2.200.38.En?Opendocument
- www.euro.who.int/document/e71919.pdf


segue - studio dell'Istituto di Ricerche Radiobiologiche delle FF.AA. USA


Dopo una lunghissima serie di studi che risalgono alla "prima guerra del Golfo", l'Istituto di Ricerche Radiobiologiche delle FF.AA. USA ha affermato ormai da tempo che  "...l'uranio impoverito è tossico..." e che "...l'esposizione a basse dosi di uranio impoverito può determinare  fenomeni carcinogenetici in soggetti che hanno subito ferite o che ne hanno inalato le polveri...". In particolare è stata messa in evidenza una correlazione tra diminuzione dell'attività neuronale nella zona dell'ippocampo ed intossicazione cronica da uranio impoverito. Questa condizione è tipica di chi ha alte concentrazioni di uranio impoverio dentro al corpo. Un'altra cosa che è stata evidenziata e la maggior incidenza di leucemie e di cancro in caso di concentrazioni anche non elevate derivanti da semplice inalazione o da ferite penetranti. Per ulteriori informazioni si vedano i seguenti indirizzi web :

- www.defence.gov.au/DPE/DHS/infocentre/publications/journals/NoIDs/adfhealth_sept02/ADFHealth_3_2_50-57.pdf
- www.afrri.usuhs.mil/www/outreach/pdf/miller_NATO_2005.pdf
- www.afrri.usuhs.mil/www/outreach/pdf/livengood.pdf
- www.affri.usuhs.mil/www/outreach/pdf/mcclain_NATO_2005.pdf
- www.affri.usuhs.mil/www/outreach/PDF/kalinich_NATO_2005.pdf


segue - studi scientifici internazionali


I risultati di altri studi sull'uranio impoverito possono essere consultati  presso i seguenti indirizzi web  :


- www. ehjournal.net/content/4/1/17
- http://dx.doi.org/10.1016/S0890-6238(01)00181-2
- http://dx.doi.org/10.1016/j.tox.2005.05.002
- www.royalsoc.ac.uk/landing.asp?id=1243
- www.sandia.gov/news-releases/2005/def-nonprolif-sec/snl-dusand.pdf
- www.ead.anl.gov/pub/doc/Depleted-Uranium.pdf
- www.ead.anl.gov/pub/doc/Uranium.pdf
- www.gulflink.osd.mil/faq
- www.atsdr.dcd.gov/toxprofiles/tp150.html
- www.janes.com/defence/news/jvbw060426_1_n.shtml
- www.bren.ucsb.edu/academics/courses/595E/Session%207/BleisePropertiesUse&-DU.pdf
- www.nato.int/du/docu/d000500e.htm


Vanno poi menzionati gli studi pubblicati su riviste scientifiche di rilievo internazionale, come ad esempio i seguenti (N.B. l'elenco non è per nulla esaustivo)  :


