TIRO LENTO MIRATO E TIRO DIFENSIVO: AFFINITA' E DIFFERENZE


Il tiro lento mirato (slow firing technique, noto anche come slow firing mode) è la BASE imprescindibile di QUALSIASI disciplina di tiro. In questo presunto mondo moderno dove un gran numero di individui "...vogliono tutto e subito..." la cosa darà fastidio a molti, tuttavia, per diventare un buon tiratore è necessario conoscere prima i rudimenti del tiro lento mirato. Del resto, colpire ESATTAMENTE un bersaglio non è una mera questione di premere il grilletto!! Chiaramente, chi non è interessato a migliorare se stesso o pensa di "...sapere già tutto..." potrà anche evitare di leggere queste brevi note, ma non dovrà poi lamentarsi se il suo livello intellettivo "...sarà pari a quello di una scarpa da tennis vecchia..." e se le sue (presunte) capacità di tiratore saranno considerate RIDICOLE dagli altri tiratori. A prescindere dal fatto che si tratti di tiro dinamico sportivo o di tiro accademico, il tiro lento mirato è l'elemento IMPRESCINBIBILE senza il quale NESSUN individuo può affermare onestamente "...di saper veramente sparare..."!! Lo scopo del tiro lento mirato è, essenzialmente, quello di sviluppare la QUALITA' globale del singolo tiratore. Con il termine "qualità" si intende che il tiratore dovrà sviluppare:


- la cadenza di tiro
- la tecnica di tiro
- la precisione di tiro


Più precisamente, un volta che il tiratore avrà sviluppato la corretta tecnica di tiro, di conseguenza miglioreranno la sua cadenza e la sua precisione sul bersaglio. La tecnica di tiro, in particolare, è costituita da un gran numero di elementi che il tiratore DEVE sapere COORDINARE correttamente tra di loro tutte le volte che deve premere il grilletto per ottenere il risultato desiderato. I componenti fondamentali della tecnica di tiro sono i seguenti:


- la posizione di tiro
- la presa dell'arma
- l'allineamento delle mire
- il controllo sul grilletto
- la respirazione corretta
- la persistenza


Premesso che questi argomenti sono trattati nel DETTAGLIO nel testo Nozioni di difesa personale, edito da Tuttostoria (al quale si rimanda il lettore per motivi di completezza), è conveniente effettuare una breve analisi di questi elmenti. La posizione di tiro (firing stance, oppure firing position) è la postura fisica utilizzata per allineare l'arma verso il bersaglio nel migliore modo possibile. Premesso che NON esiste la posizione di tiro perfetta (o, citando un famoso comico, sta solo nel cervello bacato di certe persone!!), essa dovrà essere tale da :


- conferire flessibilità al tiratore
- risultare naturale al tiratore
- risultare comoda (cioè deve fondere equilibrio e libertà di movimento)


Naturalmente, chi acquista un'arma per dedicarsi al tiro accademico, inizierà a lavorare sulla classica posizione di tiro a una mano (one-handed firing position), mentre, chi acquista un'arma per dedicarsi alle discipline di tiro "...più moderne e meno formali...", inizierà a lavorare sulla posizione di tiro a due mani (two-handed firign position). La presa (grip) dell'arma dovrà essere caratterizzata dai seguenti fattori:


- la forza va solo in tre dita (N.B. SOLO ed esclusivamente nel medio, nell'anulare e nel mignolo, mentre le dita restanti NON esercitano nessuna forza!!)

- due dita, cioè pollice ed indice, sono del tutto indipendenti ma, al contempo, strettamente coordinate tra di loro e con le restanti tre dita (cioè con medio, anulare e mignolo)

- la pressione del pollice sull'arma è SEMPRE ridotta ai minimi termini (N.B. se così non fosse la rosata sarebbe spostata a destra o a sinistra)

- il dito indice DEVE essere doppiamente coordinato, poichè deve essere coordinato nell'esercitare la corretta trazione sul griletto ma SENZA interferire con le funzioni esercitate dalle dita restanti


L'allineamento delle mire (sight alignment) è una delle cose più DIFFICILI da fare, specie per i tiratori novizi, perchè si tratta di traguardare il bersaglio attraverso tacca di mira  (rear sight) e mirino (front sight), SENZA che tutto ciò venga distubato dalla respirazione e dalla trazione sul grilletto!! All'inizio le cose non sono per nulla facili, e sono necessarie MOLTE ore di allenamento in bianco (dry practice, o anche dry fire) per vedere i primi risultati sul bersaglio!! L'allineamento delle mire NON è una cosa assolutamente immodificabile, ma un qualcosa che muta al variare di tutta una serie di fattori, i quali possono essere così riassunti:


