SETTE PER SETTE


§1 - introduzione



Troppe persone che acquistano un'arma per difesa personale sono convinte che "...sparare significhi semplicemente premere il grilletto...", mentre in realtà non c'è nulla di più lontano dalla verità !! In realtà, premere il grilletto è solo UNO dei componenti che consentono ad un individuo di sparare, ma tuttavia non è il solo. La parte del tutto maggioritaria della bibliografia mondiale sulla difesa personale armata afferma che ci sono sette elementi che concorrono alla CORRETTA partenza del colpo, e tutti DEVONO essere conosciuti e padroneggiati alla perfezione da chi vuole fare realmente centro sul bersaglio. Questi elementi sono :


(1) - Posizione di tiro (stance) = da un punto di vista EMINENTEMENTE generico, la posizione di tiro si assume ponendo i piedi alla stessa distanza delle spalle, con il piede corrispondente al braccio debole leggermente avanzato (N.B. dal momento che la questione è altamente SOGGETTIVA, in realtà il piede debole può essere avanzato rispetto a quello forte di soli 5 o 10cm così come può risultare avanzato di 30 - 40cm!!) e puntato direttamente verso il bersaglio; il piede corrispondente al braccio forte è posizionato saldamente sul terreno in maniera tale da generare sufficiente movimento in avanti o lateralmente; le ginocchia sono leggermente flesse ed il tronco è leggermente piegato in avanti (N.B. fondamentale per controllare meglio il rinculo);  la posizione di equilibrio DEVE essere tale per cui il peso del corpo risulti spostato in AVANTI per circa il 60 - 70% (N.B. è fondamentale per controllare meglio il rinculo, o altrimenti continuerete "...ad andare all'indietro..." colpo dopo colpo !!); le braccia sono naturalmente distese, con i gomiti bloccati ma NE rigidi, NE sovraestesi; la testa è alta ed indirizzata verso il bersaglio (N.B. questi sono gli elementi  fondamentali, ma non deve essere dimenticato che sono sempre possibili degli adattamenti personali e che la posizione DEVE risultare comoda per l'individuo !!)

(2) - Presa dell'arma (grip) = da un punto di vista EMINENTEMENTE generico, per le armi corte, la mano forte afferra l'impugnatura in maniera tale che 4 dita esercitano la presa corretta, ed 1 (l'indice) possa esercitare il massimo controllo sul grilletto; fatto questo, la mano debole si sovrapporrà su qualla forte in maniera tale l'indice sia sotto la guardia del grilletto ed il pollice sia sopra il pollice della mano forte; la torsione creata da pollice ed indice della mano debole, unita al fatto che la mano debole accoglie e sostiene quella forte, aiuta a controllare meglio l'arma durante il fuoco; non va dimenticato che la posizione delle dita della mano debole varia da individuo ad individuo; per le armi lunghe, la mano forte afferra l'impugnatura in maniera tale che 4 dita esercitano la presa corretta, ed 1 dito (l'indice) possa esercitare il massmo controllo sul grilletto; fatto questo, la mano debole afferra saldamente l'astina e spinge l'arma contro la spalla forte; a questo punto, gomiti vengono ruotati verso l'interno in maniera tale da esercitare una sorta di torsione attorno all'asse dell'arma; questo permette di esercitare il massimo controllo durante il fuoco (N.B. questi sono gli elementi  fondamentali, ma non deve essere dimenticato che sono sempre possibili degli adattamenti personali e che la posizione DEVE risultare comoda per l'individuo !!)

(3) - Allineamento delle mire (sight alignment) = per allineare le mire è necessario collocare il mirino al centro della tacca di mira e fare contemporaneamente in modo che tacca e mirino siano alla stessa altezza

(4) - Acquisizione della punteria corretta (sight picture) = per acquisire la corretta punteria è necessario indirizzare l'arma verso il bersaglio prescelto in maniera tale che, all'occhio, le mire allienate in precedenza risultino collocate davanti al centro del bersaglio stesso; la punteria è corretta quando il mirino viene visto nitidamente dall'occhio, mentre il bersaglio ed la tacca risultano, al contempo, lievemente sfocati

(5) - Controllo della respirazione (breathing control)  = per controllare la respirazione è necessario, in primo luogo, saper lavorare nel contesto del normale ciclo respiratorio; durante il ciclo respiratorio, si compie una inspirazione e, subito dopo, si lascia uscire un po' d'aria ma senza completare integralmente l'espirazione; effettuando questa espirazione parziale, è possibile fermare per un attimo il ritmo della respirazione e premere il grilletto senza che il corpo continui a muoversi sotto il ritmo naturale della respirazione; il controllo della respirazine è importante perchè altrimenti la precisione di tiro risulterebeb alquanto scarsa