- Baverstock, K., Science, politics and ethics in the low dose debate. Medicine, Conflict and Survival, 2005, Vol. 21. pp. 88 - 100.
- Belyakov et al., Direct evidence for a bystander effect of ionizing radiation in primary human fibroblasts, British journal of cancer, 2001, Vol. 84, Suppl. 5, pp. 674 - 679
- Bleise / Danesi / Burkart, Properties, use and health effects of depleted uranium (DU): a general overview, Journal of  Environmental Radioact, 2003, Vol.64, Suppl. 2-3, pp. 93-112.
- Domingo, Reproductive and developmental toxicity of natural and depleted uranium : a review, Reproductive toxicology, 2001, Vol. 15, pp.603 - 609
- Hindin et al., Teratogenicity of depleted uranium areosols : a review from an epidemiological perspective, Environmental health, 2005, Vol. 4, pp. 17
- McDiarmid et al., Health effects of depleted uranium on exposed Gulf War veterans: a 10-year follow-up, Journal of Toxicology Environ. Health, 2004, Vol. 67, Suppl. 4, pp. 277 - 296
- Miller et al., Urinary and serum mutagenicity studies with rats implanted with depleted uranium or tantalum pellets, Mutagenesis, 1998, Vol. 13 Suppl. 6,  pp. 643 - 648.
- Miller et al., Transformation of human osteoblast cells to the tumorigenic phenotype by depleted uranium-uranyl chloride, Environ. Health Perspect., 1998, Vol. 106 Suppl. 8, pp. 465 - 471
- Miller, Observation of radiation-specific damage in human cells exposed to depleted uranium: dicentric frequency and neoplastic transformation as endpoints. Radiat Prot Dosimetry, 2002. Vol. 99 Suppl. 1-4, pp. 275 - 278
- Miller, Depleted uranium-catalyzed oxidative DNA damage: absence of significant alpha particle decay, Journal Inorg Biochem, 2002, Vol. 91, Suppl. 1, pp. 246 - 252
- Miller, Potential late health effects of depleted uranium and tungsten used in armor-piercing munitions: comparison of neoplastic transformation and genotoxicity with the known carcinogen nickel, Military medicine, 2002, Vol. 167, Suppl. 2, pp. 120 - 122
- Miller et al., Effect of the militarily-relevant heavy metals, depleted uranium and heavy metal tungsten-alloy on gene expression in human liver carcinoma cells (HepG2), Mol Cell Biochem, 2004, Vol. 255, Suppl. 1-2, pp. 247 - 256.
- Miller et al., Genomic instability in human osteoblast cells after exposure to depleted uranium: delayed lethality and micronuclei formation,. Journal of Environ Radioact, 2003, Vol. 64, Suppl. 2-3, pp. 247 - 259.
- Monleau et al., Bioaccumulation and behavioural effects of depleted uranium in rats exposed to repeated inhalations, Neuroscience letters, 2005, Vol 390, pp. 31 - 36
- Mothersill / Seymour, Radiation-induced bystander effects: past history and future directions, Radiat Res, 2001, Vol.155, Suppl. 6, pp. 759 - 767.
- Lestavel et al., The brain is a target organ after acute exposure to depleted uranium, Toxicology, 2005, Vol. 212, pp. 219 - 226
- Valentin / Fry, What ICRP advice applies to DU? , Journal of Environ Radioact, 2003, Vol. 64, Suppl.2-3,  pp. 89 - 92.



§7 -  condotta in caso di intossicazione


In caso di contaminazione da uranio impoverito, vera o presunta, è necessario   :


- effettuare una visita medica generale
- valutare i livelli di urea e creatinina nel sangue
- effettuare un ciclo di analisi delle urine per valutare i livelli di proteine, albumina e glucosio
- effettuare un'analisi COMPLETA del sangue
- effettuare delle radiografie del torace se si presume un accumulo significativo di uranio  nei polmoni


Dal momento che i reni sono l'organo  più colpito (N.B. il motivo è che tutto quello che entra nel corpo tramite i polmoni o l'intestino entra poi nel sangue, e da lì viene filtrato dei reni), è importante valutare attentamente la funzione renale. In particolare, possono determinarsi delle tubulopatie che sono evidenziate dalla presenza di proteine a basso peso molecolare nelle urine. Fra queste proteine da osservare con cura, la più importante è certamente la beta-due-microglobulina. Se queste proteine vengono evidenziate, è necessario effettuare un test specifico per l'individuazione dell'uranio per avere la certezza dell'intossicazione. Si tratta di test particolari che prevedono l'impiego di spettrometri di massa per la ricerca di radiazioni alfa. In ogni caso è sempre necessario sentire il parere di un nefrologo competente, perchè i problemi renali potrebbero essere dovuti ad altri fattori. Se l'intossicazione viene dimostrata, dal momento che non c'è un tratamento specifico per l'intossicazione da uanio impoverito, sarà necessario agire come se si trattasse di una convenzionale intossicazione da metalli pesanti  . Il trattamento è correlato ai sintomi osservati. Se si ravvisa una tubulopatia sarà necessario  :

- somministrare bicarbonato di sodio per alcalinizzare le urine, legare  l'uranio presente nel sangue e facilitare l'espulsione tramite le urine evitando il riassobimento tramite i tubuli renali
- effettuare la terapia dei chelati
- monitorare la funzione renale
- monitorare la funzione epatica