- precisione effetivamente richiesta
- dimensioni del bersaglio
- distanza dal bersaglio


A seconda di "...come si combinano..." questi tre fattori, il tiratore dovrà collimare le mire in maniera differenziata per ottenere il risultato voluto. Ad esempio, un tipico bersaglio UITS a 25 m di distanza richiede un PERFETTO allineamento delle mire per colpirlo esattamente al centro. Viceversa, un bersaglio a 15 m di distanza richiede che gli occhi percepiscano la mera presenza delle mire per colpirlo esattamente. Addirittura, un bersaglio a 5m di distanza richiede che gli occhi percepiscano solo la presenza del mirino per colpirlo esattamente. Venendo al controllo sul grilletto (trigger control), è necessario che il tiratore apprenda con il tempo a fare le seguenti cose:


- condizionare il muscolo del dito indice
- sviluppare una pressione crescente


Dal momento che PRIMA si deve mirare alla precisione al fine di ottenere POI la velocità, è necessario che   il tiratore effettui molto allenamento in bianco sforzandosi di verificare che le mire non si muovono dopo la partenza del colpo. Quando questo risultato verrà raggiunto, il dito indice avrà raggiunto un livello di condizionamento sufficiente per iniziare la pratica corretta del tiro a segno. La respirazione (breathing) dovrà essere specificamente adattata dal tiratore per ottimizzare la precisione di tiro. Infatti, se durante il tiro venisse mantenuto il ritmo respiratorio ordinario, la precisione sul bersaglio andrebbe irrimediabilmente persa. Per questo motivo è importante coordinare la trazione sul griletto e l'allineamento delle mire in maniera tale che il colpo parta durante la c.d. pausa respiratoria, cioè durante quel limitato lasso di tempo che esiste tra la fine delle espirazione la successiva fase di inspirazione. La persistenza (follow through), la capacità del tiratore di rimanere con l'arma puntata verso il bersaglio anche dopo che il colpo è partito. Questa qualità è importantissima per almeno due motivi:


- aumenta la precisione di tiro (N.B. perchè SPESSO c'è la tendenza ad abbassare l'arma troppo PRESTO, il che produce effetti deleteri sulla precisione)
- funge da vera e propria "assicurazione sulla vita " del tiratore (N.B. in difesa personale, SPESSO, l'abbassare l'arma prima del tempo verso un bersaglio che si pensava inerte ha determinato risultati tragici per chi si doveva difendere)


Infine, non va dimenticato che, qualora il tiratore utilizzi una moderna pistola semiautomatica in doppia azione, ha la necessità di diventare esperto nella c.d. transizione (transition). Per transizione si intende, in questo caso, il passaggio dal primo colpo tirato in doppia azione (double action firing mode) ai colpi successivi tirati in singola azione (single action firing mode). Normalmente il primo colpo tende a NON essere preciso come i successivi e, siccome il primo colpo è SPESSO fondamentale in difesa personale, è importante allenarsi per cercare di migliorare la qualità del propria tecnica di scatto in riferimento al PRIMO colpo. Una buona regola per cercare di migliorarsi sotto questo aspetto è quella di collocare una sagoma a 5 m  di distanza e tentare di colpirla il più precisamente possibile sparando il primo colpo in doppia azione ed il secondo colpo in singola azione. E' importante INIZIARE a lavorare MOLTO lentamente al fine di sviluppare, col decorso del tempo, una velocità esecutiva crescente.



                                                                                ATTENZIONE!!

PER QUALSIASI INDIVIDUO, FLUIDITA' MOTORIA SIGNIFICA SUPERIORE VELOCITA' ESECUTIVA, PER CUI PIU' I MOVIMENTI SONO FLUIDI E PIU' UN INDIVIDUO E' RAPIDO!! NON CERCATE PER NESSUNA RAGIONE DI FORZARE I VOSTRI MOVIMENTI O DIVENTERETE AUTOMATICAMENTE PIU' LENTI DEL NORMALE!!