(6) - Controllo della pressione sul grilletto (trigger control)  = per effettuare una corretta pressione sul grilletto è NECESSARIO in primo luogo togliere la c.d "precorsa" tramite una lieve pressione sul grilletto; dopo avere tolto  la precorsa è necessario applicare una pressione più decisa ma costante nel tempo, fino al momento in cui il grilletto non consente la caduta del cane; con il fucile d'assalto la tecnica è relativamente semplice, mentre con le armi corte vi è un grado maggiore di difficoltà a causa del fatto che è necessario apprendere come sparare in singola azione (SA) ed in doppia azione (DA); mentre la doppia azione è più "lunga e pesante" (il colpo parte dopo e con più sforzo!!), la singola azione è più "corta e leggera" ( il colpo parte prima e con meno sforzo!!); inoltre, con le armi corte di più recente concezione ed impiego (armi ad azione mista), è NECESSARIO apprendere come passare correttamente e con sicurezza dal primo colpo in DA ai colpi successivi in SA (c.d. transizione)

(7) - Persistenza (follow through) = con il termine persistenza si intendono o il mantenere volontariamente e costantemente tutti gli elementi illustrati ai punti da 1 a 6 fino alla partenza del colpo, oppure il fatto di mantenere tutti gli elementi dal numero 1 al numero 6 tra un colpo e l'altro o, ancora, il fatto di continuare a tenere puntata verso il bersaglio l'arma tra un colpo e l'altro, anche durante le pause (N.B. in alcuni manuali la persistenza è definita come "riallineamento" !!)



§2 - analisi della posizione di tiro



Molte persone hanno il difetto di traslare FORZATAMENTE  concetti specifici del tiro accademico al tiro difensivo SENZA rendersi conto che in realtà si stanno danneggiando da soli perchè apprenderanno dei concetti di base in maniera molto più lenta rispetto a chi non compie questo errore (N.B. in certi casi si rischia addirittura di non imparare mai questi concetti !!). Con riferimento specifico alla posizione di tiro, molti cercano di adattare la posizione tipica del tiro accademico nel tiro difensivo, conseguendo però l'unico risultato di sparare in maniera maldestra ed imprecisa. Il problema emerge chiaramente se si pensa che mentre nel tiro accademico "...la base d'appoggio ha una forma allungata in senso PERPENDICOLARE rispetto al bersaglio...", nel tiro difensivo "...la base d'appoggio ha una forma allungata in senso PARALLELO al bersaglio...". Non per niente in numerosi manuali che trattano il tema della difesa personale armata si dice SPESSO che la posizione di tiro, qualsiasi essa sia, DEVE essere tale da consentire di "...collocare i piedi in modo che siano (grossomodo) distanti come le spalle...", nel senso di dire che la distanza tra i due piedi è più o meno la stessa distanza che c'è tra le spalle. Premesso che la base d'appoggio NON deve essere "troppo grande" o "troppo piccola" (N.B. perchè sarebbe scomoda in ambo i casi !!), questa deve essere tale da consentire di spostare (leggermente) in avanti il peso del corpo. Questa fondamentale differenza tra il tiro accademico e quello difensivo è importantissima perchè consente al tiratore di controllare la propria arma in maniera ottimale durante il tiro, ed in particolare durante il tiro rapido. Purtroppo molte persone tendono a praticare il tiro dfiensivo "...piegando la schiena all'indietro...", cosa che non consente loro di controllare l'arma in maniera ottimale. Se se questo difetto non viene corretto a tempo debito (N.B. magari da un buon amico o da un istruttore capace !!), dovranno passare anni (N.B. e molti colpi sparati a vanvera !!) prima che un individuo possa essere in grado di controllare realmente la propria arma. Un altro dettaglio importante e che, a prescindere da quale posizione di tiro scegliete (N.B. vale a dire isoscele, Weaver od una delle loro infinite varianti), dovete ricordarvi che il gomito del braccio forte deve SEMPRE  essere disteso, ma MAI sovraesteso o bloccato!! In realtà dovreste fare in modo che ambo i gomiti si trovino in questa condizione di distensione, tuttavia questo è più semplice con talune posizioni (N.B. cioè la isoscele ed i suoi derivati) e meno semplice con altre (N.B. cioè la Weaver e suoi derivati), per cui dovete accertarvi che ALMENO il gomito del "braccio forte" si venga a trovare in questa condizione ottimale. Questo è importante perchè consente di scaricare il rinculo verso terra (N.B. attraverso il braccio e la gamba "forti") in maniera estremamente EFFICIENTE, cosa che non si potrebbe fare con il gomito piegato !! Scaricare il rinculo vero terra in modo corretto è ESSENZIALE perchè consente un migliore controllo dell'arma durante il tiro.Ovviamente, il fatto di sparare con la schiena piegata all'indietro e/o con una base d'appoggio dei piedi non corretta non farà altro che creare dei problemi al tiratore. Dunque, scegliete un modello (cioè una posizione di base che può essere la Isoscele o la Weaver) ed adattatelo alla vostra complessione fisica, ma ricordatevi SEMPRE di impiegare un'adeguata base d'appoggio e di avere la schiena (leggermente) inclinata in avanti. Parlando di "posizone di tiro", è poi MOLTO importante ricordare due cose. La prima, che non esiste la posizione di tiro "...migliore del mondo..."!! Anche se un congruo numero di imbecilli (italiani e non) sostiene "...di avere inventato una posizione di tiro innovativa che è la migliore del mondo..." ed altre FESSERIE simili, NON c'è nulla di più lontano dalla realtà!! La posizione di tiro non è un qualcosa di rigido, ma solo uno strumento per ricercare l'equilibrio in movimento (N.B. in difesa personale non sparerete MAI come quando siete al poligono, ma sarete costretti a muovervi !!), per cui voi dovete solo scegliere un modello di base (N.B. quello che si adatta meglio alla vostra conformazione fisica !!) e adattarlo alle vostre esigenze. Un'altra cosa importante è che non esiste una posizione di tiro universale. Se da un lato è vero che esiste una posizione di tiro a due mani di impiego generale che viene usata nel tiro lento mirato, è altrettanto vero che esistono anche posizioni  a una o due mani, per il tiro non mirato (N.B. questo argomento è trattato nel dettaglio nel testo NOZIONI DI DIFESA PERSONALE,  edito dal GRURIFRASCA ma commercializzato da Tuttostoria) . In altre parole, dovete conoscere e padroneggiare alla perfezione la posizione di tiro per impiego generale (a due mani), ma dovete fare la stessa cosa anche con tutte le altre posizioni impiegate nella difesa personale .


                                                                                     ATTENZIONE!!

PER CAPIRE VELOCEMENTE SE UNA DETERMINATA POSIZIONE DI TIRO FA O MENO AL CASO VOSTRO, PROVATE A VERIFICARE SE VI CONSENTE DI COLPIRE UNA SERIE DI BERSAGLI COLLOCATI ENTRO UN ARCO DI CIRCA 180° SENZA MUOVERE I PIEDI. SE QUESTO ACCADE, AVETE TROVATO LA VOSTA POSIZIONE IDEALE DI TIRO A DUE MANI !!


§3 - analisi della presa dell'arma



La presa CORRETTA dell'arma richiede un livello di coordinazione troppo spesso sottovalutato da chi frequenta le  varie Sezioni del TSN, e ancora di più da parte chi intende dedicarsi RAZIONALMENTE alla difesa personale. Per capire come impugnare bene l'arma è fondamentale comprendere le funzioni svolte dalla mano debole e da quella forte. La mano FORTE (destra per i tiratori destrorsi e sinistra per i tiratori sinistrorsi) è quella che DEVE sviluppare il più ELEVATO livello di coordinazione. In questa mano, quattro dita (N.B. cioè tutte TRANNE l'indice !!) svolgono funzione di presa EFFETTIVA e di CONTROLLO dell'arma, mentre uno solo (N.B. cioè l'indice) svolge funzione di controllo del grilletto (trigger control). Questa distinzione non solo è di importanza estrema se si vuole sparare in maniera precisa, ma è anche conosciuta nel dettaglio da pochi individui, prova ne è il fatto che un numero incalcolabile di persone crede di premere il grilletto, ma in realtà stringe in maniera anomala TUTTE le dita della mano!! Stringendo tutte le dita della mano invece di  esercitare una pressione controllata sul grilletto con il SOLO indice, significa una sola cosa : sparare male !! Volendo sintetizzare, la mano forte DEVE essere in grado si svolgere in maniera coordinata le seguenti funzioni  :


- esercitare la forza necessaria per sostenere (durante il puntamento) e trattenere (durante il tiro) l'arma con quattro dita
- esercitare una pressione controllata sul grilletto con un solo dito, quando e se  necessario


                                                                                     ATTENZIONE!!

SE ESERCITATE TROPPA FORZA CON L'ANULARE ED IL MIGNOLO DELLA MANO FORTE, CORRETE IL RISCHIO DI METTERE TUTTI I COLPI "...TROPPO IN BASSO..." SENZA RIUSCIRE A CAPIRE IL MOTIVO !! LA VOSTRA PRESA DEVE ESSERE SOLIDA MA NON RIGIDA O SPASMODICA !!