Veniamo ora al tiro DIFENSIVO (defensive shooting). Il tiro difensivo è una particolare diciplina che ha come obiettivo principale quello di GARANTIRE la sopravvivenza del suo esecutore. Purtroppo, il presupposto NECESSARIO per garantire la sopravvivenza del suo esecutore è quello di collocare più colpi possibili nella c.d. zona critica (kill zone) del bersaglio (V. voce a se in questo steso sito), fino a quando questo NON è diventato completamente inerte. Se si passa all'uso delle armi significa che ogni speranza di convivenza civile è andata perduta, per cui, il fatto di garantirsi la sopravvivenza implicherà l'uso di una forza proprozionale all'aggressone subita. E' inutile aggiungere che questa "...forza proporzionale..." quasi sempre implica l'eliminazione di una vita umana. In altre parole, mentre il tiro lento mirato ha come SCOPO la QUALITA' su di un innocuo pezzo di carta, il tiro difensivo ha come scopo la QUANTITA'  (di colpi) nella  zona critica di un bersaglio vivo, armato e pericoloso: esiste quindi una differenza enorme tra queste due attività!! Si tratta, in altri termini, di un tiro che PRIVILEGIA la velocità esecutiva in riferimento a bersagli che si possono trovare ad un massimo di 15m (circa) di distanza. L'inciso "...quantità nella zona critica..." significa che il tiro difensivo metterà particolare enfasi su almeno tre elementi, quali:


- colpo d'occhio del tiratore
- puntamento diretto con uso marginale, o anomalo, delle mire
- velocità esecutiva


I caratteri fondamentali del tiro difensivo, sotto il profilo OGGETTIVO possono essere così delineati:


- è un tiro ad alta velocità sotto forte stress psicofisico
- è un tiro a distanza ridotta (15 m al massimo) o, addirittura, molto esigua (0,5 - 1 m)
- è un tiro che avviene in condizioni di luminosità spesso critiche (e del tutto diverse da quelle ideali)
- è un tiro che avviene spesso in ambienti ristretti
- è un tiro che comporta spesso la presenza di più avversari


Sotto il profilo SOGGETTIVO, i caratteri fondamentali del tiro difensivo possono essere così riassunti:


- il tiratore NON deve mai togliere l'attenzione (lo sguardo) dal pericolo (all'aggressore) che ha davanti (od in prossimità) a se
- il tiratore DEVE riuscire a registrare le reazioni dell'avversario per poterlo colpire per primo (N.B. il che NON significa necessariamente sparare SEMPRE per primo!!)
- il tiratore NON deve menomare la propria capacità di osservazione guardando particolari della scena del tutto privi di rilievo (N.B. ciò che non si vede potrebbe quasi sempre uccidere!!)
- il tiratore DEVE sfruttare le tecniche di tiro più efficienti in relazione alla distanza a cui si trova dall'aggressore


Resa la cosa di più facile comprensione per chiunque, l'inciso "...quantità nella zona critica..." significa che il tiro difensivo ha come scopo ultimo quello di permettere al suo esecutore di colpire quello a cui spara con velocità e sicurezza. A causa della sua natura intrinseca di "...tiro operativo...", il tiro difensivo porta il tiratore ad applicare molto FREQUENTEMENTE le tecniche del tiro istintivo. Sull'argomento si rinvia il lettore al testo Nozioni di difesa personale a causa della particolare complessità della materia e della professionalità con cui l'argomento è stato trattato su quel supporto bibliografico. In questa sede, in tema di tiro isintivo sarà sufficente dire che il tiro istintivo viene sviluppato partendo dai seguenti presupposti:


- concentrarsi su di un area, più o meno grande, del bersaglio
- impugnare correttamente l'arma
- estrarre l'arma e spingerla in avanti verso il bersaglio
- l'arma ed il braccio devono formare una linea unica (cioè non si devono essere pieghe anomale nel polso)
- premere il grilletto alla fine della spinta in avanti (cioè al termine dell'estensione)


Riassumendo il tutto:


- nel tiro lento mirato è ESSENZIALE vedere il mirino e non vedere il bersaglio se si vuole colpire quest'ultimo (a riguardo si può citare il famoso detto you stop hittng them when you start watching them, cioè "smetti di colpirli - i bersagli - quando cominci a verderli")
-  nel tiro difensivo è ESSENZIALE vedere l'avversario e non le mire (in maniera esatta)


Naturalmente, per diventare esperti nel tiro difensivo è necessario effettuare un allenamento altamente specifico. Come elemento di spunto, il GRURIFRASCA ha ritenuto opportuno di proporre ai lettori interessati uno schema banale che ha già fatto compiere il classico "...salto di qualità..." a moltissimi tiratori che pensavano erroneamente "...di non essere portati..." per questa disciplina.



                                                                                        ATTENZIONE!!