Un'altra questione poco conosciuta è quella relativa alla funzione della mano DEBOLE (sinistra per i tiratori destrorsi e destra per i tiratori sinistrorsi) e, più precisamente, al modo in cui deve essere impiegata. La mano debole non solo svolge funzioni di sostegno (durante il puntamento) e di trattenimento (durante il tiro), ma svolge altrsì funzione di smorzamento del rinculo. Per essere più precisi,  per applicare una presa corretta è altresì necessario che la mano debole si sovrapponga a quella forte in maniera tale da risultare "...il più alta possibile...", ossia di essere il più vicina possibile all'asse della canna. Questo è importante perchè più la mano debole "è bassa" (N.B. cioè lontana dall'asse della canna), più la presa risulta indebolita ed inefficiente. Quando la presa è indebolita non solo diventa difficile controllare l'arma, ma diventa impossibile ammortizzare il rinculo, e dunque ridurre i tempi di riallineamento. Ovviamente, il fatto di mettere la mano debole "...il più in alto possibile..." va incontro a dei limiti ben precisi, dal momento che dipende :


- dalla conformazione delle mani
- dalla tipologia dell'arma


Premesso che il revolver è nettamente sfavorito perchè ha l'asse della canna nettamente più in ALTO rispetto alle semiautomatiche (N.B. questo è uno degli innumerevoli motivi per cui le semiautomatiche vengono preferite ai revolver), anche tra queste ultime bisogna individuare quelle che consentono di avere il massimo risultato con il minimo sforzo. In altre parole, ci sono pistole (N.B. ad esempio armi come CZ, Glock e Tanfoglio) che possiedono una struttura che facilita questo sforzo da parte del tiratore, mentre ve ne sono altre che lo semplificano solo in parte (N.B. ad esempio armi come Beretta o Browning) e, altre ancora (N.B. ad esempio armi come Sig-Sauer, Colt, Smith & Wesson e, in misura minore, H&K) che rendono questo sforzo più difficoltoso. Va poi precisato che, in linea di massima, le armi europee hanno, salvo RARE eccezioni, un asse della canna MOLTO più basso rispetto a quello delle loro controparti costruite in USA, il che semplifica gli sforzi del tiratore che vuole "...mettere la mano debole il più in alto possibile..." . Teoricamente la mano debole dovrebbe essere sovrapposto a quella forte in maniera tale che le sue nocche siano disposte verticalmente sotto, o a lato, della guardia. Tuttavia questo deve essere considerato solo come un criterio di orientativo (N.B. molto dipende dalla conformazione della mano del singolo individuo !!) e NON come un precetto inderogabile.


segue - rapporto tra gli indici



Una questione alquanto discussa in materia di presa dell'arma, è quella relativa al rapporto tra l'indice della mano forte e l'indice della mano debole. In linea di massima, l'indice della mano forte sta FUORI dalla guardia fino a quando l'arma non risulta puntata verso una parte qualsiasi del corpo dell'aggressore. Questo avviene, evidentemente, per insopprimibili motivi di sicurezza!! Dopo che si è "...aperto il fuoco...", a seconda della situazione l'indice della mano forte può collocarsi  :


- dentro alla guardia, con il polpastrello che sfiora la faccia del grilletto  (N.B. questa tecnica si usa quando la ripresa dello scontro a fuoco è PALESE o appare come CERTA !!)

- dentro alla guardia, con l'unghia che appoggia contro la parte INTERNA del ramo ANTERIORE della guardia  (N.B. questa tecnica si usa quando la ripresa dello scontro a fuoco è PROBABILE o POSSIBILE !!)

- fuori dalla guardia, in posizione incurvata, e con la punta che appoggia sul fusto e SOPRA la guardia (N.B. questa tecnica si usa quando la ripresa dello scontro a fuoco è POSSIBILE o INCERTA !!)

- fuori dalla guardia, in posizione distesa, che appoggia sul fusto e SOPRA la guardia (N.B. questa tecnica si usa quando vi è CERTEZZA circa l'effettiva conclusione dello scontro a fuoco !!)



Venendo all'indice della mano debole, nel 99% dei casi ogni individuo preferisce  tenerlo PIEGATO (N.B. al pari delle altre dita della mano debole, pollice escluso, avvolge la mano forte) e SOTTO alla guardia. I motivi di questa scelta sono plurimi, ma possono essere essenzialmente ricondotti ai seguenti :


- è una posizione naturale
- è una posizione che consente un FORTE controllo dell'arma durante il tiro rapido
- è una posizione FACILE da assumere
- è una posizione RAPIDA da assumere


Nonostante questo, una percentuale molto RIDOTTA di individui preferisce appoggiare il dito indice della mano debole DAVANTI alla guardia. Anche se a volte una simile presa può sembrare "...strana, atipica o esteticamente accattivante...", essa comporta delle limitazioni che devono essere analizzate. Più precisamente  :


- potrebbe intralciare l'entrata  e l'uscita dell'indice della mano forte nella guardia
- potrebbe non rivelarsi solida come sembra apparire
- potrebbe essere persa durante il tiro, in special modo durante il tiro rapido


Di norma un simile posizionamento dell'indice dalla mano debole è strettamente correlato alla confomrazione della mani e alla lunghezza delle braccia. In altri termini, una simile collocazione potrebbe risultare comoda ad individui in possesso di una particolare complessione fisica, e risultare fortemente scomoda per miolti altri. Al di là di questi dettagli di carattere biologico, in realtà sono pochi i soggetti realmente in grado di controllare ADEGUATAMENTE un'arma durante il tiro rapido con questa posizione della mano debole (N.B. una cosa è sparare al poligono in tutta tranquillità, mentre una cosa ben diversa e sparare per difendersi realmente !!). Questo significa che anche chi al poligono appoggia l' indice della mano debole DAVANTI alla guardia, in condizioni critiche potrebbe essere forzato dagli eventi ed essere costretto, suo malgrado, ad adottare la convenzionale presa con il dito indice (della mano debole) SOTTO alla guardia . Accertatevi di valutare PREVENTIVAMENTE in quale modo dovete collocare l'indice della mano debole per controllare al meglio l'arma durante il tiro rapido.


segue - rapporto tra i pollici



Una questione alquanto discussa in materia di presa dell'arma, è quella relativa al CORRETTO rapporto tra il pollice della mano forte ed il pollice della mano debole. Il pollice della mano forte può disporsi in due modi differenti. Essi sono  :


- piegato (incurvato) sull'impugnatura
- disteso tra l'impugnatura ed il fusto


La scelta è estremamente soggettiva, e non vi è una soluzione valida per ogni individuo. In passato si diceva SPESSO che "...il pollice va disteso per il tiro lento mirato, mentre va piegato per il tiro rapido...", ma in realtà questo non è sempre necessariamente vero!! La complessione fisica di un individuo può variare così tanto che è impossibile dire a priori COME deve essere posizionato il pollice della mano forte. Oggi, di norma, si tende a dire che "...il pollice deve essere disteso lungo il fusto in modo da essere una sorta di prolungamento del braccio e da consentire un naturale puntamento dell'arma..." verso il bersaglio. In linea di massima  questo discorso è veritiero, ma va precisato che è SEMPRE la complessione fisica del singolo individuo che consente di avere la risposta adeguata. In particolare, è MOLTO imporante VERIFICARE quella che è la dimensione delle mani, poichè a parità  di arma la presa cambia COMPLETAMENTE a seconda della dimensione delle mani!! Venendo al pollice della mano debole, esso può disporsi nei seguenti modi  :


- piegato (incurvato) sopra il pollice della mano forte
- disteso lungo il fusto ma sopra il pollice della mano forte
- disteso lungo il fusto ma sotto il pollice della mano forte


Anche in questo caso, la scelta è estremamente soggettiva, e non vi è una soluzione valida per ogni individuo. In passato si diceva SPESSO che "...il pollice della mano debole va piegato SOPRA il pollice della mano forte onde esercitare un'adeguata compressione...", ma in realtà questo non è sempre necessariamente vero per ogni individuo!! Per alcuni individui questa potrebbe essere una soluzione adeguata, mentre per altri individui questo potrebbe determinare "...un abbassamento eccessivo..." delle mani rispetto all'asse della canna, con conseguente perdita del controllo durante il tiro rapido!! Attualmente la tecnica più diffusa è quella di lasciare il pollice della mano debole "...naturalmente disteso..." lungo il fusto. Ci sono però idee contrapposte su quello che è il rapporto tra i due pollici. Alcuni tiratori preferiscono lasciare il pollice della mano debole disteso lungo il fusto ma SOPRA  il pollice della mano forte. Altri tiratori, viceversa, preferiscono lasciare il pollice della mano debole disteso lungo il fusto ma SOTTO  il pollice della mano forte. La scelta per l'una o per l'altra presa dipende essenzialmente dalle dimensioni delle mani, perchè un tiratore con le mani grosse ha un tipo di presa solitamente diverso da un tiratore con le mani piccole. dunque, l'unica cosa da fare è una valutazione in bianco, effettuata a casa propria, seguita da un attento controllo al poligono.