DAL MOMENTO CHE LA VITTIMA DI UN'AGGRESSIONE ARMATA E' CHIAMATA A REAGIRE, E CIOE' A PRENDERE L'INIZIATIVA DOPO CHE IL PERICOLO SI E' CONCRETAMENTE MANIFESTATO NEI SUOI CONFRONTI, IL TIRO DIFENSIVO HA UNA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE RIFLESSIVO!! PER ESSERE EFFICACI, LE TECNICHE E LE TATTICHE PROPRIE DEL TIRO DIFENSIVO SONO TALI DA ESSERE APPRESE ED APPLICATE RIFLESSIVAMENTE SOTTO STRESS DA QUALSIASI INDIVIDUO.



 Addestramento di base


Caso A - Bersaglio a 5m di distanza, tiratore in posizione bassa



(A - 1) 5 colpi, tiro lento mirato senza limiti di tempo, ripetere 3 volte
(A - 2) 5 colpi, tiro lento mirato in non oltre 10 secondi, ripetere 3 volte
(A - 3) 5 colpi, tiro celere in non oltre 5 secondi, ripetere 3 volte
(A - 4) 2 colpi, cambio del caricatore, altri due colpi in non oltre 6 secondi, ripetere 3 volte
(A - 5) 5 colpi solo con la mano forte in non oltre 10 secondi, ripetere 3 volte
(A - 6) 5 colpi solo con la mano debole in non oltre 10 secondi, ripetere 3 volte


Caso B - Bersaglio a 5m di distanza, tiratore in posizione bassa, istruttore a lato pronto a dare i comandi


(B - 1) 1 colpo su comando il più velocemente possibile
(B - 2) 2 colpi su comando il più elocemente possibile
(B - 3) 2 colpi, cambio del caricatore, altri 2 colpi il più velocemente possibile
(B - 4) eseguire l'esercizio (B - 3) a 10 m di distanza
(B - 5) eseguire l'esercizio (B - 3) a 15 m di distanza
(B - 6) eseguire l'esercizio (B - 3) a 25 m di distanza


Caso C - Bersaglio a 5 m di distanza, tiratore con arma in fondina e braccia distese lungo i fianchi


(C - 1) estrazione, sparare 1 colpo (nella zona centrale della sagoma) il più velocemente possibile
(C - 2) estrazione, sparare 2 colpi (nella zona centrale della sagoma) il più velocemente possibile
(C - 3) estrazione, sparare 3 colpi (nella zona centrale della sagoma) il più velocemente possibile
(C - 4) estrazione, sparare 2 colpi  nella zona centrale della sagoma ed 1 colpo alla testa nel minor tempo possibile
(C - 5) estrazione, sparare 2 colpi, effettuare un cambio del caricatore e sparare altri 2 colpi
(C - 6) girarsi di 90° estrarre e sparare 2 colpi il più velocemente possibile
(C - 7) girarsi di 180° estrarre e sparare 2 colpi il più velocemente possibile


Caso D - Tiro dalla barricata con bersaglio a 10 m di distanza e tiratore in posizione bassa



(D - 1) 2 colpi da posizione eretta nel minor tempo possibile
(D - 2) 2 colpi da posizione eretta, cambio del caricatore, altri 2 colpi da posizione inginocchiata nel minor tempo possibile
(D - 3) 2 colpi dal lato forte, cambio del caricatore, altri 2 colpi dal lato debole nel minor tempo possibile


Addestramento avanzato


- tiri a bersagli multipli
- tiri alla testa multipli
- tiri a bersagli parzialmente occultati
- estrarre camminando verso uno o più bersagli
- estrarre camminendo allonanandosi da uno o più bersagli
- estrarre eseguendo un passo indietro rispetto ad un bersaglio molto (circa 1 m) vicino ed aprire il fuoco
- aumentare il numero degli esercizi con la sola mano forte o con la sola mano debole
- tiri alla barricata a destra ed a sinistra
- tiri in ginocchio ed a terra
- tiri sotto sforzo cardiovascolare dopo avere eseguito corsa, flessioni, addominali accosciate o qualsiasi  altro esercizio



                                                                                ATTENZIONE!!


IL TIRO DIFENSIVO INTESO COME DISCIPLINA SI REGGE SU TRE ELEMENTI SPECIFICI, FUSI SINERGICAMENTE INSIEME, CHE SONO IL CONDIZIONAMENTO PSICOFISICO, LA TATTICA E LA CONOSCENZA DELLE TECNICHE DI TIRO.




Questi argomenti verranno sviluppati maggiormente nel testo Nozioni di difesa personale, disponibile presso Tuttostoria, al quale si rinvia il lettore per la maggiore completezza espositiva.