segue - estensione delle braccia



Un'ulteriore questione che è stata spesso al centro di varie discussioni, in difesa personale armata è quella relativa all'estensione delle braccia durante il tiro. Secondo l'opinione più diffusa, mentre per i bersagli a breve distanza è preferibile tenere le braccia leggermente piegate (N.B. se la distanza è realmente esigua è fondamentale non estendere le braccia per evitare che l'aggressore possa afferare voi o l'arma !!), per i bersagli a lunga distanza è preferibile estendere maggiormente le braccia (N.B. questo è importante per collimare il bersaglio). Tutto questo, ovviamente, in linea del tutto generale, perchè poi occorre poi fare i conti con la complessione fisica del singolo individuo. E' la struttura fisica di ogni individuo che determina di quanto le braccia verranno estese. Spesso capita che  un singolo individuo abbia un solo modo di estendere la braccia a prescindere dalla distanza dal bersaglio. Viceversa, alcuni individui preferiscono REALMENTE aumentare o ridurre l'estensione della braccia a seconda della distanza dal bersaglio. Va poi segnalato che il livello di estensione delle braccia non dipende solo dalla struttura fisica e dalle dimensioni delle mani del singolo individuo, ma anche dalla conformazione dell'arma. Spesso, infatti, si verifica che il tipo di presa ed il livello di estensione delle braccia dipendano dalla conformazione dell'arma che viene impiegata. In altre parole, questo significa che  lo STESSO  individuo potrebbe avere un modo diverso di estendere le braccia verso il bersaglio a seconda del tipo di arma che viene concretamente utilizzata. Dal momento che non esiste una risposta valida per tutti, è necessario effettuare PERSONALMENTE delle verifiche al poligono per capire qual'è il proprio livello di estensione IDEALE delle braccia e se questo MUTA a seconda della distanza dal bersaglio .


§4 - analisi dell'allineamento delle mire


Allineare le mire significa orientare l'arma (e di conseguenza le mire) verso il bersaglio  in maniera tale che si verifichino CONGIUNTAMENTE due condizioni essenziali  :


- il mirino (front sight) e la tacca di mira (rear-sight) siano ENTRAMBI alla STESSA identica altezza
- il mirino sia ESATTAMENTE al centro della tacca di mira


Queste due condizioni sono il prerequisito fondamentale per effettuare in maniera CORRETTA  il tiro lento mirato (slow-aimed fire). Premesso questo, chi si interessa al tiro difensivo DEVE sapere che non esiste un solo tipo di allienamento delle mire, ma che ne esistono alcuni tipi differenziati che trovano applicazioni marginali ma comunque di estrema importanza. Inoltre, nel tiro difensivo ci sono anche tecniche speciali di tiro che sono caratterizzate dal fatto di non impiegare le mire. Resa la cosa in termini più semplici, non bisogna cadere nell'equivoco di pensare che praticare il tiro difensivo significhi solo ed unicamente applicare gli stessi criteri per l'allineamento delle mire impiegati nel tiro accademico!! Tiro difensivo e tiro accademico sono due discipline completamente DIVERSE, e che per questo motivo NON devono essere confuse l'una con l'altra.


§5 - analisi dell'acquisizione della punteria



Il termine punteria (sight-picture) è una sintesi lessicale con cui si indica la SOVRAPPOSIZIONE, sul piano focale, delle mire (debitamente allineate tra di loro) rispetto al  bersaglio che si intende colpire. Una volta che questa condizione di sovrapposizione viene acquisita, il tiratore DEVE concentrarsi SOLO sul mirino e non più sul bersaglio o sulla tacca di mira. Questo è necessario perchè l'occhio umano non è in grado di  focalizzarsi in maniera adeguata su tre oggetti distinti collocati su piani focali ravvicinati tra di loro. Dunque, per colpire correttamente il bersaglio è NECESSARIO concentrarsi solo sul mirino, ossia mettere bene a fuoco solo quest'ultimo e non i restanti particolari. Premesso questo, chi si interessa al tiro difensivo DEVE sapere che non eiste un solo tipo di acquisizione della punteria, ma che ne esistono alcuni tipi differenziati che trovano applicazioni particolari ma comunque di estrema importanza. Inoltre, nel tiro difensivo ci sono anche tecniche speciali di tiro che sono caratterizzate dal fatto di non impiegare le mire. Resa la cosa in termini più semplici, non bisogna cadere nell'equivoco di pensare che praticare il tiro difensivo significhi applicare gli stessi criteri impiegati nel tiro accademico per acquisire la punteria!! Tiro difensivo e tiro accademico sono due discipline completamente DIVERSE, e che proprio per questo motivo  NON devono esse confuse l'una con l'altra.


§6  - analisi del controllo della respirazione


Il termine controllo della respirazione (breathing control) è un termine che si presta a due interpretazioni differenziate, ed è per questo spesso fonte di grossi equivoci. Con riferimento al tiro lento mirato, il controllo della respirazione è essenziale per ottenere un preciso piazzamento dei colpi sul bersaglio. Trattenere il respiro o sfruttare la naturale pausa respiratoria che esiste tra inspirazione ed espirazione è FONDAMENTALE per sparare nel modo più preciso possibile. viceversa, pensare di poter controllare la respirazione durante uno scontro a fuoco reale, è pura illusione. In un VERO scontro a fuoco la vostra prima preoccupazione deve essere quella di sparare verso il bersaglio corretto (N.B. e mai a caso !!) fino a quando questo non viene reso realmente inoffensivo. Durante una simile ipotesi, come si suol dire, "...non dovete MAI preoccuparvi della respirazione perchè essa si cura già da se..." !! Infine, NON bisogna confondere le tecniche di rilassamento usate in certi ambienti per meglio affrontare uno scontro a fuoco con  la possibilità / capacità di controllare la respirazione durante il medesimo evento.


                                                                                       ATTENZIONE!!


CONTRARIAMENTE A QUANTO CREDUTO O AFFERMATO DA MOLTI, IL VERO CONTROLLO DELLA RESPIRAZIONE (breathing control) SI PUO' EFFETTUARE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DURANTE IL TIRO LENTO MIRATO . VICEVERSA, DURANTE IL TIRO RAPIDO, O A MAGGIOR RAGIONE DURANTE IL TIRO IN UN REALE CONTESTO OPERATIVO, LA RESPIRAZIONE NON PUO' ESSERE CONTROLLATA IN NESSUN MODO !! IL SOLO AUMENTO DEL TASSO DI ADRENALINA NEL SANGUE DOVUTO ALLO STRESS (PAURA), RENDE IMPOSSIBILE PORRE IN ESSERE QUALSIASI TIPO DI SFORZO (CONSCIO OD INCONSCIO CHE SIA) FINALIZZATO AL CONTROLLO OTTIMALE DELLA PROPRIA RESPIRAZIONE !!


§7 - analisi del controllo della pressione sul grilletto


Il grilletto deve essere premuto in maniera LINEARE e CRESCENTE. Si parla di pressione lineare perchè la forza esercitata dall'indice DEVE essere applicata in maniera perpendicolare all'impugnatura dell'arma. Se la pressione non fosse lineare, i colpi impatteranno sul bersaglio in maniera più o meno imprecisa, mostrando i caratteriisstici "strappi" a destra (N.B. di solito, se il tiratore è sinistrorso) o a sinistra (N.B. di solito, se il tiratore è destrorso) rispetto al centro del bersaglio. La pressione deve essere altresì crescente, poichè deve essere tale da vincere la resistenza meccanica che impedisce al cane di abbattersi. Questo tipo di resistenza varia a seconda del tipo di arma e del tipo di organizzazione meccanica. Nei principianti, ma anche nei soggetti "...con maggiore anzianità di poligono...", gli errori di precisione sono quasi sempre dovuti ad una pressione di tipo non lineare sul grilletto. Un'altra causa di errore è la presenza di un ECCESSIVO collasso di retroscatto (backlash), che determina l'applicazione di una forza ECCESSIVA e non perpendicolare sul grilletto DOPO che il colpo è partito, disturbando così l'allineamento dell'arma verso il bersaglio. Anche applicando una pressione sul grilletto di tipo lineare e costante, la presenza di un collasso di retroscato eccessivo vanifica tutti gli sforzi del tiratore!! Un dettaglio poco noto è costituito dal fatto che per MASSIMIZZARE la precisione,  il dito indice (ovviamente della mano forte) DEVE seguire il grilletto mentre questo ritorna nella posizione di partenza (N.B. cioè mentre il cane si riarma). In altri termini, il dito indice non perde mai il contatto con la faccia del grilletto in maniera tale che sia sempre la medesima area del dito che rimane in contatto con il grilletto, e MAI una parte diversa per ogni singolo colpo!! Se si vuole migliorare la tecnica di scatto, ci sono due piccoli trucchi del mestiere che possono essere utilizzati in modo semplice ed efficace. Il primo è il c.d. "esercizio della monetina". Si tratta semplicemente di mettere una moneta da 1 euro sopra la vosta pistola e di sparare in bianco (dry-fire) contro un muro, o contro un bersaglio scelto a vostro piacimento (N.B. prima di fare questo esercizio accertatevi sempre che l'arma sia REALMENTE  scarica !!) SENZA fare cadere la moneta. Il secondo è il c.d. "esercizio della bacchetta". Si tratta di inserire nella canna della vostra pistola una bacchetta in legno lunga circa 80 - 100cm e del diametro adeguato (N.B. si tratta di una di quelle bacchette lignee, di norma realizzate in faggio, reperibili presso i negozi di modellismo). Analogamente al precedente esercizio,  si tratta di sparare in bianco (dry-fire) contro un muro, o contro un bersaglio scelto a vostro piacimento (N.B. prima di fare questo esercizio accertatevi sempre che l'arma sia REALMENTE  scarica !!) SENZA fare muovere  la bacchetta. Con soli cinque minuti al giorno di questi esercizi, otterrete un enorme miglioramento della vostra tecnica di scatto. Dal momento che è importante essere costanti,  non conta molto il fatto di esercitarsi per ore durante uno o due giorni, ma piuttosto diventa IMPORTANTE praticare TUTTI  i giorni per pochi minuti.


§8 - analisi del significato del termine persistenza



Il termine persistenza (follow-through) può essere inteso in diversi modi, tutti però accomunati dal fatto dell'individuo mantiene costante nel tempo una certa condotta. Da un primo punto di vista, il termine persistenza può essere interpretato come mantenimento costante della punteria sul bersaglio. Un altro significato è quello di mantenere costanti nel tempo tutti gli elementi che compongono la tecnica di tiro, cioè quelli elencati dal n° 1 al n°6 del §1 (V. voce a se). Infine, un terzo (ed ulteriore) significato, è quello di continuare a sparare contro un bersaglio che non ha ancora cessato di essere ostile . Chiunque si interessa di difesa personale ha l'obbligo morale di imparare ad applicare il concetto di persistenza in tutti i sensi testè descritti.


§9 - conclusioni finali



Gli elementi delineati in queste brevi note sono stati enucleati tra i 30 ed i 50 anni fa!! Dunque, noi non abbiamo inventato assolutamente nulla di nuovo, ma ci siamo limitati a riunirli in un unico luogo (virtuale) ed a trattarli in maniera sistematica. Il numero di questi elementi potrebbe apparire eccessivo ad un principiante (N.B. per un principiante forse è meglio limitare tutto il discorso a posizione, presa, punteria, respirazione e scatto onde non creare troppa confusione !!), così come eccessivamente complessa potrebbe apparire la loro trattazione per un qualsiasi appassionato. Di fatto, questo tipo di analisi non si rivolge ai neofiti, ma è essenzialmente indirizzata a soggetti che già hanno maturato una certa esperienza nel campo del maneggio delle armi. Questi elementi DEVONO essere ben CHIARI nella mente di chi si intersssa di difesa personale armata, perchè essi rappresentano un prius, e non un post, rispetto all'esecuzione della manovra difensiva. Reso il concetto in termini di più facile comprensione per chiunque, essi sono un prerequisito ESSENZIALE per avere una ragionevole speranza di sopravvivere ad un'aggressione perpetrata con armi da fuoco. Essendo dei prerequisiti alla capacità di risposta del singolo individuo, ciò implica che  :


- essi sono ben radicati nel subconscio del singolo individuo
- essi vengono richiamati dal cervello del singolo individuo TUTTE le volte che è necessario e SENZA nessun sforzo conscio
- essi possono essere adattati dal singolo individuo alle circostanze specifiche del caso concreto tutte le volte che dovesse essere necessario


Taluni equivocano il riferimento a questi sette elementi poiche pensano in prima battuta che si tratti di un riferimento al tiro lento mirato, ma in realtà non è così!! Se è vero che rilevano per comprendere il tiro lento mirato, è altrettanto vero che essi sono fondamentali per eseguire correttamente la manovra difensiva. Inoltre, dal momento che sono dei principi, essi sono suscettibili di adattamento specifico al caso concreto.


                                                                         ATTENZIONE  !!

RICORDATE CHE IN DIFESA PERSONALE  DOVETE SEMPRE RISPETTARE I PRINCPI, MENTRE POTETE ADATTARE O NON IMPIEGARE ALLA REALTA' CONCRETA UNA TECNICA CHE COSTITUISCE L'APPLICAZIONE PRATICA DI UN DETERMINATO PRINCIPIO !!


Ad esempio, una persona che "...sa come mirare...", sa anche che per il tiro lento mirato le mire vengono usate in un certo modo, mentre per il tiro a breve distanza vengono usate in un modo completamente diverso. Ancora, una persona che "...sa come posizionarsi..." sa perfettamente che la posizione adottata per colpire un bersaglio cartaceo presenta delle differenze rispetto alla posizione che verrbbe adottata in una reale situazione di pericolo. E così via. Gli esempi, insomma, possono essere molteplici. L'unica cosa che conta è capire i principi (N.B. cioè questi sette elementi!!) e comprendere QUANDO e COME possono essere applicati nella realtà .